Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in radio
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PARLI DI ME – Bresh e Rkomi
Nuovamente Rkomi in un singolo destinato alla rotazione radiofonica. A sceglierlo, stavolta, è il buon Bresh che già in solitaria aveva dimostrato di sapersi prendere i propri spazi. Anche in questo caso la produzione di Shune si rivela ispirata riuscendo a trovare una dimensione facilmente assimilabile al nuovo pop-rap da classifica pur senza rinunciare alle venature più tipicamente soft-trap. L’intervento di Rkomi si rivela poco essenziale ai fini della funzionalità del pezzo in sè ma di certo male non fa. VOTO: 7-
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RICHMAN – Chiara Grispo
Suona leggera e disinvolta la giovane Chiara Grispo che mantiene quella sua leggerezza innata anche in questo pezzo sia attraverso la sua timbrica sofficissima che il pezzo stesso che, di fatto, non ci pensa nemmeno ad andare verso una qualche evoluzione a livello di dinamica. A convincere meno è soprattutto la vocalità della nostra che, seppur sempre precisa e dolce, continua ad apparire fin troppo fanciullesca e poco caratterizzata per riuscire a rimanere in testa ad un ascoltatore qualsiasi. Il brano, poi, non è nulla di speciale e, anzi, risente di una scrittura testuale poco convincente. VOTO: 5
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SIGNORE DEL BOSCO – Dardust e Massimo Pericolo
La musica è firmata da Dardust, come la produzione, ma la parte testuale è tutta opera della voce di Massimo Pericolo. I due mondi si uniscono con capacità per introdurre il nuovo progetto discografico dell’autore e producer marchigiano che dopo tanti successi continua a sperimentare e a guardare altrove rispetto al pop più rassicurante da cui proviene. La fusione tra i due mondi musicali funziona e si dota di un ritornello funzionale che non sarebbe sorprendente scoprire canticchiato con facilità fin dai primi ascolti. D’altronde è questa la migliore qualità delle produzioni di Dardust… VOTO: 6.5
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NON MI FA DORMIRE – Deddy e Caffellatte
Deddy prova a smarcarsi dalla propria dimensione pop-tradizionale guardando al mondo dell’indie con questo duetto che chiama in causa una ancora poco conosciuta realtà come Caffellatte. L’ospite di questo pezzo dispone di una bella voce calda e sensuale che ben s’inserisce sul brano e alla timbrica giovane e pulita dell’ex-Amici che si rivela ancora alla ricerca della propria precisa identità musicale, artistica e vocale. Il brano non riesce del tutto a smarcarsi dal confine del pop romantico dedicato all’amore e si dota di un ritornello che, malgrado ricerchi l’orecchiabilità sfruttando rime prevedibili, non convince fino in fondo. VOTO. 6-
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ECLISSI – Gemitaiz e Neffa
Gemitaiz si avvicina al proprio nuovo album d’inediti scegliendo la voce e la penna di Neffa come compagno per il proprio primo singolo. Di certo Neffa non è nuovo a questo tipo di collaborazioni e contaminazioni e, anche in questo caso, riesce ad integrarsi perfettamente alla natura del pezzo. Le due voci condividono una timbrica che si completa a vicenda e che ben si sposa a quella del reciproco compagno. Manca, forse, l’esplosione definitiva del ritornello per renderlo più “pop” ma è già sufficientemente accessibile anche così. VOTO: 6
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FORTUNA – Ghali
E’ un Ghali che intende sperimentare e andare alla ricerca di nuove soluzioni (soprattutto sonore) per il proprio percorso artistico. Questo primo nuovo singolo tratto dal nuovo album di prossima pubblicazione andrà benissimo nella dimensione radiofonica ma lascerà perlomeno perplessi quei fan che l’hanno amato e conosciuto come uno tra i primi rappresentanti mainstream della trap italiana. Qui di trap rimane gran poco se non qualche distorsione vocale che, però, viene totalmente assimilata da quell’ambientazione anni ’80 che i sintetizzatori creano insieme alle tastiere. E’ un Ghali nuovo per il quale occorrerà un certo tempo di assimilazione. VOTO: 6.5
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BRICIOLE – Ginevra
Frenetik&Orang3 producono questo nuovo singolo di una sempre camaleontica Ginevra che già da qualche tempo si presenta come una delle nuove proposte femminili più interessanti del nostro panorama. In questo brano, forse per la prima volta, il suo talento riesce positivamente a realizzare un compromesso vincente tra uno scrivere figurativo, un interpretare istrionico e soffuso ed un suonare comunque accessibile e pop. Il risultato è un bel pezzo che usa una voce delicatissima ma, contemporaneamente, anche potente, un sound pulito ed essenziale ed insieme complesso, ricco e sporcato anche dall’elettronica. Una scoperta da tenere definitivamente d’occhio. VOTO: 7.5
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PANICO – Lazza
Producono Takagi & Ketra questo singolo che, di fatto, segna il ritorno al rap della coppia di producer dopo una lunga “frequentazione” con suoni ed artisti più pop. Lazza, però, compie un passo deciso verso il mondo della coppia produttiva lasciandosi andare ad un cantato più impegnato e ad un ritornello maggiormente accessibile alla grande platea nazionalpopolare. Manca il vero graffio caratterizzante di Takagi e Ketra nella produzione ma il pezzo si lascia ascoltare con gradevolezza. VOTO: 6/7
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L’ECCEZIONE – Madame
Madame torna a proporsi con questo nuovo inedito confezionato per Netflix e la sua nuova serie TV. La partenza è soft per raccontare le paure che s’impossessano di ciascuno quando nasce un nuovo amore con tutte le relative incognite del caso. A stupire, in questa nuova uscita dell’artista vicentina, è un arrangiamento particolarmente retrò che richiama alcuni dei sapori tipici del finire degli anni ’50 e degli anni ’60 che ben risaltano con la voce di Madame. Voce che in quest’occasione si concede più di sempre allo sforzo del cantato naturale rinunciando un po’ anche a quelle vibrazioni distorte che ne offuscavano la timbrica. Un singolo spiazzante ma positivamente sorprendente. VOTO: 7
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LE RIME (GARA TRA 507 PAROLE) – Rancore
E’ un ritorno atteso quello di Rancore che, nel mondo del rap-cantautorato italiano, ha dimostrato di occupare un posto d’onore nella graduatoria della qualità testuale. In questo nuovo episodio della sua produzione l’artista romano sceglie di giocare con parole e numeri inserendo di tanto in tanto, all’interno del testo, il numero esatto della parola pronunciata fino ad arrivare alla conclusiva 507. Oltre a questo artifizio retorico il brano si distingue, però, per un ritornello che si rivela orecchiabile e piacevole all’ascolto ma anche per una testualità sempre pensata e mai scontata nel proprio filone narrativo. VOTO: 7
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L’AMORE – Sonohra
Il brano che vinse il Festival di Sanremo nel 2008 tra i giovani viene qui ricantato senza cambiarne eccessivamente i connotati. Il duo veronese, in effetti, ha in programma la ripubblicazione dell’album di allora con le voci di oggi e, in quest’ottica, ben s’intende la volontà di non andare a stravolgere la versione originale di un pezzo che, già di per sè, funzionava benissimo. Ecco che rispetto ad allora si aggiungono soltanto colori vocali più intensi e timbriche meno fanciullesche che, di fatto, permettono alla canzone di spogliarsi di quell’aurea teen per adottare una forma più adulta e credibile. Nell’orbita di un progetto-nostalgia per quel tipo di pop può funzionare benissimo come operazione. VOTO: 8
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BLACKOUT – The Kolors
Continuano ostinatamente a guardare agli anni ’80 Stash e compagni che, di fatto, non cambiano pelle da fin troppo tempo non capendo che, forse, la musica italiana già da qualche tempo ha smesso di guardare con così tanta insistenza al decennio delle tastiere, dei sintetizzatori e delle doppie voci. Come tutte le ultime precedenti uscite i The Kolors tornano ad usare chitarre d’ispirazione funky ed un ritornello che spinge sull’effetto orecchiabilità per riuscire a funzionare soprattutto nella dimensione radiofonica. Il funzionare è assicurato ma viene da chiedersi quando, finalmente, anche i The Kolors capiranno l’esigenza di mostrarsi anche differentemente. VOTO: 6+
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CARO FOTTUTISSIMO AMICO – The Zen Circus e Motta
L’esordio è su di un delicatissimo arpeggio di chitarra per introdurre nel migliore dei modi due voci intense e profonde come quelle di Andrea Appino e di Motta. Ad unirsi in questo brano, però, non sono soltanto le due ugole ma soprattutto le due penne ed i due intenti. L’ingresso di Motta avviene su di un’aurea amplificata che, forse, non fa rendere al meglio la sua timbrica ma che contribuisce ad aprire l’arrangiamento verso un’orchestrazione ad archi che, di fatto, si rivela necessaria per dare alla canzone la giusta dinamica. Il pezzo, poi, prosegue per quasi 12 minuti. Così tanto che arrivare alla conclusione appare un’impresa. VOTO: 6
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Ilario Luisetto
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