Le parole dei due artisti partenopei, in gara alla 69esima edizione del Festival con “Un’altra luce”
Un gradito ritorno e un atteso debutto rispettivamente per Nino D’Angelo e Livio Cori, il primo al suo sesto Festival, il secondo all’esordio assoluto sul palco dell’Ariston. Una strana coppia, due generazioni a confronto che daranno vita ad un inedito e curioso duetto sulle note del brano “Un’altra luce”. «Il brano è nato tempo fa – racconta Cori – è stato Nino ad avere l’intuizione di poter provare Sanremo e se te lo dice un Maestro come lui non può che non essere così».
«Mi sento di dover ringraziare Livio – aggiunge D’Angelo – trovare un giovane che apre una strada nuova alla mia età non è scontato. E’ uno scambio, reciproco. Ho sentito mio questo brano, abbiamo realizzato a quattro mani il testo della canzone, ma era già pronto per Sanremo già dall’inizio. Ho un compagno di viaggio meraviglioso, per me è una bella soddisfazione averlo al mio fianco. Il mio riferimento sono i giovani, non i vecchi. Il mio futuro sono i ragazzi, lavorare con loro mi arricchisce, compreso l’autotune».
Quasi a fine conferenza arriva la domanda famigerata su Liberato, al quale Nino D’Angelo risponde glissando: «Liberato è una copia leggera di Livio Cori, è lui che lo imita».
Nico Donvito
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