venerdì, Marzo 29, 2024

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Pagelle Nuovi Singoli: Noemi e Carl Brave fanno il bis, funziona anche Jovanotti

Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in radio

  • TOCA – Aka 7even e Guè

Il reggae s’impossessa anche di Aka 7even e del suo cantato. L’intervento di Guè si traduce nella classica finestra nella seconda strofa che crea il momento rap prima del ritorno al ritornello martellante che sfrutta il dinamismo del motivetto “toca, toca, toca” che diventerà un must di quest’estate nelle ambientazioni spiaggiate. Ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di più personale, elaborato e alternativo da parte di una penna caratteristica come quella di Aka 7even ma questo brano ha tutte le carte in regola per affermarsi in questa stagione calda. VOTO: 6/7

  • HULA-HOOP – Carl Brave e Noemi

E’ un vero e proprio riprovarci per Carl Brave e Noemi che dopo una vincente Makumba” vanno alla ricerca del bis con un pezzo che non si discosta eccessivamente da quel modello di riferimento. A scrivere e produrre è Carl Brave in solitaria e la cosa si avverte con non poca evidenza quando un intercalare tipicamente romano esce prepotente da un cantato che procede in simbiosi separando raramente le voci di Noemi e del suo compagno. Non c’è un vero e proprio stacco tra le strofe e l’inciso ma il motivetto viene centrato con efficacia giocando, come sempre, sull’assonanza delle parole che contribuiscono a rafforzare quell’elemento di ciclicità che ogni tormentone presenta. Funzionerà anche stavolta malgrado un testo ricchissimo di parole. VOTO: 7

  • DOVE VAI – Chiello

Stupisce Chiello che forse per la prima volta si dimostra così sperimentale nella propria costruzione musicale. L’attenzione finisce tutta verso un mondo musicale tipico degli anni ’60 con tanto di chitarre autenticamente suonate e non affidate (come spesso oggi accade) ai campionamenti informatici. Il cantato di Chiello prende ispirazione, qua e là, da Achille Lauro di cui viene richiamato, seppur senza i suoi estremismi originari, l’incedere nell’interpretare e nello scandire la parole. Il motivetto leggero e fischiettabile c’è tutto e può essere il viatico giusto per far notare il pezzo. VOTO: 6+

  • DISCO (I LOVE IT) – Ditonellapiaga

Se il buon episodio sanremese l’aveva vista dover dividere la scena con una straripante Rettore per la stagione estiva Ditonellapiaga ci prova in solitaria dimostrando nuovamente un’ottima attitudine. Come in molti altri recenti esempi le atmosfere da disco-floor escono allo scoperto e contaminano il sound del pezzo che paga il dazio di non disporre di un netto stacco tra il cantato delle strofe e dell’inciso dove viene a mancare anche una sufficiente varietà testuale. Manca quel briciolo di energia e variazione che avrebbero potuto svoltare il pezzo che rimane comunque un buon episodio. VOTO: 6

  • LE MANS – Federico Rossi

Mentre si fanno sempre più forti le chiacchiere che vogliono una imminente reunion di quelli che furono Benji & Fedee, Federico Rossi continua il proprio percorso da solista proponendosi nuovamente d’estate questa volta in solitaria. Il percorso discografico dell’ex leader del gruppo non ha ancora conosciuto una stabilizzazione sufficiente ma durante l’estate ha sempre dimostrato di sapersi innalzare nei risultati. Anche questa volta il motivetto viene azzeccato con facilità grazie ad un uh-uh-uh contagioso posto al centro del ritornello. Un pezzo costruito per funzionare e che non tradisce quest’aspettativa.

  • TUTT’OKKEI – Follya

L’esordio, se così si può dire, era stato dei migliori per i nuovi Follya che con “Morto per te” erano riusciti a proporsi davvero innovativi nelle proprie ricette sonore. Per il bis a scrivere ci sono ancora Alessio Bernabei e Alessandro Presti che poi producono anche insieme a Room9. Il cantato sfrutta anche un mezzo falsetto non così abituale nel cantato del vocalist di Traquinia. Di estivo non c’è praticamente nulla in questo pezzo ma non c’è nemmeno quel gancio pop che possa rimanere impresso allungo. Il motivetto del ritornello potrebbe anche funzionare ma a rimanere principalmente impressa è una certa tendenza verso quel pop-rock alternativo che la nuova formazione sembra voler inseguire. VOTO: 5,5

  • PEACE & LOVE – Francesco Gabbani

L’estate è da sempre una stagione particolarmente adatta a Francesco Gabbani, alla sua scrittura sregolata e al suo cantato spesso leggero e contagioso. La cosa è particolarmente inusuale per un cantautore tradizionalmente inteso. Anche in questo caso la voce di Carrara prova a giocare con le parole creando quel ponte verso un’ampia apertura che sappia conquistare consensi. A mancare, però, questa volta è soprattutto il ritornello che si esaurisce appena dopo l’apertura strumentale non realizzando nessun vero passaggio memorabile. Ci sono un po’ di Coldplay nella strumentazione dell’apertura. VOTO: 6++

  • CAUSA EFFETTO – Giusy Ferreri

Ha detto di non voler percorrere la strada del facile tormentone estivo per questa stagione soleggiata Giusy Ferreri che ha più volte ribadito la sua predilezione dell’ambiente pop-rock rispetto a quello reggae/etnico da lei comunque a lungo frequentato con fortuna. Per quest’estate sceglie, dunque, le firme più pesanti di Bungaro, Cesare Chiodo e Matteo Valicelli in una ballad che mette perfettamente in evidenza la sua voce graffiata in un incedere comunque piacevole e potente. Non c’è il gancio che si ricorda fin dal primo ascolto ma il pezzo è meritevole grazie ad un sound piacevole e ad una voce sempre incisiva. VOTO: 7

  • SENSIBILE ALL’ESTATE – Jovanotti

Riparte su spinta di una positività indomita Jovanotti che è in attesa di ripartire con il suo Jova Beach Party e che quindi ha tutta la necessità di un pezzo adatto alla stagione e all’occasione. I love you baby‘ aveva mostrato buone cose in questo senso ed il rinnovo della collaborazione con Sixpm alla produzione arriva proprio nella direzione di voler proseguire su questa scia. Le potenzialità per un nuovo tormentone radiofonico ci sono tutte anche se rispetto al predecessore viene a mancare un po’ di quel sound elettrico che fa sempre scatenare la pista e che qui viene sostituito da un tappeto più acustico. VOTO: 6,5

  • BOOGIE WOOGIE – Il Tre

Ha tanta energia in questa proposta Il Tre che recupera la sua dimensione rap coniugandola ad un preciso e credibile cantato più lineare e tradizionale. La produzione di Francesco ‘Katoo’ Cattiti è indiscutibilmente il valore aggiunto di questa canzone con gli strumenti a fiato in grande spolvero e capaci di colorare l’intero pezzo rendendolo fresco, alternativo e davvero pieno. Il Tre ci mette del suo scrivendo un testo credibile e pieno di quelle immagini che si sposano alla perfezione con il richiamo palese degli anni ’60. Davvero sorprendente. VOTO: 7

  • SIGNORINA MANI AVANTI – Manuel Agnelli

Angelli si disinteressa delle mode e delle stagioni proponendo un pezzo nel suo pieno stile rock underground rimanendo fedele a se stesso, al proprio scrivere e al proprio sentire artistico. A produrre arriva Tommaso Colliva che gioca con maestria tra chitarre ed una sessione ritmica da subito presente e potente nella costruzione dell’arrangiamento del pezzo. Per gli amanti del genere questo sarà un nuovo pezzo capace di confermare l’idioma del leader degli Afterrhours. Per chi, invece, non ha mai gradito questo tipo di musica questa sarà l’ennesima conferma di un genere per pochi. Da che parte stare? La qualità musicale rimane comunque indiscutibile. VOTO: 6

  • TERRA DI CONFINE – Nesli e Raige

Si mettono insieme due degli artisti che sembravano destinati a dover unire al meglio i ponti tra pop e rap rappresentando l’eccellenza inarrivabile del genere. Anche se gli antichi fasti sembrano passati per l’uno come per l’altro pian piano Nesli e Raige stanno cercando di recuperare quello smalto perduto soprattutto nella scelta delle immagini e nell’unicità della scrittura. In questo senso questo brano ha tanti diversi spunti di riflessione su cui vale la pena soffermarsi apprezzandone la poesia. Sarebbe stata evitabile la parentesi rap nella seconda parte del pezzo preferendo un’evoluzione lineare per un pezzo già particolarmente complesso a livello musicale. VOTO: 6-

  • CHERIE – Raf

Mancava da tanto Raf che negli ultimi anni si è impegnato totalmente sul versante delle collaborazioni e del live al fianco ad Umberto Tozzi. Per questo suo primo ritorno inedito da solista dopo sette anni la scelta ricade su di un brano che promette l’esplosione fin dalle sue prime battute. Effettivamente l’apertura arriva per il ritornello sfruttando quell’animo dance che Raf non scopre di certo oggi ma che in questa stagione pare decisamente di moda. C’è anche il ritorno ad un cantato simil-rap in alcuni passaggi rendendo il tutto ancora più attuale e credibile. Una buona proposta. VOTO: 6,5

  • FERRARI WHITE – Riki

Continua a farsi produrre da Big Fish il “nuovo” Riki che dopo aver tirato troppo la corda con una maturazione musicale lampo rispetto ai tempi di ‘Amici’ è impegnato da qualche tempo a recuperare la propria leggerezza. In questa nuova occasione la sua voce si confronta con qualche leggera distorsione nella timbrica entrando in contatto con una sessione ritmica che caratterizza tutto il brano e che accompagna lo svolgimento dell’intera canzone. Il pezzo scorre rapidamente verso la sua conclusione facendosi ascoltare ma senza creare quel cosiddetto gancio che permette all’ascoltatore distratto di rimanere impressionato fin dal primo ascolto. Senza infamia e senza lode. VOTO: 6-

  • CUORE – Shablo, Geolier e Coez

E’ un trio strano quello che è stato annunciato solo qualche giorno fa e che non era tra gli indiziati per un ruolo in questa estate musicale. Shablo ha avuto già diverse occasioni per dimostrare la sua dimestichezza nel produrre hit che piacciano al grande pubblico coinvolgendo sia il pubblico più giovane che quello più a metà strada. In quest’occasione la scelta degli ospiti rafforza ancora di più questa tendenza. L’immagine di Geolier risponde alle tendenze più contemporanee ed il suo napoletano nella narrativa non allontana eccessivamente il pezzo da una dimensione fruibile nazionalmente. Coez ci mette un ritornello che recupera la dimensione del neo-melodico e che quindi ti si appiccica addosso fin dal primo ascolto. Potrebbero essere gli outsider dell’estate. VOTO: 6,5

  • OCCHIALI DA SOLE – Samuel

Rimane fedele al proprio spirito pop-elettronico il buon Samuel che, in questo caso, rinuncia a parte dell’effettistica sulla propria distorsione vocale andando verso quelle tendenze più contemporanee di un canto più libero e sregolato. Il sound è sempre il punto focale della sua proposta e c’è da dire che anche in questo caso il beat scelto fa il proprio lavoro dimostrandosi all’altezza di un pezzo che vuole fare ballare suonando leggero e radiofonicamente disimpegnato pur senza rinnegare i propri riferimenti. VOTO:  6+

  • M’INCANTA – Virginio

Si rinnova la collaborazione tra Virginio e Daniele Coro e Diego Mancino. Il nuovo episodio estivo ricalca l’idea di un pezzo che cresce e si apre in un ritornello che è indubbiamente la forza di questa canzone ma che avrebbe meritato il lusso di una strumentazione ritmica reale e non creata per mezzo della tecnologia. A mancare è proprio il calore di uno strumento reale che sappia andare a coniugarsi con una voce che non ha più paura di lasciarsi andare ed intraprendere quella “rivoluzione da dentro” che inneggia alla bellezza della vita come testimonia la testualità del brano. VOTO: 7+

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
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Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.