Ora o mai più, Antonella Bucci: “Un’esperienza meravigliosa” – INTERVISTA

A tu per tu con una delle protagoniste della terza edizione di “Ora o mai più”. In attesa della finalissima, ecco cosa ci ha raccontato Antonella Bucci in questa nostra intervista
Siamo al rush finale della terza edizione di “Ora o mai più”: Antonella Bucci ci racconta in questa intervista le sue sensazioni alla vigilia dell’appuntamento in programma sabato 1° marzo in prima serata su Rai 1.
Nel corso delle prime sei puntate, l’artista si è esibita insieme al proprio coach Raf, sulle note di alcuni di alcuni dei suoi più grandi successi (“Due”, “Il battito animale”, “Inevitabile follia”, “Stai con me” e “Non è mai un errore”), ma ha dato prova del suo talento anche sulle note di “Halleluja”, “Ovunque sarai”, “La musica è finita” e altre ancora.
In attesa di sentirla cantare il suo inedito nel corso della serata finale, abbiamo incontrato Antonella Bucci per assaporare le sue sensazioni della vigilia.
Antonella Bucci racconta la sua esperienza a “Ora o mai più”, l’intervista
Come hai vissuto questa esperienza e con quale spirito l’hai affrontata?
«È un’esperienza sicuramente meravigliosa e che mi ha sorpreso in positivo, perché mi ha permesso di tirare fuori una forza caratteriale che non pensavo di avere. Spesso e volentieri, crediamo di essere più fragili di quello che in realtà siamo. La vita, poi, ti mette davanti a varie prove e in qualche modo devi dare il massimo. E francamente penso di essere riuscita a gestire bene emotivamente questa esperienza».
In che termini ha contato l’apporto come coach di Raf e come si è evoluto in queste settimane il vostro rapporto?
«Raffaele è una persona estremamente sensibile, siamo molto simili in questo. Il nostro rapporto si è evoluto nel corso delle settimane. C’è stata empatia e goliardia, ma anche di grandissima professionalità perché lui è un artista giustamente molto esigente, di conseguenza credo di aver imparato moltissimo dal suo esempio».
Raf è anche autore di canzoni meravigliose, sicuramente l’abbinamento con lui ti ha permesso di spaziare in un repertorio straordinario. In queste prime sei puntate, qual è l’esibizione di cui vai più fiera?
«Le sue canzoni sono tutte straordinarie, ma risponderei alla tua domanda citandoti un brano che non fa parte del suo repertorio. Mi riferisco al momento in cui abbiamo interpretato insieme “Hallelujah” di Leonard Cohen. Ci siamo ritrovati insieme tra le mani un brano da reinventare e da strutturare. Quindi è stata un po’ una doppia sfida e devo ammettere che ci è riuscita molto bene, perché eravamo entrambi coinvolti seppur in maniera diversa, così abbiamo tirato fuori la nostra creatività».
Durante la finalissima di Ora o mai più” canterai un nuovo inedito, cosa dobbiamo aspettarci dal pezzo che hai scelto di presentare?
«Il pezzo che ascolterete sarà sicuramente diverso da quello che siete abituati sentire da me. Non si tratta di un brano classico, bensì piuttosto orecchiabile e radiofonico. Il tema è legato a un momento della mia vita, non a caso si intitola “Sogni ribelli”. L’invito è quello di non abituarci alle convenzioni che ci vengono imposte dalla società, ma di ribellarci a un sistema che ci sta omologando sempre di più. Racconta la mia storia e di come la musica sia diventata sia fuoco che gioco allo stesso tempo, perché ti puoi bruciare, ma ti puoi anche divertire molto regalando qualcosa di molto intimo e di importante, coinvolgendo gli altri per fargli provare quello che senti tu. Questo anche a costo di ribellarti a una serie di convenzioni che non vanno Bene. Si tratta di un brano strutturato e molto radiofonico, ma anche ben centrato a livello di concetto».
Per concludere Antonella, quali sono gli aspetti che ti rendono più soddisfatta di questa esperienza e del tuo percorso in generale?
«L’aspetto che mi rende più orgogliosa è l’aver saputo usare la gentilezza anche nei momenti più provocatori, perché penso che il garbo sia la chiave del valore di ogni essere umano. La stessa cosa, purtroppo, non l’ho riscontrata soprattutto in alcuni commenti di alcuni coach, anzi di uno in particolare, perché poi alla fine tutti possiamo esprimere quello che pensiamo, ma la gentilezza è fondamentale nel veicolare qualsiasi opinione nei confronti di un’altra persona. Sono riuscita a non cadere nella provocazione, accettando le critiche con un tocco di eleganza».