A tu per tu con Petit, a ridosso dell’uscita del nuovo singolo “Lingerie” e in occasione del disco di platino realizzato da “Mammamì”
Il 2024 di Petit è una stagione di trionfi e soddisfazioni, un percorso inaugurato con “Amici” e proseguito con la pubblicazione del suo primo omonimo EP. Poi l’uscita del singolo “Lingerie” e il disco di platino appena raggiunto con il singolo “Mammamì”. Abbiamo raggiunto il giovane artista per ripercorrere con lui le tappe fondamentali di questo suo fortunato periodo.
Petit; la nostra videointervista
Ci racconti com’è nato e come si è svolto il processo creativo di questo tuo nuovo pezzo?
«”Lingerie” è nata in maniera molto naturale. Siamo andati in studio io e Frada e abbiamo sentito la base di Kyv. Ci è venuto subito in mente di scrivere qualcosa di molto emozionante che racchiudesse sia la felicità e sia magari la tristezza in una relazione. Il testo parla di una relazione tra alti e bassi che non ho vissuto, però mi sono messo nei panni di questo tipo di storia».
Quali pensieri e quali riflessioni hanno ispirato questo brano?
«Sicuramente anche il racconto di un amico, che mi ha rivelato la sua storia. Questo mi ha portato poi a riflettere al punto da provare a calarmi nei panni di chi sta vivendo una cosa simile. Proprio per questo credo che sia una storia in cui le persone si possono rispecchiarsi facilmente».
Musicalmente parlando è un brano che mette in evidenza il tuo lato più introspettivo, che tipo di lavoro c’è stato in studio a livello di costruzione del sound di questo brano?
«Siamo partiti dal ritornello e poi abbiamo creato la struttura delle strofe, dello special, di tutto il resto. In maniera molto naturale, non ci abbiamo pensato troppo, è stato tutto molto istintivo. Il risultato mi piace molto e lo ritengo adatto e giusto per il tipo di periodo».
Sei reduce da un’estate pazzesca, hai partecipato a diversi festival, hai avuto modo di incontrare il tuo pubblico. Come lo descriveresti questo periodo che ci siamo appena lasciati alle spalle?
«È stato un periodo bellissimo, pieno di emozioni e di tantissime cose da fare. È stato praticamente un sogno, perché era quello che volevo da piccolo e realizzarlo è stato incredibile. Sentire le persone che cantano le mie canzoni è incredibile, per questo lo considero un momento molto bello e intenso».
Un successo incredibile di questo 2024 è “Mammamì”, da poco certificato disco di platino. Quale pensi sia il segreto di questo pezzo?
«La cosa che ho notato è che questo pezzo ha preso un po’ tutti, dai più piccoli alle persone più grandi. In effetti è uno di quei brani che possono cantare tutti, che fa divertire, che fa ballare, quindi credo sia stata questa la forza durante la scorsa estate di questo pezzo e, soprattutto, la mano e la mente di Dardust per l’arrangiamento che si è rivelato fondamentale».
E venendo all’esperienza di “Amici”, quali skills pensi di aver acquisito nella scuola?
«Più consapevolezza, poi sicuramente sono maturato nella scrittura, nell’approccio verso una canzone, nell’approccio in studio, sul palco. Quando devo affrontare palcoscenici importanti, mi sento più sicuro. Quindi “Amici” mi ha aiutato su tutto, è stata un’esperienza molto forte, difficile, ma ho cercato di imparare il più possibile per poter essere pronto una volta fuori».
Fondamentali sono stati gli incontri, sia dei tuoi compagni di viaggio, che dei professori. C’è una persona all’interno del programma che più di tutti ti ha lasciato e insegnato qualcosa?
«I vocal coach, Rudy Zerbi, anche i compagni. Insomma, tutte le persone che mi sono state vicine in quel periodo, alla fine mi hanno dato dei consigli, mi hanno fatto crescere e maturare. Sicuramente Maria De Filippi, con lei ho avuto un bellissimo rapporto, mi ha aiutato tanto perché mi ha fatto capire che bisogna rimanere sempre con i piedi per terra, lavorare sodo perché senza lavoro non si arriva da nessuna parte, anche se hai talento. Questo credo che sia il consiglio più importante che ho ricevuto e che sto cercando di seguire in ogni step della mia carriera».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di un brano come “Lingerie”?
«Sicuramente l’utilizzo del napoletano, non solo nelle parole ma proprio nel sound, nel ritornello. Questo mi rende tanto tanto orgoglioso e poi mi piace come pezzo, dall’inizio alla fine».
Nico Donvito
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