venerdì 22 Novembre 2024

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Pietro Napolano: “Bisogna cercare di valutare le cose da più angolature” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore napoletano, che rompe il suo silenzio musicale con il singolo “Relativo

Tempo di nuova musica per Pietro Napolano, artista che ricordiamo per la sua partecipazione alla quarta edizione di “Amici”, talent show nel quale è nato il legame affettivo con Piero Romitelli e la successiva nascita dei Pquadro, duo musicale che ha ottenuto parecchi successi, come non citare tra tutti “Malinconiche sere” presentata nel 2007 al Festival di Sanremo. Il cantautore napoletano torna a far sentire la propria voce con un nuovo singolo, intitolato “Relativo”, una bella canzone pop, orecchiabile, che ti rimane in testa, che ti fa muovere il piedino ma ti spinge anche a pensare, a riflettere su questo grande spettacolo in HD che è la vita.

Ciao Pietro, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo intitolato “Relativo”, cosa hai voluto fotografare attraverso le righe e le note di questo brano?

«Con questo brano il messaggio è sicuramente legato al concetto che nella vita, a seconda di come vadano le cose, tutto può realmente cambiare. L’idea è partita dalla famosa frase di Einstein, che dice: “Prendi un ultracentenario che rompe uno specchio: sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie”. Il senso è proprio questo, saper guardare le cose da ogni angolatura, capire che da ogni punto la prospettiva può cambiare, che ogni persona ha una sua storia e una sua realtà. Bisogna sempre cercare di valutare qualsiasi cosa da più punti di vista».

Un brano composto a quattro mani con Piero Romitelli, amico e compagno di diverse avventure artistiche; come non citare i Pquadro? Com’è nato e come si è evoluto nel tempo il vostro rapporto?

«Guarda, io e Piero ci siamo conosciuti nel 2004, durante i provini di “Amici”, già lì è scattata subito un’alchimia, proseguita poi durante il corso del programma, ma anche successivamente, quando la nostra amicizia si è evoluta in un vero e proprio rapporto artistico. Così sono nati i Pquadro, siamo andati a Sanremo, abbiamo fatto la colonna sonora di High School Musical e tantissime altre cose belle, dividendo molti momenti importanti insieme. Praticamente vivevamo in simbiosi, abitavamo anche nello stesso appartamento a Roma, eravamo veramente fratelli, il rapporto è sempre stato fantastico e continua anche adesso, ancora oggi ci sentiamo, pur non vedendoci più come prima perché lui è tornato a Macerata e io a Napoli, ma l’amicizia continua e questa canzone ne è una bella rappresentazione».

Che ruolo gioca la musica nella tua vita quotidiana?

«E’ una domanda semplice, ma allo stesso tempo molto complicata, perché si può cadere sempre nella banalità. La musica per me credo che sia magia, è quella cosa che racchiude in sé tanti poteri, ti può curare, ti può portare indietro nel tempo, ti fà soffrire, ti fà gioire, ti fà emozionare. Per me è una compagna di vita e, come accade in tutte le relazioni, a volte, si possono vivere momenti altalenanti, i tipici alti e bassi di qualsiasi rapporto. Nonostante questo la musica ha avuto e ha una grande importanza».

La relazione di coppia tra te e la musica, in questo momento, come procede?

«Procede bene (sorride, ndr), perché è appena uscito il singolo, quindi ci flirtiamo, c’è un bel rapporto».

In Italia ci sono due appuntamenti musicali molto importanti, mi riferisco al Festival di Sanremo e ad Amici, uno c’è da settant’anni e l’altro da venti. Tu hai partecipato ad entrambi, partiamo dal primo: cosa ti ha lascito di concreto questa esperienza e quanto pensi sia cambiato negli anni a livello di format?

«A livello di format penso che “Amici” sia cambiato quasi totalmente, perché quando ho partecipato io era ancora un’accademia, studiavamo tutte le discipline, non solo il canto, ma anche recitazione e danza. Sicuramente oggi ci sono molte più possibilità, perché all’interno del programma ci sono le case discografiche, mentre all’epoca non ancora. Personalmente quell’esperienza mi ha insegnato veramente tanto, oltre a farmi crescere nella mia materia mi ha permesso di approfondirne altre, infatti, appena conclusa la trasmissione ho partecipato per ben due anni al musical “Footloose”, un’avventura che mi ha arricchito artisticamente a 360 gradi».

Un format che invece non cambia mai è Sanremo, nel senso che si rinnova, cambiano i regolamenti e i direttori artistici, ma fondamentalmente Sanremo resta Sanremo. Che ricordi hai di quella partecipazione del 2007 con la bellissima “Malinconiche sere”?

«Sanremo è un appuntamento imperdibile, sia per me che per la mia famiglia da sempre. Ho un ricordo fantastico di quella settimana, nonostante sia stata molto intensa, tra interviste e prove non stavamo fermi un minuto. Calcare quel palco è stata l’emozione più grande che ho provato fino ad oggi».

Veniamo all’attualità, le videointerviste ai tempi del Coronavirus, stiamo realizzando questa chiacchierata tramite Skype non a caso. Personalmente come stai vivendo questo momento?

«Devo dirti la verità, tutto è iniziato in concomitanza dell’uscita del singolo, quindi, avendo tantissime cose da fare durante il giorno, tra interviste e post sui social non sto soffrendo particolarmente questo stare a casa in maniera forzata. Per me è un momento particolare perché torno dopo anni in cui ero fermo e fuori dalla scena musicale, di conseguenza sono molto coinvolto ed emozionato, tutta questa euforia mi sta aiutando a vivere meglio questo momento. In generale, credo che la musica in questa situazione sia importantissima, perché è in grado di portarti lontano».

Passato questo momento, cosa dobbiamo aspettarci dal tuo prossimo futuro? Immagino che in questi anni tu abbia messo da parte un po’ di canzoni…

«Eh sì, ne ho messe da parte un bel po’ in questi anni in cui sono stato fermo. Sto lavorando a tantissime cose, anche se non so dirti ancora se ci sarà subito un album o piuttosto qualche altro singolo prima, ma sicuramente c’è in cantiere l’idea di proporre altro. Aspettiamo l’evolversi di “Relativo”, vediamo come procede tutto, ma mi sento di dirti che ci sarà comunque altra musica. Sai, in questi anni di stop discografico in realtà non sono stato con le mani in mano, ho un altro lavoro e non ho materialmente il tempo di dedicarmi come prima ventiquattro ore su ventiquattro alla musica. In questi giorni ho ricevuto davvero tantissimo affetto e tantissimo supporto, quindi sicuramente presto ci sarà qualcos’altro di nuovo».

Ti è mancata la musica?

«Mi è mancata come l’aria, te lo posso giurare». 

Per concludere, c’è un particolare insegnamento che ti porti dietro e che senti di aver imparato in questi anni di attività dalla musica?

«La lezione che mi ha dato la musica in questi anni è che niente è scontato, che nessuno ti regala niente e che devi andarti a prendere tutto quello che vuoi. Nel mio percorso ho avuto sia diverse batoste che parecchie soddisfazioni, infatti mi ritengo molto fortunato, ma affrontare anche momenti di difficoltà ti permette di capire che davvero nulla è scontato e che bisogna darsi tanto da fare». 

© foto di Gaia Merolla

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.