domenica 24 Novembre 2024

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Piccola riflessione di fine anno del cinghiale bianco: la musica ed il silenzio

Esiste la musica perché esiste il silenzio

Guidare e alzare il volume della radio, chiudersi in camera e ascoltare a decibel “impazziti” la musica nelle orecchie, persino assistere ad un concerto (speriamo presto!), sono tutte cose che, almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha fatto. La musica ci fa perdere e ci fa ritrovare, è per questo che alle porte del nuovo anno il cinghiale bianco fa una riflessione semplice ma che potrebbe essere da spunto per tutti: “E’ nato prima l’ uovo o la gallina“? E direbbe il cinghiale, ” inizia il silenzio prima o dopo la musica?”. Difficile da spiegare, eppure semplicissimo.

Questa riflessione si avvicina più all’ ntrospezione, poiché prima di parlare pensiamo, ma prima della musica altro non c’è che il silenzio. Il cinghiale bianco vorrebbe parlarne brevemente e dare al silenzio la giusta importanza, poiché è da esso che nasce e finisce tutto, e ad esso bisogna tornare per apprezzare tutto il resto.

Arnold Schönberg, musicista viennese vissuto nella prima metà del ‘900, fu uno dei primi a “distruggere” il sistema tonale per come lo avevamo conosciuto fino ad allora. Fu uno dei primi a sostenere che la musica fosse l’armonizzazione del silenzio. Per lui la creazione del “sonoro” era un tuffo negli abissi misteriosi nei mondi del silenzio: scendere verticalmente dal troppo al nulla e riemergere in superficie accorgendosi che è dal nulla che bisogna partire, come un neonato soffre la luce nei primi giorni della propria vita. Sulla “non luce” egli costruisce un bagaglio di esperienza sensoriale che si arricchisce e si strutturerà giorno dopo giorno, ma dal fastidio del “troppo” bisogna partire, perché non è mistero tutto quello che non c’è bensì è un passo in avanti che ci allontana dal “nocciolo”. Così, come il dialogo “divide” (l’etimologia greca ce lo dimostra), la musica “spezza” il silenzio e lo cancella per sempre.

Schönberg stesso disse: l ‘arte non nasce dal posso ma dal devo“, riportando l’esperienza della creazione musicale al soggetto, colui che dovrà distruggere il mondo del silenzio e subirne “l’onda d’urto” che sarà generata. Per il musicista viennese la musica era dunque non “la creazione dal niente“, ma dal “non suono”, da vivere e sentire come l’esperienza stessa della musica.

Si parla alla fine di quest’anno del nulla, il cinghiale bianco specula sul silenzio per invitare ciascuno a chiudere gli occhi ogni tanto, e a vivere l’attimo prima della creazione di ogni vibrazione, svuotando i nostri pensieri e le nostre orecchie, non per goderne, ma per gioire dell’attimo in cui sentiremo la musica esistere. In quel momento si che il nostro cuore si riempirà e tutte le frequenze da noi percepite ci faranno vibrare. “Ascoltiamolo” ogni tanto, il silenzio, ed impareremo a vivere meglio la musica.