Pierdavide Carone e il suo genuino cammino con “Carone” – RECENSIONE

Pierdavide Carone

Analisi del nuovo album di Pierdavide Carone. Un genuino percorso all’interno del suo mondo artistico. “Carone” è disponibile dal 25 ottobre 2024

Pierdavide Carone, artista che ha visto i suoi albori nella scuola di Amici, ha nuovamente liberato la sua vena creativa all’interno della sua opera ultima, “Carone” (qui la nostra recente intervista). L’album ha un approccio moderno ma personale, suddividendo i reali componimenti tra tre brevi intervalli: un preludio, un interludio e un postludio che succedono l’opera in momenti differenti. Pierdavide Carone recensione

In “Hey” Pierdavide ci fa immergere in un turbinio di due anime che si uniscono, si mescolano e da due singole individualità si trasformano in una ragione unica. Si prosegue con “Carla e la credenza” in cui l’artista libera tutta la sua creatività, senza limiti e censure. Una libertà che traspare tutta senza freni, un’ indipendenza lirica che non va mai a discapito di un ritmo coinvolgente e perfettamente centrato.

Ecco l’inteludio che ci porta all’interno di un altro dei mondi di Carone. “Mi vuoi sposare?” è infatti una canzone più intima e personale. In cui è quasi impossibile non cogliere quelle ispirazioni di chiaro stampo cantautorale: Dalla, Cremonini, De Gregori…

E, rimanendo ovviamente sullo stesso filone, ecco “Manchi”. Ed anche qui incontriamo un ritmo coinvolgente che va ad abbracciare l’immancabile poeticità che l’artista riesce a sprigionare come se fosse la cosa più naturale del mondo. Qualche sprazzo di un Jovanotti più recente si mescola con la leggerezza di un maturo Cremonini, che viene sapientemente mescolata in uno stile unico e del tutto personale.

Ed eccoci a “Lilli e il vagabondo”. Nuova poesia: delicata, soave, leggera. Il testo dimostra l’innata capacità di Pierdavide di scrivere parole in successione capaci di generare un turbinio emozionale che ha pochi eguali. Un richiamo ad uno dei film d’animazione più iconici della storia, rivisto in chiave poetica e musicale.

“Ogni 28 giorni”, inutile girarci intorno, è una canzone dedicata al marchese, non certo inteso come titolo nobiliare. Era possibile fare un brano su questa tematica senza essere volgare, trash, banale? Sì, Pierdavide Carone ci è riuscito con una sapienza originalissima e divertente, senza mai essere offensivo, destabilizzante e imbarazzante in modo alcuno.

Il postludio precede infine l’ultimo brano dell’album. “I soliti film” è un epilogo semplice, cadenzato. Fatto di rime baciate e piccoli momenti. Una conclusione leggera ma non banale, capace di accompagnarci al ritorno alla vita con il sorriso…

Carone” è un percorso di canzoni d’amore, mai scontato. Sì, quell’amore cantato ovunque, spesso in modo impersonale, piatto e scialbo. Non è il caso di quest’opera di Pierdavide Carone, dove la sua originalità è nuovamente viva, presente, illuminante. Una visione dell’amore in chiave lirica e unica nel suo genere. Difficile da ascoltare altrove, e, seppur come detto precedentemente, i richiami al cantautorato italiano non mancano, l’artista riesce a trasformare tali esortazioni in letture e trasformazioni personali, singolari e impagabili. Un album volutamente conciso, perfettamente equilibrato.

Pierdavide Carone è riuscito ancora una volta a compiere un cammino genuino, schietto, naturale e spontaneo. Un artista che meriterebbe palcoscenici importanti. Un cantautore meritevole di essere ascoltato da un pubblico sempre più vasto, ed apprezzato in questa sua forma pura, senza filtri, diretta e autentica. “Carone” è un album che scorre via come acqua di fiume cristallina. Una raccolta che va ammirata e assaporata e che non risulta mai stucchevole ed eccessiva. Un componimento delicato e piacevole che ci fa immergere ognuno tra i nostri ricordi passati, emozioni presenti o speranze future, lasciandoci un sapore dolce e avvolgente.

Scritto da Giovanni Saracino
Parliamo di: