Le canzoni possono ancora far parlare
Viviamo negli anni del perbenismo e dei benpensanti, negli anni in cui nemmeno le canzoni sanno più dividere, raccontare davvero qualcosa, emozionare, far riflettere e far parlare di sè e dei propri contenuti. Quando le canzoni erano davvero “Canzoni” Faletti cantava un qualsiasi “minchia signor tenente” e Lucio Dalla pensava alle ragazze madri in “Gesù bambino”. Persino l’Ariston aveva accolto con favore, ma non senza divisioni e giusti dibattiti, il tema della mafia di “Pensa” o della pazzia di “Ti regalerò una rosa”. Oggi, invece, meglio restare all’interno di una zona di confort senza troppi rischi.
Non diamo perle ai porci, dunque. Ma chi l’ha detto che il pubblico italiano è esattamente sovrapponibile alla dimensione dei porci? Non sarebbe meglio credere e pensare che, in realtà, il pubblico vale molto di più e che merita assai di più di quanto i cosiddetti “poteri forti” scelgono di concedergli?
Ecco allora che, forse, mai come quest’anno e proprio in virtù di suddette ragioni una canzone come Caramelle di Pierdavide Carone e dei Dear Jack meritava l’opportunità di “istruire il popolo bue” o, più semplicemente, di restituire la dignità del dibattito alla musica. Che il brano sia stato escluso dal prossimo Festival di Sanremo non è più una novità, che moltissimi artisti abbiamo in realtà sostenuto la causa di una tematica così importante affrontata in musica rende onore alle stelle del nostro panorama artistico ma che ancora nessuno abbia voluto spendere una parola chiara riguardo ai perchè di alcune scelte un po’ ci preoccupa.
Perchè è vero che Claudio Baglioni ha smentito categoricamente l’idea che Caramelle si stata esclusa per motivi di “censura” da Sanremo 2019 ma nessuno, nemmeno il direttore artistico della kermesse, ha spiegato davvero perchè allora sia stata fatta fuori. Se di censura non si tratta l’unica altra idea che può venire in mente è quella che, come ventilato dallo stesso Carone in una recente intervista concessa al Corriere della Sera (qui), i nomi degli artisti in questione non fossero sufficientemente “appetibili” per un’organizzazione che ha palesemente alcuni interessi da tutelare e, oserei dire, da favorire.
Sarà mica che l’esclusione di un brano importante per la tematica, con un testo scritto in maniera eccellente e con una melodia fresca, orecchiabile e perfetta per la rotazione radiofonica sia stata dovuta al fatto che nè Pierdavide Carone nè i Dear Jack appartengono ad una major discografica? O, forse, alla constatazione che nessuna delle due entità artistiche ha a che fare con una data società di managment e tour promoter che in questo Sanremo 2019, come in parecchi delle passate annate, conta relativamente tanto? Il dubbio viene perchè la scusa non può essere che il brano non sia stato ritenuto degno…
Noi comunque, nel nostro piccolo, vogliamo contribuire al sostegno di una canzone che merita attenzione per ciò di cui parla, per come lo fa e per le note e le voci che usa. Se di censura si è trattato Recensiamo Musica tutta risponde con le braccia aperte e con un caloroso invito a Carone e i Dear Jack per una chiacchierata a quattr’occhi su questa “Canzone”. Se, invece, davvero non fosse stata censura o scelte di “marketing artistico” ci auguriamo che chi di dovere risponda finalmente in modo chiaro.
Ilario Luisetto
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