Tutte le recensioni dei nuovi singoli radiofonici
- LA TUA CANZONE – Coez
Arriva da due singoli azzeccatissimi e da un disco che pur raccogliendo buoni risultati non è, per ora, riuscito a replicare il successo del precedente in termini assoluti. Silvano Albanese per questo nuovo estratto che accompagnerà anche il suo nuovo tour nei palazzetti italiani sceglie un pezzo che lo riporta sensibilmente dentro il mondo dell’indie italiano affiancandolo, forse anche esageratamente, a Calcutta in quanto intenzione, musicalità e timbrica. La canzone si rivela funzionale anche se non è la miglior cosa mai sentita dalla sua penna. VOTO: 6-
- PER ME – Fabrizio Moro
Fabrizio Moro tira fuori come terzo singolo del suo ultimo album una canzone alla Moro: c’è la chitarra acustica che accompagna l’intero arrangiamento, c’è la voglia rivalsa in una vita che scorre e c’è un cantato che sposa sia il parlato incessante che una linea melodica decisamente più distesa. Tradizionale e, forse, per questo poco sorprendente anche se nel finale entra in gioco un sax che non ci aspetta e che sconvolge all’ultimo momento utile le carte creando un lungo momento di assolo musicale che fa piacere sentire nell’epoca in cui la musica è dominata dal non-suono. Dispiace il continuo utilizzo delle doppie voci che appiattiscono il tutto e tolgono a Moro quella sua irruenza vocale che ben avrebbe figurato un brano comunque deciso e sfrontato come questo. VOTO: 6+
- STRINGIMI PIU’ FORTE – Giordana Angi
E’ un ritorno più soft e tradizionale di quanto forse ci si poteva aspettare da una penna così raffinata e profonda come quella di Giordana che nel suo primo album aveva portato, senza mezze misure, tematiche importanti all’attenzione del pubblico pop e più più giovane. Stavolta il tema è quello dell’amore vero, quello che non è mai abbastanza vicino, quello che corrisponde al valore assoluto della felicità. La marcia in più viene data, però, da una timbrica vocale sempre viscerale e avvolgente nel suo graffio appena accennato, da un arrangiamento capace di dimostrarsi fedele al pop-rock italiano inserendo comunque elementi urban e contemporanei e da quel sentore di essere di fronte ad una bella ballata pop dedicata esclusivamente all’amore come da tempo non avveniva. Sentite in lontananza echi di Tiziano Ferro? Tutto normale dato che lei ora scrive anche per lui e, speriamo, ce lo riporti agli antichi splendori in cui raccontava con sofferenza il più alto dei sentimenti dell’uomo. VOTO: 7.5
- BARRIO – Mahmood
E’ il brano più difficile della sua carriera, quello su cui pesano le aspettative più alte e la pressione più significativamente sensibile. Per cercare una riconferma Mahmood cerca di cambiare terreno di gioco e si lancia in atmosfere profondamente latine e spagnoleggianti pur dedicandosi anche questa volta alle tematiche della periferia e ad un racconto sempre coniugato al passato nei ricordi delle immagini evocate. Musicalmente la produzione di Charlie Charles e Dardust risulta come sempre ispirata ed estremamente contemporanea, la voce di Alessandro è sublime ma manca ancora qualcosa perchè il brano possa davvero conquistare e diventare il prossimo tormentone autunnale. Vedremo le reazioni del pubblico… VOTO: 6.5
- ANCHE QUANDO PIOVE – Mameli e Alex Britti
L’accoppiata stupisce se si considera che Mameli è uno dei nuovi esponenti della contemporaneità musicale e Britti, invece, continua tutt’ora a portare in alto la musica suonata. Poi ci si ricorda che i due si sono conosciuti in quel di Amici di Maria de Filippi e che il gusto per gli anni ’80 accomuna, in qualche modo, entrambi. Il loro mix è azzeccato anche se Britti si limita a qualche barra sul finale recuperando quel cantato che ha caratterizzato più i suoi esordi che le sue ultime realizzazioni. Le cose migliori, però, arrivano, invece, dal giovane cantautore siciliano che tira fuori un gran bel ritornello melodico e romantico dimostrandosi davvero centrato anche nel cantato che qui si fa meno sovrastrutturato e più incisivo. VOTO: 7++
- QUELLI COME ME – Modà
E’ un brano ispirato quello che i Modà propongono per il proprio autunno musicale e, soprattutto, per il lancio del loro prossimo album d’inediti che, a quanto sentito finora, non sembra voler riservare troppe sorprese sul piano musicale rispetto alla consolidata tradizione autorale. Stavolta Kekko concepisce un brano profondamente suonato (il che è un bene in questi tempi di campionamenti vari) che esalta l’aspetto band che, fino a prova contraria, i Modà devono preservare. Il testo per una volta affronta l’amore soltanto in secondo piano e si dedica, piuttosto, a sè stessi. Suona un po’ come rimando ad alcuni altri episodi della musica italiana che hanno riflettuto sul proprio io ma alla fine la canzone ha il suo perchè e soprattutto non è un copia-incolla di un altro brano targato Modà come spesso accadeva negli ultimi tempi per le proposte del gruppo milanese. VOTO: 7
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Ilario Luisetto
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