giovedì 21 Novembre 2024

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Pagelle nuovi singoli: Inoki e Noemi piacciono insieme, Alberto Urso cerca nuove strade

Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in rotazione radiofonica

  • AMARSI E’ UN MIRACOLO – Alberto Urso

Alberto torna sulle scene con questo singolo che si potrebbe descrivere con la volontà di mettere tanti elementi in una ricetta a tratti, forse, fin troppo confusa. C’è la scrittura romantica e sognante dello stesso Urso che trova quella più sentimentale di Daniele Coro e Daniele Mancino. A stupire, però, è soprattutto l’utilizzo dello strumento vocale che, oltre alla consueta modulazione potente ed incisiva d’impostazione lirica, presenta un’inedito utilizzo di un mezzo falsetto che s’incarica delle strofe. Il brano riesce a risultare credibile appunto per la duttilità vocale che mette in mostra e che, indiscutibilmente, risulta oggettivamente degna di nota e di plauso. Lascia, invece, qualche dubbio la scrittura testuale piuttosto approssimativa e banale e la sensazione di essere di fronte ad un pezzo che non ha ancora deciso che strada intraprendere. VOTO: 6

  • FINCHE’ LE STELLE NON BRILLANO – B3N

Alla sua prima prova da solista (e da cantante) l’ex Benji & Fede prova a sviluppare una propria ricetta musicale che sappia coinvolgere i diversi aspetti della musicalità pop. E’ un pop più vicino a quello della passata generazione piuttosto che alle scelte attuali che, soprattutto a livello musicale, si concentrano su di un utilizzo di contaminazioni urbane e sintetiche che, qui, poco vengono avvertite. La vocalità del ragazzo non è, poi, così male anche se non si caratterizza per qualche particolarità o unicità che possano conferirgli riconoscibilità. Il brano, in sè, risulta godibile all’ascolto anche se fin troppo adolescenziale nelle tematiche e nella costruzione di una forma-canzone fin troppo facile da fischiettare. Un po’ superato, un po’ troppo acerbo. VOTO: 5

  • MAL D’AMORE – Claudio Baglioni

Continua così il percorso narrativo del cantautore romano a proposito di amore e sentimento. Ed il risultato è sufficientemente sovrapponibile a quello che si era registrato anche dai precedenti passaggi radiofonici registrati nelle ultime settimane. Claudio si dota di un’orchestrazione importante che sfrutta tutte le diverse sfumature che una sinfonica può contribuire a creare per sostenere i sali e scendi più tipici della scrittura pop emozionale. Le tematiche sono quelle che vogliono andare a concentrarsi sul racconto del sentimento attraverso le immagini di un tempo andato che ha portato con sè anche tutti i più bei ricordi derivati dalla condivisione dell’amore comune. Fedele a se stesso. VOTO: 6.5

  • IL CORAGGIO DI VINCERE – Dodi Battaglia

Anche Dodi si butta nella mischia e, quindi, non disattende la profezia che voleva gli ex-Pooh singolarmente impegnati ancor più di quanto facevano insieme. Il problema, però, in questo caso è risultato che risulta essere troppo poco al passo con i tempi e decisamente troppo calato in un passato glorioso che, però, non è più adattabile all’oggi. Dodi ci prova ma incappa in un testo troppo prevedibile ed una forma-canzone superata in tutto e per tutto. Può essere piacevole ascoltarlo una volta ma, poi, non ci si torna sopra nemmeno per sbaglio. VOTO: 5

  • SE NON FOSSE – Federica Abbate

Dopo le fortune estive e l’approdo ad un autunno/inverno ricco ed impegnativo dal punto di vista autoriale, Federica si concede anche un ritorno in prima linea per un singolo che, oltre alla propria firma, porti anche la propria voce. E forse per la prima volta la ricetta adottata pare quella giusta per funzionare nel modo migliore e sconfiggere quella sensazione avuta finora che un’ottima penna non sempre sia anche un’ottima interprete delle proprie note. Ad aiutare, questa volta, è soprattutto la costruzione musicale che sfrutta sapientemente un arrangiamento arguto ed attento che si avvale dell’apporto di ritmica, tastiere e sintetizzatori per creare un’alchimia che funziona e ben si adatta anche alla timbrica vocale di Federica. Magari potrebbe essere un punto da cui partire. VOTO: 7+

  • ISPIRAZIONE – Inoki e Noemi

Coppia inconsueta con un lui che non è mai stato troppo avvezzo alla condivisione con il mondo pop ed una lei che, invece, già da qualche tempo sembrava essersi riparata in un mondo musicale più proibitivo ed elevato. Insieme, però, funzionano e riescono a creare un mix interessante che, pur adottando la più tradizionale delle strutture di questo genere di brani, riesce a ricercare forme espressive nuove. Noemi si concede ampiamente quello spazio arioso che possa permetterle di esprimere una timbrica importante, Inoki, invece, si gioca tutte le proprie carte nelle rime. Insieme la sensazione che riescono a creare è quella di calma grazie ad un inciso che non spinge mai troppo sull’acceleratore e ad un mood che si mantiene misurato e gradevole. Un bell’accostamento anche a livello di sonorità per sconfiggere l’ormai abusatissima contaminazione pop-rap. VOTO: 7.5

  • C’E’ BISOGNO DI CREDERE – Massimo di Cataldo

E’ un pezzo “alla Massimo di Cataldo” in tutto e per tutto e per questo piacerà a chi questo bravo cantautore è sempre piaciuto nella propria espressione musicale. Potrebbe piacere, però, anche a chi dalla musica si aspetta anche un ritorno al sentimento, al racconto romantico, alla musica leggera nel vero senso della parola vedendo tornare in auge un certo tipo di scrittura orchestrale e di utilizzo della vocalità. Massimo ci mette dentro il suo solito racconto d’amore tra continui riferimenti a chi ha “bisogno di ricevere tutto l’amore che c’è”. Ne esce un brano che emoziona e che commuove se quello di cui avete bisogno è di lasciarvi andare sulle ali di una bella canzone italiana d’amore che se ne frega dei sintetizzatori e delle immagini acchiappa-stream del mondo indie d’oggi. VOTO: 7.5

  • SOLI – Mecna, Ghemon e Ginevra

Trittico tutto inedito che mette insieme le singole capacità per esaltare un brano ben scritto, ancora meglio prodotto e saggiamente capace di risultare come un convincente crossover di generi ed intenzioni. Se la produzione di Zef suona credibile e perfettamente assimilabile all’oggi anche internazionale, Ghemon fa la voce grossa mettendo in scena tutta la sua unicità timbrica che, indiscutibilmente, nobilita l’intero brano anche se il suo intervento è minoritario nella struttura del brano. Ginevra gode di un buon timbro soffiato che si fa distinguere e che, nell’opposizione alle doppie voci, si fa gradevole all’ascolto. Un bell’incontro musicale. VOTO: 7

  • COSI’ FORTE – Michelangelo

L’ex ‘Amici’ divenuto noto soprattutto su TikTok tira fuori un nuovo singolo che sfrutta quella dimensione intima, sofferente e cantautorale che, per certi aspetti, richiama la scrittura pop tipica degli anni ’90 e 2000. A disturbare nel bilancio finale è, però, un’eccessiva precostruzione vocale che rende la timbrica eccessivamente impostata ed imbalsamata in delle note bassissime e in una dinamica troppo statica. Anche l’interpretazione restituisce l’idea di un’eccessiva teatralità che, coniugata ad un testo un po’ troppo ricco di superlativi ed “esagerazioni”, da sempre la sensazione del troppo. VOTO: 5-

  • AGGIO PERZO ‘O SUONNO – Neffa e Coez

E’ un ritorno attesissimo dato che Neffa è indiscutibilmente uno degli esponenti più originale della scena musicale italiana. A distanza di sei anni dalla sua ultima comparsata discografica il cantautore di Scafati torna sulla scena con questo brano dove si avvalla della collaborazione di Coez che, finalmente, torna a concedersi anche qualche barra rap pur rimanendo disteso melodicamente su di un andamento piuttosto soft. Più cantato, invece, è l’intervento di Neffa che guarda unicamente verso il dialetto napoletano ma che, grazie ad un testo piuttosto ripetitivo, risulta comunque facilmente accessibile al largo pubblico sfruttando il rinascere dei localismi in musica. Una bella accoppiata su di un brano che, pur non facendo i fuochi d’artificio, si rivela ben costruito e, soprattutto, non “urlato” sia nel verso senso del termine che della volontà di farsi notare sfruttando le logiche attuali. VOTO: 7

  • LASCIAMI STARE – Renzo Rubino

Un brano difficile tanto nella sua costruzione quanto nella sua ricezione. Rubino d’altronde ha sempre avuto a disposizione queste cartucce nel proprio mazzo ma questa volta, forse, le esprime come non mai incontrando una canzone che vive di continui stravolgimenti e repentini cambi di mondo. A catturare l’attenzione di primo impatto è un utilizzo soave degli strumenti a fiato che da tanto non sentivamo utilizzati in una canzone popolare ma che qui vengono arrangiati con maestria e capacità risultando ben calati nel contesto generale. Certamente non è una canzone di quelle che si fischietta sotto la doccia ma, calata in uno spettacolo narrativamente sviluppato, ha le sue possibilità di farsi notare. VOTO: 7

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.