giovedì, Aprile 18, 2024

CLASSIFICHE

SUGGERITI

Promossi e bocciati nelle vendite del primo semestre del 2019

Volano Ultimo e Mahmood, zoppicano Ligabue, Francesco Renga e Nek

La FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha rilasciato le top 100 dei singoli e degli album più venduti dei primi 6 mesi di questo 2019 in Italia (qui e qui per recuperare le classifiche). Tante le possibili considerazioni dall’affermarsi definitivo del genere della trap fino al crollo di tanti veri “ex” big della musica italiana passando per la crisi (manifesta o meno) dei talent show. Ma quali sono quegli artisti che superano l’esame delle vendite in questi primi 6 mesi?

I PROMOSSI:

LE CONFERME:

UltimoLo scorso anno lo presentammo come una “sorpresa” quest’anno, invece, è già una bellissima “conferma”. Il giovanissimo cantautore romano, prossimo ormai a riempire gli stadi italiani con un vero e proprio tour, è il vero campione di vendita del semestre. In top10 tra i dischi più venduti piazza tutti e 3 i suoi lavori discografici: 1° posto per Colpa delle favole (qui la nostra recensione), 5° posto per Peter Pan (qui la recensione) e 9° posto per Pianeti (qui la recensione). Insomma, un successo vero. Nei singoli la storia si ripete ed Ultimo va a prendersi ben 7 piazze: I tuoi particolari (6°), Cascare nei tuoi occhi (30°), Pianeti (45°), Rondini al guinzaglio (46°), Ti dedico il silenzio (50°), Poesia senza veli (67°) e Il ballo delle incertezze (76°).

Mahmood. Vince Sanremo praticamente da sconosciuto e quando tutti gli dicono che il domani premierà altri lui riesce comunque a ritagliarsi i suoi spazi e a dimostrare capacità e sostegno da parte dei suoi nuovi fan. Soldi è il brano più venduto di questi primi 6 mesi dell’anno e ad inseguire (12° posto) c’è anche Calipso in cui dona la sua voce al ritornello collaborando con Charlie Charles, Dardust, Fabri Fibra e Sfera Ebbasta. Tra gli album Gioventù bruciata (di cui qui la nostra recensione) arriva anche al 13° posto. Non poco per un emergente fino a ieri.

Marco Mengoni. Sembrava essere partito un po’ in sordina il suo ultimo album Atlantico (qui la nostra recensione) ma, invece, il Re Matto è riuscito a conquistare nuovamente il pubblico portando il proprio disco ad essere il 7° più venduto della stagione. Il tutto, va ammesso, è stato possibile grazie soprattutto alla bellissima e struggente Hola (I say) che, con la voce di Tom Walker, si è guadagnata la 9° posizione nella chart dei singoli.

LE VECCHIE GLORIE:

ElisaNon avrebbero scommesso in molti che la Toffoli sarebbe riuscita a rinascere dalle proprie ceneri e a convincere un’altra volta con la propria voce e le proprie (rinate) canzoni. Eppure l’artista friulana con Diari aperti (qui la nostra recensione) non è solo la prima donna in classifica (19° posto per lei pur essendo uscita ad ottobre scorso) ma è anche quella che vanta più singoli nella top100 semestrale: Se piovesse il tuo nome (33°), Blu feat. Rkomi (37°) e Anche fragile (42°). Un successo che le invidiano in parecchie colleghe.

LE NOVITA’:

BOOMDABASHBoomdabash. Li avevamo già conosciuti la scorsa estate con Loredana Bertè e, per gli ascoltatori più attenti, ancor prima ma la vera esplosione del fenomeno Boomdabash è rintracciabile proprio in questo 2019. Un Festival di Sanremo azzeccato con la canzone giusta che è esplosa una volta chiuse le porte dell’Ariston li ha catapultati al 4° posto della classifica generale dei singoli più venduti (sono i 2° del Festival di Sanremo). Ora hanno il compito di fidelizzare il pubblico per riportare i numeri ottenuti anche sul piano album.

I RIMANDATI:

LE DELUSIONI:

Fiorella Mannoia. Nostra Signora dell’interpretazione fallisce, forse, per la prima volta nella sua carriera. Il 2017 l’aveva incoronata protagonista assoluta della musica anche a livello nazionalpopolare pur senza costringerla a rinunciare al suo spessore artistico. L’album che segue la via intrapresa, Personale (di cui qui la nostra recensione), invece, non conferma i risultati e fatica ad affermarsi in ogni classifica raggiungendo appena il 49° posto generale con numeri decisamente più bassi rispetto agli standard.

Fabrizio Moro. Se vinci Sanremo tutti si aspettano da te grandi cose. Se, poi, per un anno domini le scene le attese sono ancor più ingigantite. Se pubblichi immediatamente un nuovo album d’inediti presentandolo come il primo disco scritto in modo ispirato e benedetto, allora, ci si attende la consacrazione vera e propria. E, invece, no perchè Figli di nessuno (qui la nostra recensione) non va oltre il 57° posto in classifica (ben lontano dalle certificazioni di vendita) e nella chart dei singoli non c’è traccia del cantautore romano. Un po’ poco per quelle che erano le attese.

FedezE’ vero, il suo album Paranoia Airlines è il 2° disco più venduto del semestre ma è già fuori dalla top100 da diverse settimane e nella chart dei singoli, da sempre la sua forza, il nome di Fedez è totalmente assente. Segno che, forse, questo disco è davvero già morto ed i risultati ottenuti per il numero di copie vendute sono dovuti esclusivamente allo zoccolo duro di fan che hanno acquistato il progetto sulla fiducia al momento della sua uscita. Chi si ricorderà di questo disco? Forse nemmeno Fedez.

Ligabue. Il Liga nazionale è pur sempre il Liga nazionale ed infatti il suo Start (qui la nostra recensione) è ancora una volta tra i dischi più venduti della stagione ottenendo il 3° posto finale. Eppure, da Ligabue ci si sarebbe aspettati di più, molto di più. Dove sono finiti i tempi d’oro dei dischi di diamante? Ora anche Luciano deve accostare e lasciar passare nuovi fenomeni come Ultimo che lo battono non solo nelle vendite ma, a quel che sembrerebbe, anche sul piano dei live. Urge una scossa.

LE SORPRESE:

Thegiornalisti. Il 2018 fu a tutti gli effetti il loro anno ma in questo 2019 le cose sono piuttosto rallentate ed i risultati misteriosamente crollati. L’album Love (qui la nostra recensione), che tanto ancora poteva dare, è stato messo già da parte riservandogli appena il 35° posto nella chart nazionale e dal punto di vista dei singoli tutto si limita al vecchio successo di Felicità puttana, presente all’80° posto, e al nuovo tormentone estivo, Maradona Y Pelè, che, però, fatica a partire davvero come testimonia la posizione numero 83.

Alessandra Amoroso. La salentina rimane una delle pochissime donne presenti in classifica e, forse, l’unica vera superstite dei talent show italiani (al femminile) dopo anni e anni di carriera. Eppure, in questo 2019, anche lei ha accusato qualche segno di stanchezza: l’album 10 (di cui qui la nostra recensione), pur essendo uscito lo scorso anno, si piazza alla posizione 42 viaggiando piuttosto lentamente verso il doppio disco di platino che, solitamente, era l’obiettivo imprescindibile per un lavoro di Alessandra. Nei singoli, invece, la situazione appare più drammatica visto che nemmeno un brano è riuscito ad affermarsi davvero confermando la sensazione di un disco senza hit memorabili.

Alberto Urso. Il ragazzo siciliano vince Amici ma fatica non poco nelle vendite. Il suo album Solo (qui la nostra recensione) è sì il 18° più venduto dell’anno ma rispetto agli standard del passato qualcosa sembra non funzionare. Niente top3 (come di solito avveniva per i vincitori del talent di Canale5) ma a fatica una top20 che, poi, nei singoli trova la sua più amara disillusione: nessuno brano arriva nemmeno lontanamente a sfiorare la top100. Colpa dello stile un po’ retrò? Forse.

I BOCCIATI:

BENE MA NON BENISSIMO:

AnastasioAnastasio. Vincere X-Factor, si sa, è uno di quegli eventi che può davvero cambiarti la vita ma al buon cantautore/rapper partenopeo le cose sembrano essere andate non nel verso migliore. Il suo disco d’esordio, Anastasio, arriva solo 74° in classifica (senza nemmeno una certificazione) ed il singolo La fine del mondo arriva alla 52 nella chart dei singoli. Bene ma non benissimo perchè poteva andare peggio (Giò Sada, Licitra, Soul System…) ma anche parecchio meglio (Maneskin, Mengoni, Michielin…) e la sensazione è che il ritorno (già fin troppo protratto) possa rivelarsi un colossale buco nell’acqua.

NON SI SA CHE FARE:

Arisa. La cara Rosalba c’ha provato: è ripartita da capo (anche stilisticamente) appoggiandosi ad una nuova etichetta (la Sugar) che, però, da qualche tempo sembra faticare più del dovuto ad imporre i propri prodotti sul mercato. Una nuova Rosalba in città (qui la nostra recensione), malgrado un decoroso Festival di Sanremo, non è pervenuto in classifica e nei singoli la storia è persino peggiore.

CHE TONFO:

Francesco Renga. Chi l’avrebbe mai detto che il buon Francesco sarebbe stato vittima di sè stesso e del palco che tante volte ha rilanciato (sempre in positivo) la sua carriera discografica? Questa volta il Festival di Sanremo non l’ha aiutato (complice anche una canzone non azzeccatissima) ed un disco poco illuminato come L’altra metà (qui la nostra recensione) ha raccolto appena un 80° posto nella classifica generale.

Nek. Vedi sopra. Anche il caro Filippo stavolta pare esserne uscito con le ossa rotte e se tutti pensavano che il suo electropop potesse continuare a convincere radio e classifiche di vendita si sbagliavano. Il mio gioco preferito – Parte prima (qui la nostra recensione) non va oltre un imbarazzantissimo 99° posto in classifica semestrale e l’idea che debba ancora uscire la seconda, ed ultima, parte non fa che peggiorare le cose. Almeno la parentesi poteva chiudersi presto…

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.