domenica 8 Settembre 2024

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Pagelle Nuovi Singoli: Annalisa centra il nuovo tormentone, Aiello torna in sottrazione

Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in radio

  • ASPETTIAMO MATTINA – Aiello

Il ritorno di Aiello avviene per mezzo di una mezza ballata che (stranamente) sceglie l’apertura su di una corda piuttosto che su di un tasto di pianoforte. Poi il pezzo si apre ritmicamente con le voci che si sovrappongono e riempiono la dinamica di una canzone che aveva bisogno esattamente di questo. Alla produzione di Brail va dato il merito di aver saputo proporre una chiave di lettura alternativa di uno schema compositivo che nelle sue ultime uscite non era più riuscito a stupire. Aiello non esplode saggiamente nell’inciso ma rimane al servizio di una canzone che si completa da sola. In ripresa. VOTO: 6.5

  • MON AMOUR – Annalisa

C’è l’introduzione di Stefano Tognini (Zef) nella squadra autorale e produttiva consolidata di Annalisa. Per il post-“Bellissima” la scelta è quella di battere ancora il territorio del dancefloor sfruttando elettronica ed un inciso dalle parole incrociate che sappiano farsi canticchiare con facilità. Annalisa canta con la sua abituale limpidezza vocale la storia di un amore senza regole in cui lei bacia lui, lei e persino me. Nelle piattaforme funziona già alla grande testimoniando l’apprezzamento del pubblico giovane per quest’immagine di una Annalisa sempre più disimpegnata, sciolta e dance. Il pezzo a questo aspira. VOTO: 7+

  • DELINCUENTE – Boro Boro e Elettra Lamborghini

Appena 2 minuti e quindici per questa collaborazione che apre con largo anticipo il periodo dei brani dal sapore latin-estivo. La produzione di JVLI porta il brano a guardare anche ad una commistione elettronica più approfondita di quello che solitamente avviene nei brani di questo genere. Il tratto che convince meno del pezzo, però, è l’apertura molto soft dell’inciso affidato ad Elettra Lamborghini che rimane troppo morbido rispetto all’esplosione che ci si poteva aspettare prima della ripetizione del beat conclusivo che giustifica da solo ampiamente la scelta del titolo. VOTO: 4

  • ADRENALINA – Fred de Palma

Ha molti richiami dell’ultimo successo sanremese di Olly questa nuova produzione di JVLI che torna a lavorare con Fred de Palma dopo qualche esperienza passata finita dentro ai dischi ma mai in rotazione radiofonica. In effetti la scelta produttiva richiama molto quella di quella ‘Polvere’ portata a Sanremo 2023 da Olly se non fosse per una distorsione ancor più accentuata sia sul piano vocale che su quello strumentale. Il pezzo di per sé funziona e si rivela orecchiabile come era, evidentemente, nei desideri di partenza. VOTO: 6.5

  • MOONDRONE – Giovanni Truppi

Si apre con un cantato dilatato per poi evolversi in un recitare su una base distorta questa nuova composizione di Giovanni Truppi che, oggettivamente, ha poco dello spirito radiofonico necessario. La forma canzone può essere interessante da comprendere ed analizzare ma, ciò che è certo, è che anche per un cantautore raffinato come Giovanni Truppi questo passo è, forse, eccessivo nella costruzione di un repertorio che mantenga alto lo spirito qualitativo pur senza dimenticare la possibilità di saper guardare a molti se non a tutti. VOTO: 5

  • MI HAI CAPITO O NO? – Guè

Promosso (volontariamente o no non ci è dato per ora saperlo) da un “incidente” hot su Instagram, questo nuovo singolo radiofonico di Guè arriva in rappresentanza dell’ultimo album d’inediti (Madreperla) lavorato e pubblicato dal rapper con la collaborazione di Bassi Maestro che ne ha curato la produzione. L’inciso cantato con un sapore quasi blues non sfrutta una voce solista nota per creare il facile duetto che tanto funziona ancora nel mondo del pop-rap ma avrebbe potuto farlo senza nemmeno troppa immaginazione preferendolo alla scelta di una sovrapposizione di voci non specificato. VOTO: 6

  • FIORI SU MARTE – Le Deva

Alla prima pubblicazione in tre voci dopo l’uscita dal gruppo di Laura Bono, la formazione de Le Deva continua a guardare alla direzione di un pop contemporaneo proposto, però, con la giusta qualità vocale che viene, giustamente, messa in prima linea. Le tre ragazze cantano sempre con una qualità canora indiscutibile ed il brano questa volta ne mette giustamente in evidenza le caratteristiche dando loro modo di crescere e svilupparsi lungo il corso delle note. Un bel pezzo, apprezzabile da chi dalla musica richiede ancora un canto di qualità. VOTO: 7

  • HAPPY – Lorenzo Fragola e Mameli

Continua a rinnovarsi, brano dopo brano, la collaborazione musicale tra Lorenzo Fragola e Mameli. I due artisti siciliani devono ancora trovare il pezzo della loro consacrazione come coppia ma continuano a battere il terreno di un pop leggero mischiato ad uno scrivere che fu indie e condizionato da una dimensione sonora ricca che quasi vada a porsi in antitesi alle difficoltà relazionali e sentimentali che si raccontano in un testo che affronta anche il tema degli errori e della solitudine interiore. Hanno, di fatto, costruito il loro DNA musicale comune e continuano a proporlo con la convinzione di chi crede in ciò che scrive. VOTO: 6

  • ADAMO ED EVA – Luigi Strangis

Rimane a metà tra una destinazione rock ed una componente più pop spiegabile maggiormente con ragioni di percorso più che per aderenza stilistica. Il suono questa volta guarda con più decisione all’immagine rock ma il ritornello continua ad andare alla ricerca di quella facilità di ascolto da cui Luigi è ancora dipendente come del rispetto di altri criteri di scrittura obbligati per il mainstream di oggi. Convince, tuttavia, di più in questo genere di suoni di quando non si imponga di voler risuonare più semplice di quanto in realtà non sia. VOTO: 6+

  • COCA ZERO – Pinguini Tattici Nucleari

I Pinguini Tattici Nucleari per la primavera si giocano un nuovo singolo radiofonico non pescando, però, dal loro ultimo album ‘Fake news’ ma da un serbatoio d’inediti. Il tema portante è la sovversione delle regole non scritte in rappresentazione di una nuova libertà tematica e sociale. Il tutto viene trasmesso per mezzo di una produzione quanto mai insolita per quello che è il repertorio tipico della band bergamasca: tanta elettronica e distorsioni che quasi si pongono in contrapposizione con il cantato lineare e senza troppi sussulti dinamici portato avanti da Riccardo Zanotti. Non è il genere di brano che ci si aspettava di ascoltare e ad ora è difficile capire se il pubblico potrà o meno seguire questa svolta. VOTO: 5.5

  • NON LITIGHIAMO PIU’ – Rocco Hunt

Cambia team di lavoro Rocco Hunt che lascia da parte, almeno per l’occasione, Federica Abbate e co-scrive con Davide Simonetta e Paolo Antonacci. Il risultato, ad ogni modo, non si distanzia troppo dai brani più mainstream che siamo soliti ascoltare da qualche anno dal cantante partenopeo. Una chitarra acustica accompagna l’apertura dell’inciso che gioca sul rimario con “-issimi”. E proprio su questo si costruisce il percorso di destinazione del pezzo che gioca sulla volontà di voler suonare leggero e disimpegnato per una stagione primaverile che accompagni a quella dell’atteso tormentone estivo. VOTO: 6=

  • QUESTO VENTO – Ron e Leo Gassmann

Scritto e cantato insieme questo pezzo è l’unico duetto presente nell’ultimo (bel) disco di Ron, “Sono un figlio”. Due generazioni diverse anagraficamente e musicalmente entrano in contatto per mezzo di un pezzo che sfrutta, giustamente, lo scrivere senza tempo di cui Ron è dotato da sempre ma anche il cantato soffiato di un Leo Gassmann che si adatta meglio a questo genere di canzoni che a quelle troppo contemporanee nelle intenzioni e nei suoni. Il tutto pur non risparmiandosi un intermezzo finale che introduce una cadenza più sostenuta. La coppia, in effetti, funziona con capacità rendendo la canzone un bel ascoltare. VOTO: 6/7

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.