mercoledì, Maggio 8, 2024

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Nikki: “Produco musica che mi soddisfa” – INTERVISTA

Intervista al musicista e autore radiofonico

Fabrizio Lavoro in arte Nikki è un musicista, autore e voce prima di Tropical Pizza ora di Summer Camp, programma nel cuore del pomeriggio su Radio Deejay. Oltre che numerose interviste ad artisti internazionali e non, ha realizzato diverse collaborazioni con musicisti del panorama italiano, in jam radiofoniche e sul palco. Inizia giovanissimo a suonare in band per poi arrivare 18enne a condurre uno spazio dedicato all’hard rock/metal all’interno di Deejay Television. Da lì arrivano le prime esperienze in radio e la pubblicazione dell’album ‘Rock normale’. Nel ’94 porta al successo un brano degli 883 – ‘L’ultimo bicchiere’ – vincendo il disco per l’estate.

Da sempre appassionato di viaggi, trasmette da New York nei primi anni duemila e in seguito scrive e conduce il travel show Shuffolato trasmesso da Deejay Tv. Nel 2017 fonda con Dj Aladyn il collettivo Tropical Pizza Soundsystem, il primo dj set suonato dal vivo da una band, visto alla festa Deejay all’Expo di Milano. Nel 2019 pubblica il primo omonimo album de La  Superluna di Drone Kong che viene presentato al Miami, a cui fa seguito Superluna Rock Music del 2022.

Salve Fabrizio, come sta? Parliamo per un attimo della sua carriera a livello musicale. Come è iniziata?

«Ho iniziato a suonare in band hard rock/metal quando avevo 15 anni, non ci sono testimonianze televisive ma per me è importante. Poi, quando avevo 18 anni, Cecchetto mi prese nella sua scuderia e mi diede la possibilità di pubblicare canzoni, ero bravo a suonare la chitarra ma come cantautore un po’ naif. Comunque non ho mai smesso di suonare e anche la radio la vivo sempre come fosse un concerto».

Quali sono state le tappe più importanti del suo cammino? Si aspettava di arrivare dov’è ora?

«A me piace pensare che la tappa più importante sia stata andare da solo a Milano da teenager a cercare di incontrare persone simili a me. Se fossi rimasto a casa a sognare non avrei conosciuto le persone che mi hanno cambiato la vita. Sicuramente il provino per Deejay Television è stata una svolta, andavo in onda in Tv suonando i riff delle canzoni che amavo e presentavo i miei gruppi del cuore. Sono entrato in contatto con decine di migliaia di persone e con molti di loro sono in contatto ancora oggi. Non so se mi aspettavo una vita del genere ma di sicuro ho fatto di tutto per farla diventare così».

Il suo ultimo progetto è stato “La Superluna di Drone Kong”, da cosa nasce l’ispirazione?

«In genere suono di notte, quando la città si calma e si entra in una sorta di altra dimensione. Avevo accumulato un po’ di idee che lentamente sono diventate canzoni e mi piaceva l’idea di pubblicarle con un nome da band anche se sono molto personali e in qualche modo intime. Sono fatte per essere ascoltate quando nel cielo c’è la luna. Il Drone è quella nota che rimane fissa quando le altre si muovono e Kong nel buddismo è una specie di Nirvana».

Due canzoni sono le protagoniste in assoluto, quali sono le tematiche principali? C’è un messaggio in particolare destinato all’ascoltatore?

«Nosferatu e Spettro sono entrambe dark e lunari ma in realtà sono canzoni d’amore, una specie di San Valentino di Halloween. Nosferatu é la storia di un innamoramento ritrovato che permette di apprezzare ancora di più quello che già ci piaceva, Spettro parla di come l’amore possa tenere in vita chi non c’è più».

Un aspetto sicuramente degno di nota è quello legato al vampiro, anche una figura come questa può tornare ad amare dopo 700 anni. Qual è l’aspetto metaforico che si nasconde dietro questo tema?

«Mi ha sempre affascinato questo genere di creatura fantastica, anche nella versione più moderna di Jim Jarmush (‘Solo gli amanti sopravvivono‘). Vampiri semi-immortali che attraversano epoche e per forza di cose perdono amicizie terrene e si ritrovano soli ad adattarsi a nuovi periodi storici.  Però anche nel nostro piccolo a volte si ha l’impressione che tutto sia finito ma poi una scintilla da il via a un nuovo inizio».

Quanto conta il lavoro di un team coeso e sinergico in progetti come il suo? Quali sono gli ingredienti fondamentali di tale collaborazione?

«Con la Superluna comincia tutto dai miei appunti notturni. Faccio i pezzi, canto e stendo un tessuto di chitarre, poi però ci vuole qualcuno che suona la batteria, qualcuno che mixi e renda tutto bilanciato o che traduca in veste grafica quello che ho in testa… insomma è importantissimo avere delle persone intorno che hanno voglia di farsi coinvolgere e vogliono esprimersi aggiungendo ulteriori dimensioni».

A cosa aspira in prospettiva futura? C’è un sogno in particolare che custodisce nel cassetto?

«Mi piacerebbe portare in giro dal vivo la Superluna e condividere questi pezzi con sempre più persone».

C’è consiglio che darebbe ad una figura emergente che ambisce a posizionarsi in questo cambio?

«Secondo me la cosa più importante è produrre della musica che prima di tutto soddisfi chi la fa. Non so se sia un passo importante per come si intende il ‘successo’ oggi ma credo che nel momento in cui la propria musica riesce a dare i brividi si raggiunga un risultato enorme. E di sicuro c’è la possibilità che altre persone possano provare le stesse emozioni».

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