A tu per tu con Ottobre per parlare dell’EP “Gomme da masticare”. La nostra intervista alla giovane cantautrice rock
È fuori da venerdì 8 novembre “Gomme da masticare“ (Thamsanqa/The Orchard), l’EP di debutto di Ottobre, cantautrice rock dall’immaginario intenso e ruvido nelle emozioni più crude e genuine. Il progetto rappresenta l’inizio del percorso dell’artista, delineando il suo sound potente e profondamente emotivo, costantemente in bilico tra rock e pop, in una costante lotta con se stessa. ottobre intervista
L’Ep (asportabile qui) è ricco di storie autentiche e arriva dritto come pugno allo stomaco: fa male, ma proprio per questo risuona vero e indimenticabile, come un masticare nervoso per sfuggire al senso di smarrimento. Le sei canzoni che compongo il progetto sono appiccicose, si impastano in bocca come chewing gum e anche se sono piene di zucchero, alla fine diventano amare e ti viene voglia di sputarle.
Un’esplorazione cruda e senza filtri delle emozioni più profonde, l’artista arriva dritta al cuore catturando un senso di solitudine e rabbia. Ogni traccia è un viaggio dove Ottobre afferma sé stessa e le proprie idee. I brani evocano immagini palpabili, trasmesse attraverso rumori distorti, riff graffianti, batteria potente e una voce che, seppur tormentata, non perde mai di potenza.
L’8 novembre è uscito il tuo EP di debutto, “Gomme da masticare”. Cosa rappresenta per te questo biglietto da visita musicale?
«È il vestito più bello che ho che mi sono messa addosso per uscire a fare festa, per farmi guardare da tutti, e pure se non vi piace adesso vi tocca guardarlo lo stesso. E tanto alla fine fidatevi, che poi vi piacerà».
A cosa si deve la scelta del titolo e come si collega ai temi trattati nel progetto?
«L’ho chiamato “Gomme da masticare” perché è fatto di canzoni che mi si erano appicciate addosso, le avevo masticate per troppo tempo, ormai non sentivo più lo zucchero in bocca, e quindi ho deciso di sputarle».
Quali sono le sensazioni che speri il tuo pubblico provi ascoltando queste canzoni?
«Distruggetevi amici, in tutti i sensi, è musica fatta per urlare liberi e piangere liberi. Pure saltare non guasta».
Se dovessi scegliere una traccia che rappresenta meglio questo lavoro, la cosiddetta focus track, quale sarebbe e perché?
«Io sono affezionata a “pugnale” perché per me rappresenta l’inizio di tutto. Romanticamente per me è la metafora di tutto ciò che ha dato vita a questo EP e ad “Ottobre” stessa. Focus del disco, però, “un’altra idea di merda”, perché all’inizio ci vuole sempre un’idea di merda per arrivare a fare la scelta giusta».
Che tipo di lavoro c’è stato dietro la ricerca del sound dell’EP?
«Io ho sempre avuto voglia di fare una roba tutta suonata, una cosa organica, potente. Ho pensato, ma tipo quanto è bello quando sei sotto la doccia e canti a squarciagola quei pezzi che ti porti dentro dall’infanzia, come Avril Lavigne, i Blink e altri. E poi mi sono detta: ma io lo voglio fare uguale, nel mio disco e sul palco. E ho fatto così».
Quali ascolti e quali artisti hanno accompagnato e ispirato la tua crescita?
«Sono cresciuta con i Paramore, mi hanno accompagnata per tutta la mia adolescenza e mi sono sempre rimasti dentro. Ho sempre avuto di tutto nelle orecchie, dal pop, al rock, all’indie, all’alternative, se una roba mi piace, mi piace a prescindere dal suo genere. Tra gli artisti più recenti ci metto sicuramente Billie Eilish e soprattutto Olivia Rodrigo».
Per concludere, qual è l’insegnamento più importante che senti di aver ricevuto dalla musica finora?
«Io dico sempre che la musica per me è croce e delizia, e anche per questo ho capito che non si può mai smettere di fare qualcosa che continua in qualche modo a cercarti anche quando tu ti rendi sordo».
Nico Donvito
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