Tutte le nostre recensioni dei nuovi singoli
- BELLA STORIA – Fedez
Dopo il rilancio estivo Fedez torna così proponendosi con un singolo che riprende l’idea di una strumentale elettronica per arrivare a sfociare in un inciso che cattura l’attenzione e si fa canticchiare immediatamente facilitando l’alto passaggio nell’airplay radiofonico. Il risultato è in linea con gli ultimi passi che avevano sempre più accantonato l’immagine del rap a favore di un cantato sempre più preminente ed in primo piano. Funziona e funzionerà anche se, senza ombra di dubbio, l’episodio estivo (anche grazie all’ultra-nota melodia internazionale) si era rivelato essere di maggior impatto ed enormemente più accattivante rispetto a questo che, invece, scorre via senza generare troppi sussulti né in bene né in male. VOTO: 6-
- DESTRI – Gazzelle
Gazzelle torna con la sua solita malinconia per un singolo inedito che riprende il discorso esattamente da dove era stato interrotto con l’ultimo progetto. Tra le strofe dominate dalle tinte grigio scuro dei ricordi s’inserisce un ritornello che evoca la “luce, luce, luce” che, però, “non t’illumina più dentro casa mia” dove “tutti questi destri, destri, destri al muro non ci fanno ritornare lì, a quei momenti lì” in cui l’amore c’era e lo si viveva in ogni momento. Gazzelle si conferma capace di raccontare il dolore, la sofferenza e la pena d’amore con ispirazione e senso di realismo che riprende e, anzi, esaspera (in senso “indie”) la tradizione di quello che fu il pop melodico d’amore tipico dei primi anni ’10. VOTO: 7.5
- CREPE – Irama
Abbandonati i litorali estivi il buon Filippo sceglie questo nuovo brano per proseguire il suo ritorno discografico e tornare a riproporsi al di fuori della dimensione estiva dopo qualche tempo. Il sound, in realtà, però poco si discosta dalle ultime ricette e testimonia il fatto che oramai, sempre di più, l’estate in musica dura davvero per tutto l’anno. Tinte più sudamericane accompagnano il racconto di una relazione a due che si frantuma a causa di un terzo incomodo che non può reggere il confronto con il passato che rimane alla finestra quasi sperando in una nuova occasione. Irama gioca con i suoni e si diverte dal punto di vista della produzione ma un po’ comincia a mancarci quell’artista capace di raccontare anche qualcosa di più profondo e con ricette sonore non per forza all’ultima moda. Malgrado ciò anche queste funzionerà alla grandissima e, forse, è proprio quello che si voleva. VOTO: 7
- COME IL SOLE – Jacopo
L’ennesima voce tipicamente pop che, c’è da scommetterci, più per esigenze commerciali che per personale sentire e ricerca viene fatta dirottare verso un repertorio più fresco, contemporaneo e finto-estivo. Il risultato è gradevole, i suoni ben strutturati, la produzione di un esponente eccellente della nostra scena discografica (Michele Canova Iorfida) ma, alla fine di tutto, viene da chiedersi il perché di questa omologazione artistica verso una direzione abusata che non permette più ad alcuno di emergere o distinguersi come, invece, Jacopo necessiterebbe. Lui appare più maturo nel cantato ma la sua personalità, non ancora ben a fuoco, viene ad essere ulteriormente schiacciata da una canzoncina innocua che evoca (c’era da scommetterci) spiagge, feste e località come Miami o Barcellona. Tutto fin troppo prevedibile. Peccato perché se fosse la prima canzone in questo genere non sarebbe nemmeno male ma ad una certa anche basta con questa inflazionatissima moda. VOTO: 5.5
- CHAGALL – Silvia Salemi
Torna così sulle scene la brava Silvia che dalla sua conserva l’arte dell’interpretazione sentita ed autentica per parole non banali e capaci di emozionare. Coraggiosamente, visti i tempi, la scelta è quella di far propria una ballata pop che gioca, a tratti, con le doppie voci dando dinamica al cantato e riempiendo gli spazi di un arrangiamento comunque ricco e capace di unire tradizione e tendenze contemporanee. La voce gioca con le sue tinte più melodiche non esasperando mai la potenza del suono nemmeno quando l’inciso avrebbe potuto esplodere snaturando, forse, l’intento delicato ed elegante del brano e della sua stessa raffinatissima interprete. Un buon ritorno. VOTO: 7
- 22 SETTEMBRE – Ultimo
E’ il ritorno che si aspettava da parecchio tempo e che, negli ultimi giorni, si era reso particolarmente atteso a causa dei rumors dei cambiamenti discografici che portava con sè quest’uscita. In sostanza, però, cambiano etichetta, staff e produzione ma Ultimo si mantiene fedele a se stesso, alla propria scrittura pop e alla forma canzone tipicamente italian style. Può essere un bene se si pensa che così ha conquistato e dominato le scene per 3 anni ma può essere anche un male per chi, invece, si aspettava una qualche evoluzione stilistica che, sappiatelo, non riuscirete a trovare in questo brano. Per gli amanti della sua arte e della musica italiana nel senso più tradizionale, però, il giudizio è presto scritto: è l’ennesima canzone alla Ultimo e che, per questo, piace ed emoziona toccando le corde di un’anima che il pop nostrano è colpevole di aver abbandonato da qualche tempo per guardare altrove. Potente, ispirato e fedele a tutte le sue logiche tematiche (il senso della vita, la rivalsa, le radici, l’amore) oltre che ad un cantato che non vuole conoscere limiti e che, va detto, in questo caso spinge forte fin da subito rischiando (forse troppo) l’effetto urlato. Rimane, però, l’ennesima bella canzone pop di Ultimo. VOTO: 8
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Ilario Luisetto
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