Ora o mai più, Loredana Errore: “Felice di potermi rimettere in gioco” – INTERVISTA

A tu per tu con una protagonista della terza edizione di “Ora o mai più”. In attesa della finalissima, ecco cosa ci ha raccontato Loredana Errore in questa intervista
Siamo al rush finale della terza edizione di “Ora o mai più”: Loredana Errore ci racconta in questa intervista le sue sensazioni alla vigilia dell’appuntamento in programma sabato 1° marzo in prima serata su Rai 1.
Nel corso delle prime sei puntate, l’artista si è esibita insieme al propria coach Marco Masini, sulle note di alcuni di alcuni dei suoi più grandi successi (“T’innamorerai”, “Ci vorrebbe il mare”, “L’uomo volante”, “Perché lo fai”), ma ha dato prova del suo talento anche sulle note de “E la luna bussò”, “La notte”, “Sally”, “Le tasche piene di sassi” e altre ancora.
In attesa di sentirlo interpretare il suo inedito nel corso della serata finale, abbiamo raggiunto telefonicamente Loredana Errore per assaporare con lei le sensazioni della vigilia.
Loredana Errore racconta la sua esperienza a “Ora o mai più”, l’intervista
Come hai vissuto questa esperienza e con quale spirito l’hai affrontata?
«Sicuramente con lo spirito di ritornare dopo un po’ di tempo e, allo stesso tempo, dopo averlo desiderato tanto. Mi sono trovata coinvolta piacevolmente da tutto questo, quindi in queste settimane sono stata abbastanza in una bolla, ma felice di potermi rimettere in gioco».
In che termini ha contato l’apporto come coach di Marco Masini e come si è evoluto in queste settimane il vostro sodalizio artistico?
«Ma guarda, con lui è stato sicuramente un incontro favorevole e bellissimo. Marco ha dimostrato di voler metterci la faccia, di voler metterci impegno, portando comunque avanti le proprie idee, anche puntando su una mia inclinazione di frequenza e di tonalità, valorizzando ogni mia particolarità».
Il repertorio di Masini è sicuramente pieno zeppo di canzoni straordinarie. Di queste prime sei puntate, qual è l’esibizione di cui vai più fiera?
«Ce ne sono diverse e ognuna per un motivo differente, nel senso che se dovessi prendere in esempio la prima, che comunque è stata per me un po’ traumatica essendo molto emotiva, mi sarebbe piaciuto affrontarla con più tranquillità. Però, il fatto di non essermi fermata e di non essermi tirata indietro, mi fa sentire fiera di me stessa. Con Marco abbiamo lavorato molto e sono felice della crescita che c’è stata».
La vita è fatta di continue rinascite, come cantavi in un singolo di qualche anno fa che si intitola “100 vite”. In che fase del tuo percorso ti senti?
«Mi sento in una fase dove sto riprendendo la rincorsa con un po’ di timore che poco più avanti ci sia ancora il baratro. Nel senso che spero con tutto il mio cuore che ci sia un terreno su cui poter camminare dopo questa occasione, ma in caso sono pronta anche al contrario. Alla fine, penso che la consapevolezza debba essere il nostro più grande alleato. Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, solo così puoi veramente tentare di cambiare qualcosa».
Chiaramente oggi hai un altro tipo di maturità rispetto all’esperienza di Amici. In cosa credi di essere cambiata e in cosa ti senti uguale nel modo di affrontare il rapporto con le telecamere e con il giudizio degli altri?
«Ti dico la verità, con mia estrema sorpresa dopo quindici anni dall’esperienza di Amici, devo ammettere che la mia mente è rimasta la stessa. Per cui, credo di aver affrontato entrambe esperienze con lo stesso spirito, senza pensare a strategie, ma con l’intento di vivermi queste occasioni con estrema verità. E poi, altra cosa in comune, è che sento vicino il mio pubblico, che spero di raggiungerlo al più presto con dei concerti. In questi anni ho sentito vicine le persone che mi vogliono bene, le stesse che mi hanno sempre regalato tanto. Oggi, alla soglia dei quarant’anni, voglio iniziare in maniera proficua a restituire veramente tutto l’affetto ricevuto».
Durante la finalissima di Ora o mai più” canterai un nuovo inedito, cosa dobbiamo aspettarci dal pezzo che hai scelto di presentare?
«Intanto non sono io l’autrice, ma sono un interprete: gli autori sono Giuseppe Anastati e Marco Collavecchio. Ho avuto questa piacevolissima occasione di trovarmi ad ascoltare questo brano e sinceramente ne sono rimasta molto affascinata. Racconta dell’esigenza di un abbraccio che, ad oggi, resta l’esigenza più vera e carnale che si possa immaginare, in termini di forza primordiale ed energia primitiva. Da un punto di vista tecnico, penso che sia un brano che si avvicina molto alla contemporaneità, all’attuale modo di far musica. Se vogliamo si avvicina anche un po’ di più a “100 vite” che citavi poco fa».
Per concludere, quali sono gli aspetti che ti rendono più orgogliosa di questa esperienza e del tuo percorso in generale?
«Guarda, molto semplicemente sono orgogliosa della mia verità e della mia onestà intellettuale. Di sicuro non dico mai qualcosa che non sento o che non penso. Forse a volte potrei dire qualcosa in più, ma ci sto lavorando. Trovo che sia meglio dire qualcosa in meno piuttosto che magari dire qualcosa in più sbagliando. Quello che mi riempie di gioia, comunque, è non aver tradito me stessa, nonostante io debba confrontarmi con il parere di altri. Ho capito che calarsi in questa parte di esecutrice non vuol dire tradire il proprio modo di cantare, bensì mettersi al servizio di un qualcosa per il bene del risultato finale».