“O bella bionda” di Fabio Concato: te la ricordi questa?

O bella bionda Fabio Concato

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “O bella bionda” di Fabio Concato

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1996 con “O bella bionda” di Fabio Concato.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “O bella bionda” di Fabio Concato

Siamo nel 1996, Fabio Concato pubblica il disco “Blu” e al suo interno spicca un brano pop, radiofonico e scanzonato, dal titolo “O bella bionda”.

In un repertorio spesso punteggiato da ballate raffinate, riflessive e cariche di sottile malinconia, questo pezzo rappresenta una delle parentesi più leggere, ironiche e solari della discografia di Concato. La canzone si distingue per il suo tono scanzonato, la musicalità radiofonica e l’umanissima semplicità del racconto.

O bella bionda” è, nella sua essenza, una piccola commedia in musica: il protagonista è un uomo innamorato che aspetta una ragazza alla stazione. Una scena quotidiana, persino banale, ma che Fabio Concato trasforma in un’esplosione di emozioni sincere, di quei sentimenti autentici che nascono nell’attesa, nella fantasia, nella paura di non essere all’altezza.

Il linguaggio è colloquiale, disarmante, quasi da diario personale. Il protagonista si guarda allo specchio e si compiace della sua “bella fronte spaziosa”, si agita, si confonde, si intenerisce. È tenero e impacciato, felice e vulnerabile, e proprio per questo irresistibilmente umano.

Il testo di “O bella bionda” di Fabio Concato

Sono seduto sopra una panchina
Qui fermo ad aspettare
C’è una biondina, sta viaggiando su un treno
E quando arriva mi farà sudare
Mi sto specchiando dentro una vetrina
Mi guardo e sto da Dio
Ma guarda lì che bella fronte spaziosa, di chi è
Ma certo che è la mia

Ma dimmi quando arriverai
Son così teso e questo treno non arriva mai
Chissà che faccia che farai
Così felice ed invornito non mi hai visto mai

Ti sto aspettando, son così agitato
Come sarai vestita?
Sei così bella com’è bella la vita
Per me che son così innamorato
Mi siedo e mi alzo e non so più che fare
Mi viene di cantare
O bella bionda, cos’hai fatto a quest’uomo
Che non sapeva, che sapeva amare

Ma dimmi quando arriverai
Son così teso e questo treno non arriva mai
Chissà che faccia che farai
Così felice e invornito non mi hai visto mai

Amore, quando arriverai ti canto una canzone
È nuova e certo non la sai
Chissà che faccia che farai
L’ho scritta adesso dentro questa stazione
Non ha ancora parole e più o meno fa così?

Sono seduto sopra una panchina
Qui fermo ad aspettare
C’è una biondina, sta viaggiando su un treno
Adesso è scesa e ho voglia di cantare

Scritto da Nico Donvito
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