A tu per tu con i Potara, per parlare del singolo “Bubble Pop”. La nostra intervista al duo musicale
I Potara hanno coniato il termine “Bubble Pop” per descrivere il loro genere musicale, che nasce dalla fusione di elettronica, top line pop e le metriche serrate tipiche dell’urban. Il loro sound sfrutta tecniche di sintesi per creare effetti esplosivi, spesso caratterizzati da suoni liquidi, da cui deriva il nome “bubble”.
Durante le audizioni di X Factor 2024, i Potara hanno letteralmente conquistato il pubblico con una fusione sorprendente tra Tha Sup e Luigi Tenco: due mondi apparentemente distanti che loro sono riusciti a fondere in maniera impeccabile. La loro esibizione ha scatenato una standing ovation in sala, dimostrando subito la loro capacità di innovare e stupire.
Il vostro nuovo singolo “Bubble Pop” è un pezzo che esprime la fusione di diversi generi musicali. Com’è nato?
«”Bubble pop” è il nostro primo singolo, prende il nome dal genere musicale che abbiamo inventato e che è anch’esso una fusione tra elettronica, top line pop e metriche serrate tipiche dell’urban. Il nostro sound sfrutta tecniche di sintesi per creare effetti esplosivi, spesso caratterizzati da suoni liquidi, da cui deriva il nome “bubble”.
Il brano nasce dall’esigenza di battezzare questo progetto. Il testopuò sembrare molto leggero e spensierato, ma in realtà ha un testo molto deep: parliamo di tutte le cose belle della vita, che come le bolle di sapone hanno breve durata e possono finire da un momento all’altro. Concettualmente la vita stessa può essere paragonata ad una bolla di sapone: splendida, fragile e fugace. Un’altra riflessione che abbiamo fatto è che le bolle contengono il nostro fiato, utilizzato per dare vita a qualcosa di magico. “Respira forte che fai invidia alla morte” è forse la frase che più di tutte racchiude il messaggio che volevamo trasmettere. Carpe Diem raga!».
Come descrivereste l’evoluzione del vostro sound dalla prima volta che vi siete incontrati fino a oggi?
«Il nostro sound è cresciuto con noi nell’ultimo anno e mezzo. Il nostro incontro ci ha fatto crescere sia dal punto di vista umano che dal punto di vista artistico. Pensiamo che anche musicalmente ci sia stata una vera e propria fusione. Abbiamo unito la vena urban, elettronica, EDM di Deku all’emozionalità armoica degli strumenti acustici che piacciono a Jo. Questa caratteristica è sempre presente nel nostro progetto ed è una combo secondo noi funzionale».
La vostra musica è caratterizzata da suoni liquidi e sintetici. Come lavorate in studio per ottenere questi effetti così distintivi?
«In studio lavoriamo sodo per caratterizzare il nostro sound e diversificarlo da quello che c’è in giro. Siamo convinti che le colonne portanti di un brano restano le stesse da quando esiste la forma canzone, ma avoriamo sui singoli elementi per ricercare l’originalità, scegliendo con cura ogni suono che decidiamo di inserire nelle nostre produzioni. Ci serviamo della sintesi come degli strumenti acustici».
Durante le audizioni di X Factor, avete sorpreso tutti con una fusione di Tha Sup e Luigi Tenco. Com’è nata quell’intuizione?
«Alle Audition di XFactor abbiamo portato una fusione tra Tha Sup e Luigi Tenco. Sembra assurdo ma li amiamo entrambi e pensiamo che siano due compositori ed autori con lo stesso valore artistico nati in due epoche differenti. Abbiamo notato una certa corrispondenza tra la linea melodica di “Mi @mi o è f@ke” e quella di “Mi sono innamorato di te” e abbiamo pensato di provare a fonderle. Questa fusione deriva anche dai nostri diversi background musicali. Deku viene dall’elettronica ed ha riferimenti più urban, Jo viene dal cantautorato classico e dalle orchestre. Anche nel sound ci siamo uniti per creare un ibrido. Inoltre abbiamo entrambi vissutocon le nostre rispettive nonne in passato. Immaginatevi soffitte con vecchi vinili e giradischi. Questa esperienza ci ha permesso di conoscere bene ed apprezzare la musica appartenente ad unagenerazione passata oltre che la nostra. Non pensiamo che necessariamente il vecchio sia migliore del nuovo, è anche da questa idea che deriva la nostra volontà di avvicinare due epoche e due generazioni lontane».
Cosa vi ha lasciato di concreto l’esperienza di X Factor?
«Ci siamo presentati ad XFactor quando il nostro progetto era agli albori. XFactor ci ha permesso di portare per la prima volta su un palco importante, quello che per mesi avevamo creato in studio e sognato, chiusi nella nostra “bolla”. La bolla poi è esplosa è ha fatto un bel casino. Di questa esperienza porteremo con noi gli applausi del pubblico e l’emozione indescrivibile della standing ovation ricevuta all’Audition».
Per concludere, qual il messaggio che vi piacerebbe trasmettere oggi attraverso la vostra musica?
«Il nostro progetto vuole portare nel mainstream dei riferimenti alla cultura pop, japan, anime e manga. Il nostro obiettivo è quello di raccontarci attraverso quello che viviamo, sogniamo e condividiamo ma anche attraverso quello che amiamo. Fuori dal lavoro siamo simbiotici, ci supportiamo a vicenda e ci vogliamo bene come fratelli. La nostra amicizia e i nostri sguardi sul palco forse arrivano al pubblico ancor prima della nostra musica e questo è probabilmente il messaggio più bello che possiamo trasmettere: La fusione fa la forza!».
Nico Donvito
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