Intervista all’autore di tanti successi
Noi di ‘Recensiamo Musica’ abbiamo scelto di tornare a dedicare al mondo autorale italiano dei nostri giorni oggi una nuova serie chiacchierate a sfondo musicale. Oggi è la volta di Oscar Angiuli, un artigiano delle canzoni che tanti successi ci ha regalato negli ultimi anni. Attraverso la sua creatività sono passati, negli anni, le voci di interpreti come Elodie, Bianca Atzei, Anna Tatangelo, Syria, Mietta, Dear Jack, Lorenzo Fragola e tanti altri…
In attesa di vederlo alle prese con un’iniziativa del tutto speciale che sveleremo nei prossimi giorni e che, oltre a lui, coinvolgerà altri suoi colleghi in un gioco divertente che abbiamo ideato vi lasciamo con questo veloce scambio di battute:
Ciao Oscar, è un piacere trovarti qui su ‘Recensiamo Musica’ per la prima volta. Partiamo, dunque, dall’inizio: da dove nasce la tua passione per la musica?
<<E’ stato tutto un gioco all’inizio. Quando avevo 13 o 14 con gli amici fingevamo di essere delle rockstar ed è stato lì che ho iniziato a suonare la chitarra. Da lì tutto, poi, è stata un’evoluzione del tutto naturale perchè las musica per me è sempre stata la valvola di sfogo, una sorta di salvezza, un qualcosa che mi portasse piacere senza che diventasse un obbligo. Solo dopo parecchi anni ho iniziato a studiare, infatti. Con il tempo mi sono reso conto che la cosa che più mi piaceva fare era comporre: è stato in quel momento, avevo 16 o 17 anni, che ho lasciato i gruppi con i quali suonavo, ho comprato una tastiera ed ho iniziato a scrivere senza sapere bene quali tasti schiacciavo>>.
E, quindi, in quel momento hai iniziato a scrivere le tue prime vere e proprie canzoni…
<<All’inizio non scrivo i testi perchè c’era una sorta di vergogna nel dire ciò che pensavo o ciò che provavo visto che nelle parole, ancor più che nella musica, non ci sono filtri. Il mio primo testo l’ho scritto per una canzone dedicata a Dio qualche tempo più tardi>>.
E partendo da lì sei diventato uno degli autori di più successo di questi ultimi anni
<<Sono entrato in Wanrer Chappel attraverso un concorso e da quel momento ho iniziato un percorso di crescita e perfezionamento anche se, nell’attività di un autore, ci sono sempre anche crisi, sofferenze e pianti. In questi 10 anni con Warner sono cresciuto e qualcosina sono riuscito a realizzarla>>.
Direi proprio di si! So che sei un amante del rock progressive: come riesci a trasportare quel tipo di influenze e di gusti all’interno della musica italiana che, difficilmente, adotta sfumature simili?
<<Mi prendo la libertà di provare a mettere in una canzone, anche se non sempre si riesce nell’intento, le proprie influenze musicali. Ho sempre cercato di portare nelle melodie alcuni passaggi armonici piuttosto che piccoli elementi che potessero permettermi di mantenere sempre la mia identità ed il mio gusto. C’è sempre un qualche modo per inserire quello che piace nelle canzoni…>>.
Il momento attuale è sicuramente molto particolare per tutto il settore musicale: personalmente come hai vissuto la contingenza da un punto di vista creativo?
<<Sicuramente ciò che si scrive è determinato da quello che si vive tutti i giorni e, restando a casa, non si riesce a vivere così tanto o profondamente e questo, inizialmente, ha pesato un po’ e ha fatto venir meno lo stimolo a mettersi lì per scrivere qualcosa. Poi, in realtà, mi è risalita la voglia di dare spazio alla mia passione per la musica e, devo dire, che sono comunque riuscito a scrivere un paio di brani che si discostano totalmente dai temi dell’attualità anche perchè non amo mettere dentro le canzoni frasi fatte che si ripetono a non finire come è stato in queste settimane sui social e non solo. La creatività, in questo senso, è un qualcosa che nasce dall’ispirazione che arriva da fuori ma è anche un qualcosa che nasce da dentro>>.
C’è un brano, tra quelli che hai scritto, che ti è rimasto particolarmente a cuore?
<<Si, in realtà sono due oltre, ovviamente, a ‘Tutta colpa mia’ (la cantava Elodie a Sanremo 2017, ndr) che raccoglie una storia vissuta e che mi ha dato le più grandi soddisfazioni. Le due, però, che ho particolarmente a cuore sono ‘Vincerò’ di Annalisa e ‘8 settembre’ di Bianca Atzei. Sono due canzoni dove degli stati d’animo profondi sono stati presi e messi in musica e questo mi fa dire di averci lasciato dentro un pezzettino di cuore in più>>.
Il pop è cambiato moltissimo negli ultimi anni: dove stiamo andando?
<<E’ un calcolo difficile da fare soprattutto per la velocità di cambiamento che c’è. Non so il futuro a lungo termine cosa ci possa riservare ma credo che nel medio periodo ci sarà una volontà, che arriva dagli adolescenti, di ritornare agli anni ’60. C’è la volontà di riscoprire alcuni sentimenti da parte di quella generazione che non è la stessa dei diciottenni che oggi ha già messo in atto il proprio genere che già sta cambiando. Quel genere rabbioso che abbiamo vissuto negli ultimi tempi sta già cambiando, sta già passando per lasciare spazio, secondo me, a questa voglia di riscoperta del sentimento che non è quello della canzone pop che abbiamo vissuto negli anni ’90 ma è un qualcosa di ancora un po’ più indietro nel tempo. Non solo nella musica ma anche nelle storie di vita quotidiana, guarda le serie TV di oggi, c’è questo scambio di sentimento e di valori semplici>>.
Ilario Luisetto
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