Raccontiamo un tema con una canzone
Potete provare a fare un viaggio attraverso i vostri ricordi più vivi, ripercorrendoli per sentirli più vicini che mai; lo sforzo di immaginazione non è nemmeno particolarmente difficile, dal momento che il passato è parte di noi in tutte le sue sfumature, passando da quelle che ci hanno visto protagonisti felici al centro della scena a quelle in cui siamo dietro le quinte della nostra vita con la testa tra le mani, stanchi, disillusi, fuori dai giochi. Ma in realtà le dinamiche risultano davvero così numerose da far tralasciare tutto ciò che passa in mezzo tra la vittoria e la sconfitta, tra la felicità e la tristezza. Lì nel mezzo c’è un mondo di vivere quotidiano, ci sono i sentimenti più comuni delle persone, c’è l’ottimismo con il suo contrario sempre bravissimo nel portare ombre, c’è la speranza tenuta per mano dai sogni e c’è pure la volta in cui non ce l’avete fatta per un pelo accompagnata da chi vi ha consolato.
In primo luogo però è interessante sottolineare il fatto che esista un denominatore comune universale, valevole per chiunque, riscontrabile nell’aver vissuto tutti quei momenti con qualcuno; ed ecco che quel qualcuno può aver fatto la differenza, rendendo colorate giornate che di per sé sarebbero state grigie, attribuendo significati particolari a posti che sembrerebbero banali, come se una normale via di paese diventasse speciale solo perché percorsa tutte le sere con una o più persone importanti per noi. “Come è bello il mondo insieme a te, mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c’è”.
Sono attimi in cui la condivisione fa la differenza nel ricordarci quanto siamo fortunati ad avere proprio quelle persona accanto, e il solo pensiero di poterla perdere ci travolge con un’onda di negatività “forse non sarei come sono adesso, forse non avrei questa forza addosso” talmente impetuosa da azzerare le nostre certezze. “Forse non saprei neanche fare un passo, forse crollerei scivolando in basso”.
La canzone degli 883 e Max Pezzali è in effetti una continua ricerca di stabilità tra la bellezza degli istanti condivisi e la terribile paura di perderli “sei arrivata per restare, forse non potrei regalarti un gesto” “e invece tu sei qui, forse non saprei neanche cosa è giusto”.
Questo dualismo tende tuttavia a rivolgersi con maggior frequenza alla consapevolezza del presente, svuotando i pensieri dalla paura di un futuro imprevedibile e riempiendoli di ottimismo; quell’ottimismo che ci invita immediatamente a ragionare su quanto sia stato importante condividerci per quelli che siamo con persone che hanno reso indimenticabili certe tappe della nostra crescita. Persone che magari oggi, per i motivi più diversi, a distanza di tempo ,anni, anche decenni sono estremamente lontane ma che in realtà grazie a quell’essersi condivisi, accettati, supportati e sopportati hanno un legame così profondo con noi da restare per sempre.
Ed oggi siamo consapevoli che il non aver perso quei momenti e soprattutto l’essersi resi conto del loro valore sia stato un dono immenso “rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me” che ritorna ogni volta che percorriamo quella strada di sera da soli. Quelle sere non siamo soli, ce lo ricorda l’amore.
Giuseppe Currado
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