Tutti i numeri di vendita del quarto mese dell’anno
Le vendite non sono tutto direbbe qualcuno. Ma la realtà, invece, è che le vendite, perlomeno, sono tanto. Lo sono per chi guarda alla musica sotto la lente d’ingrandimento della popolarità, del successo e, perché no, del tornaconto economico che, forse fa brutto dirlo ma è così, è necessario se la musica si vuole continuare a produrla, proporla e promozionarla.
Andando, quindi, alla ricerca dei numeri di vendita, dei piazzamenti in classifica e dell’accoglienza ricevuta quali sono gli artisti che, nel corso dell’ultimo mese, hanno raccolto i risultati più soddisfacenti e quali, invece, hanno viste deluse le aspettative? Scopriamolo insieme:
I PROMOSSI:
Lazza:
Torna con un album d’inediti dopo 3 anni e si conferma un numero uno del rap nostrano. “Sirio” è un disco fedele al suo percorso ricco di duetti con nomi importanti e, contemporaneamente, di liriche non di secondo piano. Nel contesto di un lavoro eterogeneo e adatto a diversi palati, Lazza ribadisce la propria forza discografica proseguendo il proprio percorso discografico sui binari più idonei e promettenti. Le classifiche lo premiano e gli sorridono proprio come stanno continuando a fare (da 165 settimane consecutive dalla sua uscita) al precedente ‘Re Mida’.
Rhove:
Pare essere questo il nome su cui scommettere per il 2022 dopo il buon successo che sta raccogliendo la sua ‘Shakerando’. Salito alla ribalta con una lenta progressione il brano è riuscito a conquistare la vetta delle classifiche di vendita nella chart riservata ai singoli digitali ed il suo dominio potrebbe durare a lungo inaugurando un nuovo filone del rap italiano da dedicarsi alla positività e alla narrativa della leggerezza.
Jovanotti:
Da qualche tempo era sparito dai radar delle classifiche un po’ per colpa di strane scelte discografiche un po’ per la mancanza di prodotti all’altezza della sua fama e del suo talento. ‘I love you baby’, il singolo che ha coinvolto nella produzione anche Sixpm, lo sta lentamente riportando ai vertici dell’airplay (da cui non se ne era mai andato per davvero) e, soprattutto, dello streaming. Nel territorio delle playlist, di norma ostile ai grandi della musica italiana d’inizio secolo, Jovanotti torna a farsi strada dimostrando che anche per chi non è nato discograficamente ieri è possibile fare breccia nel cuore del nuovo mercato digitale.
I BOCCIATI:
Cesare Cremonini:
Il suo ultimo album, ‘La ragazza del futuro‘, fatica a piacere e convincere le classifiche. Non è colpa soltanto del mancato riscontro delle playlist e delle piattaforme digitali ma anche di una freddura proveniente dal mercato fisico in cui Cremonini è sempre stato un leader insieme allo scenario radiofonico dove, ugualmente, i riscontri iniziano a farsi progressivamente più tiepidi. Il cantautore bolognese ha proposto un disco che tenta di portare il pubblico verso un pop più strutturato, concettuale e difficoltoso da far girare al primo ascolto. Ne è derivato l’assenza di brani cult capaci di trascinare l’album (non ancora disco d’oro dopo oltre un mese dal rilascio) nelle classifiche.
Modà:
Insieme al loro nuovo tour nei palazzetti (figlio dei biglietti staccati nel 2019/2020) Kekko e soci hanno pubblicato anche la seconda parte del loro ultimo album d’inediti, “Buona fortuna“. E’ vero, le radio non li passano più i brani dei Modà (ma occorrerebbe chiedersi anche il perchè) e le vendite ne risentono ma debuttare soltanto all’undicesimo posto della classifica di vendita non è nemmeno lontanamente paragonabile ai riscontri a cui nemmeno dieci anni fa eravamo abituati veder raccolti dal gruppo lombardo.
Vasco Rossi e Marracash:
Vedere Vasco duettare con un leader assoluto delle vendite contemporanee come Marracash ha tutta l’aria di una notizia sensazionale. ‘La pioggia alla domenica‘, invece, non ha convinto pressochè nessuno tanto che il brano, ad un mese dall’uscita, giace già in fondo ad ogni classifica lasciando intendere che l’accoppiata non solo non ha convinto ma non è riuscita nemmeno a far parlare troppo di sè. Quello che doveva apparire come un evento discografico quasi irrepetibile per un artista riluttante ai duetti come il Blasco è stato pesantemente condizionato da una canzone non adatta e all’altezza della situazione.
Ilario Luisetto
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