Recensione della nuova raccolta di canzoni del cantautore emiliano curata da Mauro Pagani con all’interno numerosi protagonisti della musica italiana
Dopo i buoni risultati ottenuti con la prima parte della raccolta Note di viaggio, in cui sotto la direzione artistica del maestro Mauro Pagani alcuni grandi nomi della musica italiana hanno reinterpretato a loro modo alcuni brani di Francesco Guccini, ecco il sequel del progetto che per l’occasione viene intitolato Note di viaggio – Capitolo 2: non vi succederà niente, ovviamente sempre curato da Pagani e con all’interno dodici canzoni: undici cover più il brano Migranti, cantato dallo stesso Guccini in compagnia dei suoi storici collaboratori.
Vuoi per la sua penna anarchica e fuori dagli schemi, vuoi per la sua forte personalità, interpretare Guccini non è mai una cosa semplice; a questo giro i “convocati” da Pagani sono dodici artisti appartenenti, come accaduto per la prima parte del progetto, a generi e generazioni differenti. L’idea è appunto quella di creare una sorta di confronto generazionale, donando nuova linfa a brani più o meno noti del cantautore senza però snaturarli nella loro essenza originale.
L’album si apre con Zucchero e la sua interpretazione del celebre brano Dio è morto: un big che canta un successo in questo caso senza stravolgerlo ma rendendo omaggio in maniera onesta, aggiungendo giusto quel pizzico di soul tipico della casa. Da qui la palla passa alla classe di Fiorella Mannoia, maestra dell’interpretazione che in questo caso porta a casa un ottimo risultato con Signora Bovary, un brano che la stessa Mannoia potrebbe benissimo inserire in un suo disco senza stonare con il contesto. Caratteristica dei brani di Guccini, che esce ancor di più allo scoperto in questo curioso progetto, è la contemporaneità dei racconti, perfettamente adattabili e ricontestualizzabili ad ogni epoca.
Il tridente successivo si apre con la strana coppia composta da Emma e Roberto Vecchioni che si cimenta in Autunno, racconto malinconico perfetto per la stagione e poi prosegue con l’ottima interpretazione di Vinicio Capossela in Vedi cara, viscerale e piena di passione. È il tempo poi di Gianna Nannini con Quello che non…, brano denso di concetti a parole reso qui più “pop”. Ci pensano invece Jack Savoretti, Levante e Mahmood a portare freschezza e sperimentazione con il tris Farewell (basica ma pulita), Culodritto (sincera ed intensa) e soprattutto Luna fortuna, in cui il cantante di Soldi sfrutta un’arrangiamento elaborato e particolare per modernizzare il brano in versione “urban”.
Altro spazio alle voci femminili viene dato a Petra Magoni con la precisa Canzone di notte n.2, mentre a chiudere il cerchio ci pensano Ermal Meta, che da bravo cantautore sceglie un brano meno noto come Acque, e Fabio Ilacqua che, insieme allo stesso Pagani, si cimenta in una convincente Canzone delle domande consuete. Il tutto prima di Migranti, brano già noto e proposto in passato da altri artisti, qui interpretato dallo stesso Guccini in compagnia de I Musici, suoi storici collaboratori, in cui il cantautore racconta a suo modo il tema dell’immigrazione.
In conclusione, questo nuovo capitolo di Note di viaggio non deve essere analizzato o comparato a un disco di Guccini, ma piuttosto va visto come un grande omaggio rispetto a uno dei più grandi cantautori italiani, che qui rivive grazie alle interpretazioni (alcune riuscite, altre un po’ meno…) di alcuni volti noti della musica italiana. Il tutto giostrato e perfettamente orchestrato da Mauro Pagani, come sempre capace di donare un’impacchettatura sonora fresca e giusta per questo tipo di progetto.
Migliori tracce | Vedi cara – Culodritto
Voto complessivo | 7/10
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