giovedì 12 Dicembre 2024

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Pinguini Tattici Nucleari: guida all’ascolto di “Hello World”, istruzioni per l’uso

Fuori dal 6 dicembre l’album dei Pinguini Tattici Nucleari, intitolato “Hello World”, nuovo capitolo della loro personale saga discografica

Pinguini Tattici Nucleari sono tornati con “Hello World”, il nuovo attesissimo album disponibile da venerdì 6 dicembre per Epic \ Sony Music Italy. Si tratta di un viaggio tra 15 brani che invitano l’ascoltatore a mettersi “scomodo”, a lasciarsi coinvolgere, a sentirsi parte attiva e non passiva del proprio sentire.

«”Hello World” è la prima frase che gli studenti di programmazione, per tradizione, imparano a far ‘dire’ a un programma – spiegano i Pinguini Tattici Nucleari – queste due semplici parole sono la sintesi di tutto: soggetto e contesto, input e output. Ogni volta che una band pubblica un album é come se salutasse il mondo, portando fuori quello che é stato chiuso ‘dentro’ per anni, le canzoni. Hello World é il nostro nuovo viaggio e accoglieremo chiunque si voglia unire a noi. É un viaggio tortuoso, dove a volte ci si deve adattare, ma promettiamo che ne varrà la pena: mettetevi scomodi».

Il disco, quindi, parla in primis di tecnologia, la stessa che racconta i nostri bisogni. Di fatto, è un progetto pensato per essere suonato live: «Ci sono dei pezzi che sono la band e basta, anche dal vivo non avranno sequenze. È tutto volto a celebrare la collettività, non c’è individualismo. Noi abbiamo sempre certa di diffondere questo principio, auspichiamo un mondo di più band e di meno soliste. La democrazia è la quintessenza del collettivismo».

Tra canzoni da cantare a squarciagola a un live, brani carichi di un’ironia fresca e leggera, citazioni pop e ballad più intime, “Hello World” trasmette messaggi positivi e, anche i concetti più elaborati, vengono esposti con semplicità e leggerezza: «Da sempre cerchiamo di trasmettere un’idea di normalità e la nostra non è una normalità che esclude – spiega il frontman Riccardo Zanotti – il pop deve essere inclusivo, da tutti i punti di vista. La spiegazione del perché stiamo andando bene è dettata bene dal fatto che siamo ragazzi di periferia, non siamo perfetti o estremamente morigerati, ma forse nel panorama di oggi lo sembriamo».

I Pinguini Tattici Nucleari realizzano così un album ricco e variegato, in grado di parlare a tutti indistintamente, senza ammettere esclusi: «Fino a qualche anno fa parlavamo alla nostra generazione e a quelle sotto, mentre negli ultimi tempi ci siamo accorti che il nostro pubblico è molto più variegato. “Hello Word”, non a caso, è un disco cheparla a più generazioni».

Pinguini Tattici Nucleari, la track by track di “Hello World”

HELLO WORLD

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Hello World è la prima frase che gli studenti di programmazione, per tradizione, imparano a far “dire” a un programma. Queste due semplici parole sono la sintesi di tutto: soggetto e contesto, input e output, dentro e fuori. È l’intro del disco e quindi una porta che dà sul nostro (nuovo) mondo. È una canzone che inizialmente sembra intima, ma poi si trasforma in qualcosa di più grande, di corale. Questa contrapposizione tra singolare e plurale sta alla base del pezzo. La musica è un’esperienza che va vissuta per forza in entrambi i modi, a seconda dei casi: a volte ascoltandola da soli in cuffia nella propria stanza, altre cantandola a squarciagola con migliaia di persone a un concerto.

PER NON SENTIRE LA FINE DEL MONDO

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Per non sentire la fine del mondo è un manuale d’istruzioni per vivere con distrazione. Fuori il mondo brucia, patisce e peggiora giorno dopo giorno e, in un contesto del genere, è chiaro che qualche volta lo sconforto ci assalga. È sacrosanto cercare di cambiare rotta, di migliorarci, ma certe sere manca proprio la voglia di fare gli eroi. Ecco, tra i milioni di divertissement possibili, il ballo è il più funzionale. Se proprio il mondo deve morire, che muoia ballando. D’altronde tutto è iniziato con il Big Bang, che a pensarci bene non è altro che un grande party, allora perché non può finire allo stesso modo?

ISLANDA

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Islanda è un viaggio che non sai dove ti porterà. Tutti viaggiano per motivi diversi: chi per abbracciare una nuova vita, chi per superare qualche trauma, chi per noia e chi per coraggio. Quando parti e te ne vai perché vuoi lasciarti alle spalle qualcuno, tutto ha un sapore diverso. Islanda parte da questa consapevolezza ed è dedicata a chi viaggia per dimenticare, o per meglio dire per creare nuovi ricordi. Noi stessi siamo stati in Islanda tutti insieme come band ed è stato un viaggio unico. Così abbiamo deciso di scriverci una canzone, che sarà anche un po’ malinconica ma che di sicuro non ha paura dei nuovi inizi.

BURNOUT

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli

Burnout affronta un tema particolare, lo stress derivante dalla mia professione. Negli ultimi tempi tutti abbiamo letto le testimonianze di vari artisti che lamentano un costante stato di ansia e insicurezza dettato dalla competizione dei “numeri”. Questo porta ad un’alienazione ingombrante che inficia la creatività e, nei casi peggiori, può sfociare in una vera e propria depressione. Non sono ingenuo: i numeri hanno la loro importanza, ma un numero non è per forza un valore. Una famosa frase di Andy Warhol recita: le persone si dovrebbero innamorare con gli occhi chiusi. Aggiungo che dovrebbero anche ascoltare musica nello stesso modo.

NEVICA

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Quando ero bambino e mi svegliavo le mattine d’inverno speravo sempre di vedere la neve, affacciandomi alla finestra. Vengo dalla provincia bergamasca e lì, quando nevica, si chiudono un sacco di attività. L’idea di stare a casa da scuola mi elettrizzava perché sembrava di “rubare un giorno alla vita” per regalarlo a me stesso. In fondo vivere è una lotta fra il tempo che dedichi agli altri è quello che dedichi a te, e in una relazione questo equilibrio viene spesso sconvolto. Tutti vorremmo un amore soleggiato, ma la verità è che spesso arriva la neve e, quando nevica, a volte vale la pena chiudere tutto e stare soli coi propri pensieri.

YOUR DOG

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Quando mi sono trasferito feci subito amicizia con una vicina che incontravo quasi ogni giorno. Era una signora molto anziana, con pochi amici e parenti. Anzi, a dire il vero non l’ho mai vista in compagnia di nessuno, se non del suo cagnolino, che portava a spasso con una certa frequenza. Una sera, tornando a casa, trovai un’ambulanza fuori dal cancello e intuii subito che doveva essere per lei. Si dice che, quando ce ne andiamo, continuiamo a vivere nei ricordi di chi ci ha voluto bene. Io penso che nei ricordi di un cane risieda la parte migliore di noi.

AMARO

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

La parola Amaro è una sintesi tra due altre parole, amare e amato. Sono presente e passato che dialogano. Vicino alla mia vecchia scuola superiore c’è uno skatepark dove, da adolescenti, ci si andava a “imboscare” la notte. Ogni tanto ci passo ancora davanti e mi tornano in mente alcune mie liaisons liceali, che sembravano dover durare per sempre e che invece si sono consumate nel giro di un’estate. Con il tempo impari a coglierne l’ironia: ogni per sempre è valido fino a che non finisce.

ALIENI

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli

Ci sono certe notti in cui alzo gli occhi al cielo e spero solo che arrivi qualche alieno per portarmi via da qui. Tutti i problemi, le sfide e le paranoie quotidiane sembrerebbero minuscole, ad anni luce di distanza. Il mondo parrebbe un formicaio e i sensi di colpa di miliardi di persone perderebbero di significato, tutti lavorerebbero per tutti. Vinceremmo e perderemmo insieme. Alieni parla di questo: scappare, magari anche solo con l’immaginazione, per riuscire a ridimensionare ogni cosa.

FUCK YOU VINCENZO

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Tutti noi abbiamo quell’amico che immancabilmente rovina ogni nostro tentativo di approccio al bar o in discoteca. È come se fosse stato messo lì dal destino, con il preciso intento di far andare male le cose. Fuck you Vincenzo è dedicata proprio a quell’amico a cui, per quanto possa essere imbarazzante, imbecille e inappropriato, vogliamo sempre e comunque bene.

ROMANTICO MA MUORI

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Sento sempre più spesso frasi come “il romanticismo sta morendo” o “i romantici non esistono più”, tanto che per un po’ ho pensato fosse vero. Il fatto è che vivo gran parte della mia vita a Milano, una città che a volte nasconde l’amore sotto i marciapiedi affollati e i lavori in corso. Un giorno ero al bar e ho visto due ragazzi, una bellissima coppia che un tempo qualcuno avrebbe chiamato due “punkabbestia”. Sembravano amarsi senza riserve, muovendosi lenti e felici per la strada con la sicurezza di chi non ha idea di dove andare. Lui le teneva la mano con una leggerezza mai vista, quasi sfiorandola. Li ho immaginati erranti in un viaggio senza fine, come partecipi di un’eterna vacanza lontano dalle regole del mondo. In realtà non so cosa fossero realmente, magari solo amici, però ho deciso che Romantico ma Muori è una canzone vera tratta da una storia finta ed è dedicata al romanticismo che, nonostante tutto, non ne vuole sapere di morire.

PICCOLA VOLPE

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti

Piccola volpe non è altro che una ninnananna che, con un tono dolce e pacato, vorrebbe spiegare che cosa sia il consenso e come le relazioni sane non possano prescindervi ai bambini. Per farlo ricorre a una struttura che tutti conosciamo bene, quella della favola. Con questa canzone intendo spiegare che il concetto di “addomesticamento” legato alle relazioni porta a grandi problematiche emotive e sociali. Sono figlio di una maestra elementare e non passa giorno senza che mia madre si lamenti del fatto che ai bambini non viene insegnata l’educazione all’affettività. Ho provato a dare il mio minuscolo contributo.

NATIVI DIGITALI

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli

L’idea che un giorno lontano macchine e uomini si scontrino in una vera e propria “guerra esistenziale” da sempre affascina la scrittura fantascientifica. Il tema intriga anche me, anche se penso che non ci sarà mai alcun conflitto: è grazie alla pace che le macchine vinceranno la guerra. Ci sono attitudini intrinseche nell’animo umano, prima fra tutte la pigrizia, che rendono la gara persa in partenza. Con Nativi Digitali mi sono immaginato un futuro distopico dove solo uno sparuto gruppo di esseri umani riesce a sfuggire allo strapotere delle macchine, scegliendo di vivere in apposite riserve, lontane da algoritmi e codici.

BOTTIGLIE VUOTE

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli , Giorgio Pesenti

Ci sono centinaia di cittadine della Liguria che, terminata l’estate, si svuotano in un batter d’occhio. Appartamenti e villette che per mesi rimangono inabitati e gelidi, come sospesi nel tempo. Per quanto mi riguarda il Mar Ligure raggiunge il suo più gran splendore proprio durante le ventose notti invernali e infatti, in questa stagione, cerco di andarci il più spesso possibile. Il suono delle onde a Dicembre, lontano dal classico casino estivo della movida in riviera, mi calma. È un po’ come se fossi un naufrago e il mare rispondesse a tutte le richieste di aiuto che gli metto nelle bottiglie.

MIGLIORE
Riccardo Zanotti, Enrico Brun

Dopo un tragico caso di femminicidio, nauseato e incredulo, ho preso un foglio e mi sono messo al pianoforte. Sono ben consapevole che il mondo non si cambia con la musica, ma se anche solo una canzone può portare a un dibattito – al bar, in una scuola o in uno spogliatoio – allora ha fatto il suo. Pure nel buio più profondo, non dobbiamo smettere di sperare in un futuro migliore.

TITOLI DI CODA

Riccardo Zanotti, Marco Paganelli

Titoli di coda è la conclusione del viaggio, le luci che si spengono dopo il concerto, i crediti che scorrono alla fine di un film. In questa canzone c’è spazio per tutto, dai ringraziamenti alle rivendicazioni. L’album è iniziato con una voce singola che si è fatta coro e termina con un coro che si fa voce singola. Questo serve a sottolineare l’idea di ciclicità che sta alla base del disco: se compissimo un viaggio attorno al mondo, lungo la sua circonferenza, alla fine ci troveremmo nell’esatto punto da dove abbiamo incominciato. È un saluto a tutte le persone che hanno “navigato” questa tracklist insieme a noi, ma anche un arrivederci: ci rivediamo ai concerti.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.