Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi brani in rotazione radiofonica
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UN’ALTRA ORA – Ariete
Al suo primo Sanremo ha fatto tanta (troppa) fatica sul piano della performance live anche se i risultati discografici successivi alla kermesse si sono rivelati comunque sufficienti. Per l’estate sceglie di farsi produrre da Michelangelo provando a trovare un ritornello che gioca con le rime per incastrarsi musicalmente anche mediante le parole. Il suono sfrutta una leggera componente ritmica che, tuttavia, non risulta mai eccessiva o invasiva rispettando anche la sottigliezza di una vocalità che non dispone di volumi dinamici rilevanti. Non è un tormentone ma ha la capacità di risultare gradevole all’ascolto pur mantenendosi poco impegnante. VOTO: 6
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VETRI NERI – AVA, Anna e Capo Plaza
Altra collaborazione che risponde alle esigenze più in voga discograficamente per il periodo estivo: mettersi insieme per sposare più esigenze musicali possibili all’interno di uno stesso pezzo. La produzione di AVA movimenta l’intero pezzo con un sound piacevole. E’, poi, soprattutto Anna ad incaricarsi della parte cantata lasciando a Capo Plaza lo spazio della seconda metà del brano prima di una vera fusione degli intenti. La cosa piacevole è che tra i due interventi non c’è un vero stacco. La coda cita la “Mr. Saxobeat” di Alexandra Stan. VOTO: 6
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PELLE D’OCA – Dargen d’Amico
E’ passato un po’ sottotraccia questo ritorno musicale di Dargen d’Amico che, alla sua ultima uscita, aveva fatto en plein nella penultima edizione del Festival di Sanremo con la hit “Dove si balla”. La squadra produttiva e di scrittura è la stessa da allora con la conferma di Edwyn Roberts e Gianluigi Fazio. A cambiare è piuttosto è l’ambientazione sonora che abbandona il dancefloor per spostarsi in un Oriente citato non solo testualmente ma anche (e soprattutto) musicalmente. L’intuizione può essere vincente per cercare di distinguersi da una massa che ormai sta abusando delle sfumature dance ma il pezzo pare non avere quel gancio giusto per farsi ricordare davvero. Forse non sarà un tormentone di primo acchito ma se avendo più possibilità d’ascolto le cose potrebbero cambiare. VOTO: 5.5
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BELLA (COME LA DOMENICA) – Deddy
La produzione è di Simon Says per questo nuovo singolo di Deddy che acquista di orecchiabilità e spensieratezza ma perde, probabilmente, di maturità. Le strofe potrebbero anche reggere il peso di una ricerca musicale pop che è la destinazione della sua giovane carriera ma poi il ritornello si apre a quei motivetti da TikTok da cantarsi con timbriche troppo giovani per essere credibili al di fuori di quel contesto. Dato che, soprattutto con i suoi ultimi episodi musicali, Deddy aveva saputo dimostrare di essere capace di una maturazione musicale questo passo è più un ritorno indietro che un qualcosa in progressione. Peccato VOTO: 4.5
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TI CAPITA MAI – Dile
Ha sempre una bellissima timbrica Dile che anche in questa occasione si mette in primo piano rispetto ad una canzone che spinge sulla dimensione ritmica per movimentarsi. La produzione è affidata a Brail che compie un buon lavoro restituendo un suono massiccio e corposo che ben si sposa con le tinte scure della voce del suo interprete. La capacità di Dile è quella di suonare un pezzo che lascia pochi respiri ma che consente all’ascoltatore di seguire la narrativa con facilità richiamando il canticchio istintivo. Piacevole, fresco. VOTO: 6+
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DOVE – Fabrizio Moro
Il nuovo album d’inediti del cantautore romano viene preceduto da questo nuovo estratto radiofonico che ridà voce a quel Fabrizio Moro attento al sociale e pronto a spendersi non solo con le parole ma anche con la struttura ritmica che sceglie di comprimersi e dare sfogo ad una rabbia interiore. Al contrario degli ultimi episodi per l’airplay in cui Moro aveva mostrato anche nuove sfumature di una scrittura identificativa come la sua, questa volta torna su terreni già esplorati e forse perde di mordente. Rimane un pezzo scritto, cantato e suonato bene ma difficile possa rimanere tra le cose migliori della sua carriera. VOTO: 5.5
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FLAVIO – Gazzelle
Gazzelle accompagna la pubblicazione del suo nuovo disco d’inediti con questo nuovo singolo per la rotazione radiofonica. La novità principale è nella scrittura di un ritornello che sappia aprirsi ad un canticchiato fischiettabile dall’ascoltatore medio del periodo tardo primaverile/estivo. Per farlo, tuttavia, Flavio non perde di vista il proprio fulcro artistico e consolida una scrittura altamente personale e riconoscibile mantenendo intatta quella malinconia resa sempre perfettamente dalla voce, dall’interpretazione e dall’intenzione. Il compromesso risulta comunque essere convincente dimostrando di saper essere fedele al proprio io artistico senza perdere di vista l’obiettivo/necessità di suonare “appetibile” anche in una stagione forse tra le meno adatte alla propria proposta. Alla fine il pezzo risulta gradevole anche se lontano anni luce dalle sue cose migliori (soprattutto per via del ritornello). VOTO: 6.5
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CINGHIALI – La Rua
Stanno contingentando le proprie uscite musicali i ragazzi marchigiani che erano tornati un anno fa con la produzione curata da Elisa. Per questo nuovo singolo Daniele Incicco dimostra la sua continua crescita a livello autorale impegnandosi in un testo che racconta di vita e di maturazione che passa anche attraverso il vivere ed il lottare con le sfide della vita. Si fa apprezzare particolarmente la scelta produttiva che si rivela importante, curata nei minimi dettagli e sempre dotata di un cambio di registro inatteso. VOTO: 7
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VIALE REGINA MARGHERITA – Maria Antonietta
Scritta dalla stessa Maria Antonietta insieme a Francesco Bianconi dei Baustelle e prodotta da Antonio Filippelli, questa nuova anteprima del nuovo album della cantautrice racconta una volta in più tutto il suo talento nel mondo dell’indie-pop nostrano. La cosa più interessante di Maria Antonietta rimane la sua timbrica particolarissima che la rende distinguibile fin dalle prime note richiamando un periodo della discografia in cui si guardava alle voci uniche prima di ogni altro criterio. Il pezzo conserva le caratteristiche di uno scrivere ben definito risultando anche piacevole all’ascolto di chi dal pop cerca uno spirito cantautorale non banale ma attualizzato. VOTO: 7
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RIVIERA – Max Gazzè
Max Gazzè stupisce nuovamente il pubblico con una delle sue tante collaborazioni sorprendenti ed imprevedibili. Questa volta sceglie la produzione e la scrittura di Daniele Dezi e Daniele Mungai (Frenetik&Orang3) e di Dade. Alle prese con dei suoni totalmente sintetici che non rinunciano nemmeno ai sintetizzatori (anzi), il cantautore romano prova a mettersi a metà strada tra lo spirito del tormentone estivo (a cui Gazzè non è comunque nuovo) ed una proposta più matura che citi Battiato. Sempre istrionico e mutevole ha fatto centro anche questa volta pur proponendosi in alternativa alla massa. VOTO: 7
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LO DOVEVI FARE CON ME – Mecna, Bais e Dargen d’Amico
La canzone mette insieme la voce metallica di Mecna ed i contributi di Bais e di Dargen d’Amico. Il pezzo genera da subito una certa spensieratezza giocando con un arrangiamento leggero ed orchestrale che mette immediatamente in campo goliardia e ironia. Il pezzo funziona proprio in questa sua caratteristica di piacevole presa di posizione poco pretenziosa pur senza scadere in una poco o nulla celata prevedibilità. VOTO: 6/7
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ANIME PERSE – Motta
Torna con quest’occasione sulle scene anche il cantautore toscano Motta affidandosi alla co-scrittura di Iacopo Sinigallia e alla produzione sempre raffinata di Tommaso Colliva. A rimanere intatta è la capacità narrativa della penna di Motta che si conferma ancora una volta tra le più belle e le più capaci nel costruire una storia. Suscita una sorta di ammirazione anche il dono di poter tornare ad ascoltare degli archi reali all’interno di un arrangiamento che non ha fretta di arrivare ad una qualche esplosione ritmica e che, invece, si concede il “lusso” di accompagnare il racconto con progressività e delicatezza. VOTO: 7.5
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RUBAMI LA NOTTE – Pinguini Tattici Nucleari
L’ultimo singolo mandato in radio (‘Coca zero’) non ha convinto come d’abitudine il pubblico interrompendo, di fatto, una striscia di successi invidiabili da chiunque nel corso degli ultimi anni. Stavolta Riccardo Zanotti ritornano ad una forma-canzone più tradizionale per quello che è il loro percorso musicale e autorale. I suoni rappresentano la maggior novità dell’uscita proponendo una ritmica ben coniugata anche con qualche sfumatura di elettronica, sintetizzatori e tastiere. Il ritornello è accattivante ed in radio non faticherà a conquistare il proprio spazio. Bisognerà capire, invece, il pubblico se per quest’estate avrà voglia di un pop-rock di questo tipo o preferirà virare verso altri lidi sonori. Siamo comunque ancora lontani dalle cose più efficaci che la band è riuscita a proporre in passato (anche d’estate). VOTO: 6/7
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PELE’ – Rhove
Se l’estate scorsa dominò con la sua “Shakernado”, questa volta ci riprova guardando all’ex grande campione di calcio a cui già numerosi brani sono stati dedicati. Rhove gioca con gli accenti per rendere cadenzato il testo e facilitando la musicalità delle parole. L’utilizzo del francese è sicuramente d’aiuto per incastrare le parole. Malgrado la grande densità di parole, tuttavia, il pezzo riesce a risultare orecchiabile e canticchiabile da quel giovane pubblico che dalla musica chiede esattamente questo coniugandolo ad un’attitudine interpretativa che guarda più al rap che al pop ma non si schiera ancora apertamente. VOTO: 6
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BELLU GUAGLIONE – Rosa Chemical
Dopo la gran prestazione al Festival di Sanremo con “Made in Italy” (e le conseguenti polemiche), Rosa Chemical rivisita la celebre e tradizionale “‘O sarracino” rifacendosi ai temi della fluidità e della libertà anche sessuale. La tematica rimane, quindi, coerente con quella della precedente uscita. Al momento non c’è ancora l’idea che la continua riproposizione del tema rischi di stringere la musica di Rosa Chemical in un terreno troppo stretto ma il pericolo potrebbe essere dietro l’angolo. In questo pezzo, tuttavia, la vera marcia in più è nel campionamento del celebre inno partenopeo che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo canticchiato. La produzione a tratti è persino esageratamente invadente ma c’è da giurare che le masse non potranno che cantare a squarciagola. VOTO: 7-
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PUTA – Sixpm, Ghali e Guè
Ghali e Guè si mettono insieme per sposare il primo progetto in prima persona del producer Sixpm. Ghali è indubbiamente, tra i due, il più adatto ed accessibile al grande pubblico mainstream che cerca qualcosa di semplice da canticchiare. Guè, invece, rappresenta quel rap che vuole mantenere le proprie radici nella non distorsione vocale o nella scrittura più sfacciata e non filtrata. La produzione di Sixpm è ancora una volta interessante e spendibile anche se non trova, qui, uno dei suoi ganci migliori. Non sarà un tormentone ma agli amanti di un rap più cupo e fedele piacerà. VOTO: 6
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SARDEGNA – Zero Assoluto
Scrivono insieme alla giovane e promettente Ginevra e si fanno produrre da Federico Nardelli questi nuovi Zero Assoluto che mancavano musicalmente da qualche tempo. La canzone assume i contorni di una ballad contemporanea con il ritornello che si apre con progressività senza salire troppo a livello di dinamica mantenendo anche quella tinta di nostalgia che caratterizza anche la scrittura testuale. Troppo lento, probabilmente, per essere un singolo radiofonico d’oggi e, soprattutto, per farsi notare durante il periodo estivo al di fuori della ristretta cerchia di fedelissimi. La qualità c’è ma oggi non basta più (ahimè). VOTO: 5.5
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Ilario Luisetto
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