Affrontiamo un tema collegandoci ad una canzone
Si intitola “Quadrifoglio” l’ultima canzone di Rudy Neri, artista lombardo e voce della sigla del Festival della Canzone italiana “Perché Sanremo è Sanremo”. Nella nostra ultima intervista (qui per recuperarla) ci aveva raccontato di quanto la sua natura rap si sia col tempo mescolata ad altri generi e a tante sonorità diverse.
Un violino Stradivari
Per “Quadrifoglio” il rapper di Somma Lombardo sceglie invece la via dell’eleganza grazie alla presenza di un violino stradivari del 1730 che sembra davvero riavvolgere il nastro della storia e dell’emotività. Il quadrifoglio simboleggia rarità e fortuna, e forse verrebbe da domandarsi se non simboleggi la rarità della fortuna in un mondo devastato da ingiustizie, disuguaglianze e sentimenti fatti a pezzi. Troppe volte infatti dimentichiamo la meraviglia dietro a un problema e ci perdiamo lamentandoci di tutto ciò che non ci va bene, come se le cose in equilibrio ci fossero dovute o fossero scontate. E così le tante cose belle della vita le consideriamo abitudini senza ricordare che il concetto di abitudine presenti una doppia valenza, positiva e negativa. L’abitudine è infatti da un lato una certezza, qualcosa che in qualche modo cammina con noi come un’ombra. Dall’altro lato tuttavia richiama l’ordinario perché non sorprende, non crea stupore e quindi annoia.
Lo spunto per riflettere
Sappiamo che l’essere umano per propria natura è portato a cercare lo straordinario che è appunto tutto ciò che non è ordinario, tutto ciò che non è abitudine. La felicità tuttavia si nasconde proprio in quello che abbiamo, non in quello che non ci appartiene.
Grazie per avere reso la mia vita così bella
Ne è convinto Rudy Neri che pensa a quadrifoglio partendo da una dedica scritta alla moglie “Grazie per avere reso la mia vita così bella, senza di te non sarebbe stata la stessa cosa”. Da queste righe emerge in tutta la sua sincerità il sentimento della gratitudine. Essere grati significa del resto vivere il qui ed ora. L’uomo infatti paradossalmente soffre per via di quelle che sono le sue caratteristiche principali: Il ricordo e l’immaginazione.
Passato e futuro
Il ricordo ci inchioda in un passato che non possiamo cambiare, l’immaginazione al contrario sposta le nostre energie su qualcosa che non possiamo ancora iniziare a costruire. “Quadrifoglio” invece ha la forza di fermare il momento presente, una ricerca di leggerezza continua che si coglie nella consapevolezza degli attimi belli che la vita ci regala. Dall’altro lato tuttavia anche immaginazione e ricordo possono contribuire a migliorare la nostra quotidianità. Se immaginare è un modo di sognare allora senza dubbio può essere un motivo per continuare a credere nel futuro. Analogamente il ricordo può aiutarci a tenere con noi momenti finiti a cui affidiamo parti di noi. Resta quindi tutta una questione di consapevolezza.
La struttura del brano
A livello di struttura invece la canzone unisce alla storia della musica classica nell’intro suonato dal violino un’intera canzone costruita per lo più con sonorità moderne. “Quadrifoglio sei tutto quello che voglio” significa infine augurare a se stessi di saper riconoscere rarità e fortuna. Saperle riconoscere dove gli altri non troverebbero niente di speciale, saper riconoscere un quadrifoglio in un prato. Sapere anche che la fortuna oggi è un privilegio e basta leggere un giornale per rendersene conto. Sapere soprattutto che l’amore forse resta una fortuna rara a cui bisogna essere grati quando ci abbraccia. Proteggere l’amore oggi, ricordarlo ieri e immaginarlo domani.
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