venerdì 22 Novembre 2024

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Pagelle Nuovi Singoli: Ultimo emoziona, Mina gorgheggia ma la sorpresa è Irene Effe

Tutte le mini-recensioni dei nuovi singoli in rotazione radiofonica

  • LA MIA CANZONE PER TE – Alex Wyse

Co-scritto e co-prodotto insieme ad Ermal Meta, il pezzo dell’ex-Amici 21 pensato per le selezioni di Sanremo Giovani arriva comunque in radio malgrado l’esclusione dal percorso festivaliero. La forma-canzone è la vera novità di questa canzone rispetto al repertorio già edito del giovane Alex che qui, contrariamente al solito, si poggia su di una chitarra acustica per la costruzione del pezzo. La destinazione narrativa è sempre quella dell’amore a due che, però, diventa occasione per la riflessione interiore sul proprio io. Malgrado una durata inferiore ai 3 minuti, la canzone non da la sensazione di uno sviluppo interrotto e, anzi, pare completa nella propria complessità. Forse meno immediata di quanto avrebbe potuto essere ma notevolmente più articolata, pensata e studiata dei brani d’esordio. VOTO: 7

  • AMORE CANE – Emma e Lazza

Un featuring forte come quello con Lazza non poteva, ovviamente, rimanere al di fuori della rotazione radiofonica e, dunque, ecco che Emma prima di sbarcare nuovamente all’Ariston lo sceglie per l’airplay spingendo ulteriormente un disco piacevole e ricco di qualità. La canzone ha dentro di sè sia l’animo urbano che quello più intimo proprio del racconto dell’amore. La salentina parte con una vocalità interiorizzata per creare un ambiente protetto. S’inserisce, poi, la ritmica urbana che trasporta il pezzo in altre direzioni che anticipano l’ingresso di Lazza. Il tutto non risulta eccessivo o fuorviante per quello che è il percorso della Emma di oggi e, soprattutto, non scimmiotta la solita struttura del duetto tra un rapper ed una voce femminile che intona un ritornello martellante a tutto fiato. VOTO: 7-

  • MALE NON FARE – Ermal Meta e Jake la Furia

Mancava da tanto Ermal che, dopo l’ultimo Festival di Sanremo (2021) e l’ultimo disco, aveva la necessità di puntare ad un’evoluzione della propria musica. L’occasione arriva grazie a questa collaborazione con Jake la Furia che rappresenta, probabilmente, un mondo difficilmente immaginabile accanto alla scrittura e all’interpretazione dell’artista albanese. In realtà, l’accostamento funziona bene e permette ad Ermal di guardare a mondi sonori e produttivi più contemporanei e ad un utilizzo delle linee vocali forse meno purista ma, sicuramente, più vario. L’evoluzione c’è stata ora occorrerà capire quanto in là si sia spinta. VOTO: 6.5

  • MI LIBERO DAL MALE – Irene Effe

Riparte da qui l’avventura musicale della fu Irene Fornaciari che si libera ora del cognome pesante di papà Zucchero per camminare con le proprie gambe. Anzi “correre, correre, correre lontana dai tamburi che battono sulle domande”. In effetti, Irene non ha cambiato soltanto nome d’arte ma anche il proprio universo musicale di riferimento. Pur rimanendo all’interno dell’alveo del pop, la sua proposta guarda con attenzione alle possibilità offerte dalla ricerca produttiva dei suoni sia strumentali che vocali. La collaborazione con Federico Biagetti, che scrive e produce con lei la canzone, porta il pezzo a soluzioni produttive inedite che utilizzano distorsioni, suoni inediti, sovrapposizioni tra linee vocali, sintetizzatori e una ritmica ipnotica nella sua destinazione tribale. Non è la classica canzone pop da canticchiare sotto la doccia con disimpegno ma è sinonimo di ricerca musicale autentica. Sorprendente. VOTO: 8.5

  • CLANDESTINO (S1 E0) – Mameli

La ripartenza da solista di Mameli dopo l’avventura al fianco di Lorenzo Fragola arriva con questo brano che presenta diverse novità. Nuova casa discografica (la Universal Music Italy), nuovo team autorale (Paolo Antonacci) e nuova produzione (Simon Says). La conferma si trova nell’identità ben visibile di Mameli nella scrittura e nell’interpretazione anche se il cantautore siciliano si dirige più decisamente che in tante altre occasioni verso il racconto di un amore attraverso una forma-canzone nostalgica, indie e straziante. Una buona prova da cui ripartire. VOTO: 7

  • ABBAN-DONO – Mina

Nuovo inedito della Tigre di Cremona che così anticipa un nuovo cofanetto di rarità miste ad inediti e sigle televisive. La scrittura è di Daniele Magro e Saturnino ed i due marchi si distinguono visibilmente all’interno del pezzo che si contraddistingue per la sua anima jazz tanto sotto il profilo autorale quanto sotto quello cantato. Mina, in effetti, ha una voce che si trova sempre a proprio agio in questi ambienti e, anche in questa occasione, si rivela capace di dimostrarlo con efficacia. Certo, al pezzo manca quella melodia aperta che liberi la potenza della sua voce e sappia conquistare anche il grande pubblico realizzando quell’episodio nazionalpopolare che possa rimanere nel tempo e che anche il repertorio di Mina avrebbe bisogno di avere in questi ultimi tempi (escluso il duetto con Blanco). Un nuovo esercizio di stile che ribadisce la sua capacità tecnica. Ma a volte vorremmo di più. Malgrado questo desiderio Mina rimane Mina e la sua voce è inarrivabile. VOTO: 7

  • PAROLE VUOTE (LA SOLITUDINE) – Tedua e Capo Plaza

Sembrava dover essere il pezzo dell’anno e, invece, la traccia che campionava lo storico successo di Laura Pausini non può ascriversi affatto all’Olimpo delle proposte musicali avanzate da Tedua fin qui. Il verso della cantante di Solarolo viene storpiato vocalmente inserendosi tra le parti che Tedua si divide con Capo Plaza che, dopo una parte narrativa concentrata sull’io, torna a citare i classici cliché del mondo rap e della sua scrittura. La scelta riporta, probabilmente, il pubblico a rintracciare anche in questa proposta i segni identificativi del genere ma continua a non far evolvere una musica che, invece, avrebbe bisogno di maturare. Se Tedua si rivela interessante, Capo Plaza annulla ogni speranza. VOTO: 5

  • OCCHI LUCIDI – Ultimo

Ultimo torna in radio con tutta la sua forza compositiva e testuale con un brano che racconta perfettamente la sua essenza compositiva e musicale. Il pezzo parte con il pianoforte che fa da grande protagonista (come per tutto l’accompagnamento del brano a cui si aggiunge, passo passo, la componente ritmica e la sinfonica). Presto, però, arriva il momento del ritornello che si contraddistingue per il crescendo vocale quasi improvviso. Ultimo ha già adottato diverse volte questa soluzione per raccontare un amore fatto di “occhi forti, cuori fragili”. Lo special finale inserisce un’evoluzione melodica prima di lasciare aperte le porte all’ultima ripresa dell’inciso che, però, rinuncia alle parole e, in un primo momento, permette una coda strumentale piacevole da ascoltare con un’orchestrazione notevole. Vicino alle sue migliori cose in questo genere di ballad. VOTO: 8

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.