venerdì 22 Novembre 2024

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Per un tema una canzone: imparare a volersi bene in “La più bella canzone d’amore che c’è” di Dolcenera

Affrontiamo un tema tramite una canzone

La più bella canzone d’amore che c’è di Dolcenera suona come una carezza a se stessi, come quella carezza che nella completezza del suo percorso toglie dal viso anche qualche lacrima. La più bella canzone d’amore che c’è è il racconto del nostro primo sorriso allo specchio dopo lunghi periodi in cui nel riflesso del vetro abbiamo solo visto ciò che non ci piaceva. Ma soprattutto questo brano rappresenta la vittoria dell’amore su tutto quello che ha provato a limitare il sentimento. Se vogliamo è anche una vittoria contro se stessi nell’eterna sfida contro i propri limiti, perché accettare ogni lato del proprio essere è probabilmente la vera sfida di chiunque.

Dirsi e ripetersi guardandosi “sei la più bella” non è forse l’atto d’affetto più grande che si possa dedicare a se stessi? Lo è senza dubbio, soprattutto in una società che tende sempre più a ricercare l’ideale della perfezione amplificando ogni difetto.

In primo luogo è interessante sottolineare la consapevolezza che questa canzone offre nel constatare l’avvenuto superamento di tante difficoltà che giustamente vengono raccontate. Si tratta del sentirsi soli, prede dei propri demoni, mentre i giorni passano e le situazioni sembrano non prendere la svolta giusta che vorremmo.

Perso il conto dei giorni buttati e delle volte in cui non abbiamo avuto il coraggio necessario e siamo rimasti invisibili nell’ombra delle nostre paure. Perso il conto delle volte in cui abbiamo visto nel nostro carattere una debolezza e non un punto di forza da valorizzare.

Sono situazioni in cui ci si trova ben lontani dal vivere in quell’equilibrio di armonia così difficile da toccare ma così essenziale “ ogni persona muove tre stelle, ti senti sola con tante paure” “ sei spaventata ma vai di incoscienza” “ su ogni ferita ci passi su il dito”.

Tuttavia non manca, ed è doveroso sottolinearlo, la voglia di essere felici e soprattutto di restare ancorati ai propri sogni “ ti guardi le mani e continui a sognare” “ riempi i polmoni e continui a volare”. Non a caso, infatti, saper vedere orizzonti di possibilità proprio mentre tutto sembra perso è la caratteristica di chi alla fine sarà in grado di sfruttare quelle stesse possibilità che apparivano un tempo come lontane ed astratte. Però apparivano, si intravedevano e non abbiamo mai smesso di inseguirle “lanci un segnale nell’atmosfera in equilibrio su un filo tra sogno e realtà”.

La somma di tutte queste esperienze e di tutte le notti passate a non volersi bene portano poi ad un istante in cui una nuova direzione appare chiara. Questa direzione si trova dentro se stessi insieme al primo indispensabile punto di partenza. Le risposte che per una vita sono state ricercate all’esterno sono disposte in realtà nella nostra immagine riflessa allo specchio. È l’imparare a conoscersi per volersi bene davvero: “ti guardi in faccia e capire davvero chi sei”.

Nel significato della canzone imparare a conoscersi assume una rilevanza notevole perché richiede un salto di consapevolezza che sappia identificare in via definitiva la giusta via per quell’equilibrio che tanto mancava.

 

Da questa disamina emerge quindi in modo chiaro il tema del rapporto con i propri difetti riassumibili in fragilità, difficoltà, paure e punti deboli “quando nascondi qualche difetto”. Dolcenera ci ricorda di vederli come caratteristiche distintive, parti di noi che possiamo solamente trasformare in punti a nostro favore, indipendentemente da quello che dicono o hanno sempre detto gli altri.

Un po’ come  piccoli anatroccoli che nella forza delle correnti sono trascinati in direzioni che non hanno scelto loro ma che poi, da grandi, avranno la forza di resistere a quella corrente e anche di nuotare, nonostante la fatica, controcorrente.

Per arrivare poi alla fine di un percorso e rendersi conto di quanto si è bravi, di quanto si è forti, di quanto si è noi. Lì comincia un nuovo equilibrio, lì comincia la nostra vita dipinta da una nuova sicurezza che trasmettiamo anche alla nostra ombra. Siamo noi il nostro punto di arrivo, siamo noi la canzone d’amore più bella che c’è. Non necessariamente gli altri. Amare se stessi per riuscire ad amare al meglio gli altri. Funziona così, no?