Recensione del sesto album d’inediti della rossa interprete romana
Per il suo sesto album d’inediti Noemi ha scelto La Luna come propria musa ispiratrice sposandone quell’eterno, instabile e continuo mutamento che la caratterizza. All’interno di questo nuovo progetto, prodotto nuovamente da quel Diego Calvetti che l’accompagnò nei suoi primi lavori, la rossa interprete romana viaggia tra autori, temi e vestiti musicali totalmente diversi tra loro per far forma ad un lavoro quanto mai eterogeneo, variegato e differenziato anche nei risultati finali oltre che nei propri intenti.
Ad aprire e a primeggiare è quella Non smettere mai di cercarmi proposta sul palco del Teatro Ariston di Sanremo su cui Noemi non è più una novizia. Dopo l’intensità delle sue prime esperienze sanremesi la rossa pareva aver optato per una maggiore raffinatezza e ricercatezza che ne aveva inevitabilmente ridotto il bacino. Decisa a tornare alle origini, questa volta la Scopelliti torna a raccontare l’amore, quello difficile e lontano, in una intensa ballata pop tradizionale in cui il suo timbro graffiato può uscire allo scoperto rievocando quel soul-blues che le appartiene e ispirandosi al cantato vascorizzato che da sempre la ispira. Le cose migliori dell’album arrivano, infatti, proprio da questo genere di brani che, di contro alla ricerca di contemporaneità, optano per il recupero di quella tradizione sonora e musicale perfetta per la vocalità e l’intenzione interpretativa di Noemi. È proprio Diego Calvetti a guidare sommariamente la virata verso questa dimensione autorale a partire da Sei la mia vita, bell’episodio cinematografico sbarcato a Venezia grazie ad un racconto focalizzato e ad un inciso potente con dedica d’amore assoluta, fino alla più cantautorale e spessa Porcellana che si concede anche una rima con “puttana” nel ritornello.
Se profondità e cantautoralità si è scelto di proporre L’attrazione, la bellissima ballata d’amore scritta e composta da Giuseppe Anastasi e che non si fatica ad immaginare interpretata in una chiave più leggera da Arisa, e La luna storta, uptempo cucito su di Noemi da Tricarico, forniscono gli episodi più illustri e diametralmente riusciti con la prima che esalta la vocalità della rossa mentre la seconda risulta fin troppo piatta, trattenuta e dinamicamente irrilevante.
Totalmente opposta è anche tutta l’altra parte del lavoro che si basa sull’elettronica, i campionamenti sintetici, i sapori contemporanei e i testi allegri, sbarazzini e a tratti fin troppo insignificanti. Autunno, a firma di Tommaso Paradiso/Dario Faini, ricerca il facile tormentone che per la vocalità di Noemi non è mai stato un brano frivolo come questo che parte facendo l’elenco delle stagioni. Su questa linea seguono anche Bye bye, il manifesto reaggeton dell’album perfetto per la prossima stagione calda dove, seguendo la ricetta italiana degli ultimi anni, potrebbe ben fare nella rotazione radiofonica, e Oggi non esisto per nessuno, altro brano pop-rock contemporaneamente vestito. Destinata inizialmente al Festival di Sanremo di un paio di anni fa era I miei rimedi, ballata leggermente condizionata dall’utilizzo di tastiere e synth elettronici per raccontare il tentativo di rifugiarsi da una vita piena di “idiozie”.
Pienamente ricollocabili nelle radici musicali di Noemi sono Love goodbye, in cui esce allo scoperto tutto il suo senso blues e soul perfetto per la sua pasta vocale calda, e My good bad and ugly, unico esperimento in inglese che resuscita una bella atmosfera soul facilmente sfociabile nel gospel con l’aggiunta di qualche coro che, forse, avrebbe arricchito la dinamica del brano.
Chiudono una riuscita Domani, cover di un brano poco noto di Lucio Dalla, e Un giorno eccezionale, intenso racconto pop firmato da Noemi, Diego Calvetti e Marco Rettani che, anche in questa occasione, riescono a rendere giustizia alla tradizione italiana del canto emozionale d’amore guardato, questa volta, con gli occhi di chi “trova la sua strada e la sua ragione“.
Questo nuovo capitolo discografico di Noemi vede un giusto, bello e atteso ritorno al pop sentimentale, commerciale e tradizionale grazie a ballate intense e struggenti in cui la vocalità densa e calda dell’interprete romana trova la perfetta dimensione per liberarsi ma, contemporaneamente, compie un errore nello sposare un così ampio raggio musicale piegandosi alle logiche dei suoni contemporanei e dei testi frivoli che confondono e sbiadiscono la sua spiccata personalità musicale e artistica. La luna riporta una Noemi a metà dopo qualche anno di eccessiva ombra: che sia un primo passo verso il pieno recupero di una voce suadente e importante del mondo interpretativo attuale.
MIGLIORI TRACCE: Un giorno eccezionale – Non smettere mai di cercarmi – L’attrazione
VOTO COMPLESSIVO: 7.5/10
VIDEO-RECENSIONE:
Ilario Luisetto
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