Pierdavide Carone: “Ho messo un punto per poter guardare avanti” – INTERVISTA
A tu per tu con Pierdavide Carone, che si racconta in occasione dell’uscita del nuovo album “Carone”. La nostra intervista al cantautore pugliese
Dopo un anno intenso tra esperienze televisive, concerti e nuovi incontri, Pierdavide Carone torna con “Carone”, un disco che abbraccia la sua doppia anima: quella più intima e quella corale. Nell’intervista, l’artista si confida sul valore umano delle collaborazioni, sul ritorno di brani rimasti nel cassetto e sulla serenità ritrovata.
Il suo nuovo album, uscito lo scorso 7 novembre per Zoo Dischi / ADA Music Italy, intreccia introspezione e condivisione, grazie alla presenza di diversi ospiti: da Gigliola Cinquetti ad Alex Britti, passando per Paolo Vallesi, Martina Attili, il Coro Lirico Siciliano e Sacchini. Un disco sincero, intenso e pieno di vita, dove Pierdavide si racconta senza filtri, tra memoria e nuove consapevolezze.
Pierdavide Carone racconta il nuovo disco “Carone”, l’intervista
Cosa aggiungono le nuove canzoni e collaborazioni alla prima parte uscita un anno fa?
«Di sicuro aggiungono persone, perché questa seconda parte è l’opposto della prima, che avevo scritto e registrato quasi da solo. Ora è tutto più corale: in una canzone c’è addirittura un coro, quindi lo è davvero in tutti i sensi».
In mezzo c’è stato “Ora o mai più”, una vittoria e un’estate piena di concerti. È stato un bel fuori programma, no?
«Sì, un bellissimo fuori programma. Quando uscì la prima parte del disco pensavamo che sarebbe stato un anno tranquillo, invece è successo di tutto. Quegli eventi hanno influenzato inevitabilmente il modo in cui questo disco è diventato quello che è. I fuori programma, in questo caso, sono stati il vero programma del disco».
“Ora o mai più” ti ha portato anche all’incontro con Gigliola Cinquetti, con cui hai inciso “Di notte”. Quanto è stato importante questo incontro?
«Fondamentale, anche a livello umano. Mi ha accompagnato in una vittoria importante e le sarò grato per sempre. La scelta di incidere “Di notte” è nata proprio durante la prima esibizione del programma. Non è stato un modo per autocelebrarmi, ma per condividere un momento con un’artista che amo molto. Gigliola rende il pezzo nuovo, non è una semplice rilettura».
Nel disco ci sono anche Alex Britti, Paolo Vallesi, Martina Attili, il Coro Lirico Siciliano e Sacchini. Come li hai scelti?
«Il criterio è stato umano. Tutti loro hanno con me un legame che nasce dalla musica ma si esprime anche in altre forme. Questa seconda parte di duetti non nasce dal bisogno di fare notizia, ma dal piacere di stare insieme. È stato come fare un barbecue musicale: entrava un artista, usciva un altro, si rideva, si stava bene».
In “Carone” si percepisce una grande ispirazione. Ti senti in un momento particolarmente prolifico?
«Sì, ed è una bella sensazione. Alcune canzoni sono rimaste fuori, non perché avessero meno valore, ma per motivi di equilibrio del disco. È confortante sapere che il serbatoio non è finito, anzi, non vedo l’ora di pubblicare il prossimo lavoro, anche se questo è appena uscito!».
“Ti odio” nasce nel 2012 ed è rimasta sospesa per anni. L’incontro con Alex Britti ha chiuso il cerchio?
«Esatto. L’abbiamo scritta 13 anni fa e non era mai arrivato il momento giusto. Forse doveva aspettare. Ora, con lui che canta e suona, è diventata ciò che doveva essere. A volte serve solo pazienza: le canzoni accadono quando devono accadere».
In “L’uscita degli artisti”, con Martina Attili, riflettete sul confine tra persona e personaggio. È un disco che apre al dialogo?
«Molto. Dopo tanta solitudine creativa, avevo bisogno di condivisione. Ho voluto sovvertire quella solitudine anche musicalmente, lasciandomi attraversare dai pensieri e dalle parole degli altri. È la prima volta che includo canzoni non scritte da me, ed è stato bellissimo: le ho fatte mie e mi hanno arricchito».
Per concludere, sembra che “Carone” sia un disco di riconciliazione con te stesso e con la tua storia. Ti senti finalmente in pace?
«Sì. Direi che il 2025 è stato l’anno in cui ho messo un punto su tutto, per poter guardare avanti. Ho fatto pace con ciò che mi sono lasciato indietro e credo che sia questa la base della felicità di oggi. Adesso posso davvero guardare al futuro con serenità».