Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in radio
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NON PIOVE PIU’ – Aka7even
Dopo incursioni nei mondi più spensierati di un pop allegro e profondamente contaminati dai nuovi linguaggi comunicativi e musicali, Aka7even torna alla dimensione delle ballate cantate piano e voce con cui aveva convinto inizialmente con “Mi manchi”. In effetti, qui le intenzioni sono chiaramente proprio quelle di rifarsi al proprio precedente successo ricalcandone le direzioni. Stavolta, però, le parole si susseguono con grande frequenza non lasciando spazi vuoti che permettano il depositarsi delle note. Ci sono intuizioni interessanti ma, forse, al pezzo manca quell’elemento di delicatezza vero dato dal dono del tempo che non porta a dover chiudere per forza entro i 3 minuti. VOTO: 6.5
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COME TE NESSUNO MAI – Elisa
Finalmente Elisa torna ad azzeccare una proposta radiofonica dopo qualche scelta per l’airplay non sempre perfetta per funzionare a dovere e rappresentare la complessità del suo ultimo doppio album d’inediti ‘Ritorno al futuro‘. Con la firma di Davide Petrella, la friulana scrive una ballata pop intensissima da dedicare ad un amore totalizzante nella vita di chi si trova a sentire come “me ne accorgo solo adesso che ti amo come non ti ho amato mai”. L’arrangiamento è dei più classici anche se qualche elemento di produzione sintetica viene messa in gioco saggiamente nelle strofe dove la voce prepara l’apertura celestiale dell’inciso. Forse qui lo scorrere è fin troppo prolungato per i tempi radiofonici di oggi ma la verità è che un nuovo gioiellino che la delicatezza di Elisa ha voluto regalarci. VOTO: 8
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TUTA SPAZIALE – Follya
Sembravano essere rinati in grande forma gli ex-Dear Jack (ora Follya) dopo un primo singolo davvero azzeccato e piacevole. Ne è seguito un pezzo estivo poco ispirato a cui ora, invece, fa seguito questa ballata contemporanea in cui Bernabei prova a giocarsi la carta di un’interpretazione più viscerale. La produzione dei Room9 è piacevolmente una commistione di essenzialità e contemporaneità sintetica ma lascia poco spazio al suonato reale che dovrebbe caratterizzare il suono di una band. Il pezzo avrebbe, poi, meritato un’apertura più sottolineata ed incisiva per portare ad un ritornello dal maggior impatto energico per convincere il pubblico. VOTO: 6
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SEMBRA WOODSTOCK – Luigi Strangis
Il secondo estratto dell’ultimo album d’inediti dell’ultimo vincitore di ‘Amici di Maria de Filippi’ avrebbe l’intenzione di rappresentare l’anima rock di un disco così definito dallo stesso giovane cantautore calabrese. In realtà, di rock non c’è poi molto in questo pezzo che mantiene le proprie radici saldamente radicate nel terreno di pop sufficientemente accessibile. “Facciamo casino fino a domattina” canta Luigi in un pezzo che si lascia ascoltare con piacevolezza ma che non rimane sufficientemente impresso a causa della mancanza di quel gancio davvero memorabile che riesca a rendere memorabile un pezzo. VOTO: 5.5
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FUORI DAI GUAI – Noemi e Gemitaiz
Noemi torna al blues-soul del cantato con cui è nata per questo singolo che riapre il suo percorso discografico dopo il bis del passaggio estivo in compagnia di Carl Brave. Questa volta sceglie un compagno di viaggio più calato nel mondo rap ma che ha già frequentato le ambientazioni pop nel proprio passato per qualche collaborazione più mainstream. Il suono, tuttavia, non appartiene nè all’uno nè all’altro rappresentando un contesto urbano che, di fatto, funge da punto d’incontro mettendo entrambi alla prova. Non ne esce il classico pezzo da cantare a tutto volume sfruttando un inciso facile ed orecchiabile ma una prova di classe e d’incastro in cui a restare è soprattutto la voce di Noemi perfettamente a proprio agio anche in questa situazione più intima. VOTO: 7
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DIVENTERO’ ME STESSO – Ron
Il nuovo estratto dall’ultimo album d’inediti del cantautore è stato scritto con due grandissimi dell’autorato italiano come Guido Morra e Maurizio Fabrizio che, coniugati all’eterna delicatezza della voce di Ron, ben s’inseriscono. Il pezzo rispetto la forma-canzone a cui Ron è da sempre legato sfruttando l’accompagnamento della chitarra acustica e l’impostazione di una voce che rimane dinamicamente fedele a passaggi prudenti e puliti. L’impianto narrativo è ovviamente l’elemento su cui si regge lo sviluppo del pezzo stesso puntando a comunicare il vero senso di un racconto che appartiene davvero alla voce che se ne fa promotrice. VOTO: 6.5
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Ilario Luisetto
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