Affrontiamo un tema collegandoci ad una canzone
Si intitola “8 Marzo” la canzone ad alto contenuto sociale presentata dalla giovanissima Tecla e che la stessa artista proporrà a Sanremo tra meno di un mese nella categoria “Nuove Proposte”. Attraverso un livello testuale molto maturo Tecla vuole difendere ad alta voce la figura della donna da tutte quelle violenze che purtroppo ancora oggi la vedono vittima.
Molto significativo il fatto che un tema di questa rilevanza venga trattato e affidato alla voce di una ragazza di sedici anni. Questo aspetto fa ben sperare perché mi viene da pensare che molti giovani possano ascoltare una canzone di una loro coetanea e sentirsi sempre più vicini a questa battaglia ancora ben lontana dall’essere vinta.
I ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani. Sapere che tra giovani coetanei possa circolare anche una canzone che denunci la violenza sulla donna mi fa presupporre che giovani coscienze potranno sentirsi più sensibili all’argomento, il che di sicuro non fa male. Sappiamo che la musica è detentrice di un potere speciale: smuovere le coscienze, far riflettere. Se tra giovani si parla e riflette ecco che allora il domani forse potrà essere vissuto sotto il segno di rispetto e responsabilità.
Al di là di questa premessa che ho tenuto a sottolineare, “8 Marzo” nello specifico si dimostra una canzone molto concreta “Ci vuole forza e coraggio, lo sto imparando vivendo ogni giorno questa vita”. Il brano presenta una serie di immagini e flash che coinvolgono ancora di più l’ascoltatore nel tema trattato “Io so la differenza tra uno schiaffo e una carezza”.
Risulta centrale a livello tematico essere consapevoli che non basti un giorno dedicato alla riflessione su questo fenomeno per eliminare il problema “E non basta ricordare di una festa con un fiore se qualcuno ci calpesta”. Il cambiamento deve partire dal senso di civiltà e di responsabilità. E se l’8 Marzo è una data destinata ad essere ogni anno di passaggio ciò che non deve mai passare è il rispetto che l’uomo deve nutrire nei confronti della donna.Sembra una frase scontata, me ne rendo conto. Ma leggendo i giornali ci accorgiamo che di scontato su questo argomento non c’è proprio nulla “In fin dei conti noi siamo di passaggio, come le rondini, come L’8 Marzo”.
Nessun tipo di giornata stabilita né alcun tipo di gesto simbolico potranno mai essere pienamente utili se in una società al posto del rispetto si trova la sopraffazione e al posto dell’amore una qualche forma di violenza, sia essa fisica o psicologica. Bei gesti e giornate simboliche possono di sicuro indicare la direzione giusta, ma non bastano per comporre l’intero percorso. Un ragionamento continuo che parta dalla sensibilità di ognuno, invece, potrà regalare soluzioni più efficaci. Perché nel percorso è giusto camminare in due, ed è bene farlo tenendosi per mano.
In conclusione è naturale affermare che una canzone non possa da sola risolvere un problema radicato come questo. Però, tra voce e melodie quel testo può arrivare più in là di quanto si possa pensare. Può toccare le corde di un carattere, curare una sensibilità ferita, smuovere una coscienza. “8 Marzo” non è lo soluzione di un problema ma la ricerca di una soluzione al problema “La violenza non ha giustificazione”. Amore e condivisione, quando potremo smettere di ritenerli sentimenti rari?
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