Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli radiofonici
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6 PM – Aka 7even
Messe da parte le tinte estive, l’ultima scoperta di ‘Amici di Maria de Filippi’ torna ad adottare un mood più intimista, delicato e pop. Lo fa tirando fuori un brano dedicato ad un amore a cui “a volte ti penso”. Aka 7even ha una buona vocalità e nel cantato non ha particolari problemi. In questo caso ricerca addirittura delle vette non indifferenti e dei crescendo impegnativi che sicuramente ne diversificano la struttura dinamica dell’arrangiamento vocale impreziosendo il pezzo. VOTO: 7
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QUALCOSA DI ME CHE NON TI ASPETTI – Carmen Consoli
E’ un racconto “alla Cantantessa” quello che Carmen Consoli mette in campo per questo suo secondo estratto da “Volevo fare la rockstar“. Il tratteggio leggero con cui vengono tracciati i profili della sceneggiatura è all’altezza della migliore narrativa della cantautrice catanese che nella voce dimostra tutta la sua maturità artistica. “Fuori è ancora giorno, spalanchiamo le porte: accogliamo l’inverno” canta in un inciso che non alza i toni ma che si fa portatore di un ulteriore elemento descrittivo dello scenario. Un ascolto leggero che non manca di riferimenti all’attualità e alla società. VOTO: 7
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WALLAH – Ghali
Viaggia attraverso le culture della terra e del suo personale Ghali per questo singolo del ritorno. Oltre all’Italia viene rievocata la Francia ed il mondo arabo sia attraverso parti del testo che elementi della musicalità. Questo sicuramente rende il brano estremamente ricco, stimolante e piacevole all’ascolto. Meno efficace risulta la dinamicità dell’arrangiamento che si mantiene lineare e non troppo variato. I riferimenti sono tanti e per questo risultano apprezzabili. Attenzione, però, perchè tale scelta può comportare anche una certa confusione d’intenti. VOTO: 6=
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CONTROVENTO – La Camba
Federica ha nella sua personalissima scrittura e nella sua timbrica sporcata da un graffio emozionale le proprie caratteristiche migliori. In questa nuova circostanza prova a mettere da parte una forma-canzone più delicata e progressiva per aggredire da subito il pezzo con un’interpretazione impattante che si dedica al coraggio di vivere superando sempre le proprie aspettative. Il ritornello rimane la parte più forte del pezzo riuscendo, seppur in nemmeno 3 minuti, ad entrare facilmente nella testa dell’ascoltatore. VOTO: 6/7
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CHE SARA’ MAI – Legno e Lo Stato Sociale
Sono sempre curiosi da ascoltare i Legno nelle loro liriche che, anche in quest’occasione, si rivelano sagaci ed azzeccate. L’accoppiata con Lo Stato Sociale per raccontare la sfiga si rivela azzeccata riuscendo a coniugare una sagace ed intelligente ironia ad un messaggio di fondo comunque presente e non dei più scontati. La forma canzone è leggera, disimpegnata e piacevolmente coinvolgente. Il tutto senza troppo impegno. Il che non guasta mai troppo. VOTO: 6.5
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BOLLYWOOD – Loredana Bertè
Loredana si fa accompagnare dalla penna di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari per questo suo nuovo ritorno che anticipa l’uscita di un nuovo sorprendente disco d’inediti. Più estivo che autunnale nella sua scrittura melodica che recupera il reggae italico che la Bertè ha conosciuto prima con “E la luna bussò” e poi con “Non ti dico no”. Il graffio vocale dell’interprete calabrese è sicuramente un valore aggiunto per l’interpretazione di un brano che non si addentra in qualche particolare tema profondo ma che piuttosto rimane concentrato sul raccontare una sensazione di leggerezza piacevole. VOTO: 7-
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CAMBIA UN UOMO – Marco Mengoni
Torna alle ballate Mengoni e lo fa ricongiungendosi alla penna di Daniele Magro che da un’ulteriore prova della sua capacità compositiva nel mondo soul, r’n’b e gospel. Un mondo che la vocalità dell’interprete di Ronciglione ha a lungo frequentato anche con un certo ecclettismo ed impegno a livello di ugola. Rimane ovattata la voce per effetto di una produzione che pare voler mettere la linea vocale in secondo piano tenendola più a bada di quello che potrebbe realmente fare. Solo sul finale qualche spiraglio viene aperto e finalmente si torna ad apprezzare quella sregolatezza artistica di cui spesso Mengoni si è fatto portatore (soprattutto agli esordi della propria carriera). Un bel ritorno che necessita di qualche ascolto in più per lasciarsi conquistare fino in fondo. VOTO: 7.5
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Ilario Luisetto
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