venerdì 22 Novembre 2024

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Per un tema una canzone: l’equilibrio tra ragione e sentimento in “L’amore mi perseguita” di Giusy Ferreri e Federico Zampaglione

Esaminiamo un tema per mezzo di una canzone

Non esiste equilibrio, precisiamolo subito. Si può fare esperienza, questo indubbiamente, e divenire consapevoli di quanto nel proprio vivere la bilancia sia più portata a spostarsi dall’una o dall’altra parte. Vivendo si impara a conoscere le proprie reazioni in base agli andamenti dei rapporti con gli altri e di conseguenza si capisce se il naturale modo di porsi davanti agli eventi ha una radice più marcatamente sentimentale oppure al contrario limpidamente razionale.

E’ una questione di carattere? Probabilmente si. Di sensibilità? Ovvio che si. Ed è possibile a questo punto cambiare il proprio essere, la propria natura solo perché non ci piace e vorremmo saper reagire in modo diverso agli impatti emotivi? Direi di no: si può migliorare, in modo particolare sulla conoscenza di se stessi, creando quindi un livello di consapevolezza che può essere sicuramente d’aiuto e si può quindi imparare a gestire meglio il proprio carattere ma cambiarlo pensando che il passaggio da sentimento a ragione e viceversa sia solo un semplice gradino rischia di risultare solo controproducente.

Degno di sottolineatura è poi il fatto che certe esperienze possano o rafforzarci o addolcirci ma noi siamo noi e davanti a nuovi sguardi azzeriamo tutto e ci poniamo come la prima volta anche se ci siamo promessi di essere più forti, più sicuri di noi o più attenti. Insomma, vorrei essere pragmatico e avere la capacità di organizzare tranquillamente quello che sarà perché so che alla mia azione x corrisponde per forza una conseguenza y. Se y mi sta bene agisco, se y non mi sta bene o non sono certo che sia effettivamente y allora non agisco e continuo a rimanere sicuro e protetto da questi schemi.

Quando vinco è perché la sicurezza è pur sempre una qualità vincente, quando perdo non si fanno drammi dal momento che non dipendendo da me non si poteva fare altrimenti. In molti casi però è la linea emozionale a prevalere e quando si tratta di sentimenti non ci sono regole matematiche o traiettorie sicure da seguire. Un mio gesto nei confronti di una persona può provocare mille reazioni diverse rispetto a quella che posso pensare di prevedere. C’è chi si innamora di un sorriso e chi non ci fa nemmeno caso, chi ti dice che sarà per sempre e chi pensa solo all’ora successiva, chi trova mille scuse per non vederti e chi vorrebbe farlo ma non può per davvero, chi a distanza di anni si ricorda il colore dei tuoi occhi e chi nemmeno come ti chiami, chi ti scrive lettere e chi non risponde ai messaggi, chi ti abbraccia all’improvviso e chi per timidezza ti chiede se può farlo, chi ti pensa quando non ci sei e chi non ne ha bisogno. Ci sono persone che davanti alla forza di un sentimento non sanno fare calcoli e si fanno trasportare anche se sanno che quel sentimento per come sono le circostanze non sarà realizzato: nonostante ciò, però, i sentimentali non fanno nessun calcolo perché se c’è l’1% di possibilità di alimentare un’emozione in cui si crede, la loro risposta sarà sempre quella di mettersi in gioco, magari soffrendoci tantissimo se si rimane delusi ma avendo ad ogni modo rispettato quel sentimento. Rinunciare in partenza sarebbe una sconfitta ben peggiore e chi vive di sentimenti se vede una scintilla prova ad accendere il fuoco anche se ha il restante 99% di possibilità di scottarsi.

La ragione davanti ai grandi sentimenti che non hanno previsioni certe cede e nella canzone Giusy Ferreri e Federico Zampaglione sono attentissimi nel sottolinearlo. Nello specifico si parla di un amore che presenta le sue difficoltà e proprio per il suo essere privo di logicità risulta incerto nel suo modo di manifestarsi. L’unica certezza è riscontrabile nel fatto di non voler rinunciare a quell’amore, o più precisamente nel rendersi conto di non riuscire a rinunciarci, nonostante il tempo e tutte le circostanze che potrebbero influire sul suo affievolirsi. Invece no, senza che esista un perché, quell’amore non si allontanerà mai da noi e ci riporterà sempre al solito punto di partenza, che altro non è che il tentare di esprimerlo. E allora non è più così strano ascoltare un ritornello così lapidario che recita “l’amore mi perseguita”, dal momento che quell’amore è parte di noi e alla minima possibilità di coltivarlo risponderemo sempre di sì, presenti, nonostante un più freddo calcolo razionale potrebbe suggerirci di ignorarlo. Quel suggerimento ci arriva ma non lo sentiamo nemmeno per tutto il casino che dentro di noi sta già facendo l’amore.