giovedì 21 Novembre 2024

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Promozione al Festival di Sanremo? Anche no!

Lettera aperta agli “approfittatori festivalieri”

Ci risiamo. Come ogni anno il Festival di Sanremo si avvicina a grandi passi e con lui tutti i vari rumors che coinvolgono conduttori, artisti in gara e cosiddetti “superospiti”. Arriva, poi, febbraio e come ogni anno, perlomeno nell’ultimo periodo, di superospiti veri e propri all’Ariston non se ne vede nemmeno mezzo.

In compenso, però, a Sanremo arriva un sacco di gente qualunque eh. Non ci si può certo lamentare della mancanza di ospiti che, sempre di più, affollano le cinque serate della kermesse ligure. Peccato che nessuno di loro sia davvero “super”. Ci si accontenta degli ospiti: è tempo di crisi, si sa.

Il fatto inquietante e seccante è che, però, tutti, e dico tutti, gli ospiti che intervengono alla kermesse sanremese ormai sono fortemente addentrati in un fitto periodo di promozione personale. A Sanremo ci sono attori ed attrici pronti a rilasciare da lì a poche ore il loro nuovo film al cinema, conduttori e conduttrici televisivi che dalla domenica sera occuperanno nuovamente il piccolo schermo al posto del Festival, cantanti che proprio a Sanremo presentano per la prima volta il loro nuovo singolo o disco pur senza andare in gara.

Lo scorso anno, certo, Claudio Baglioni ha voluto rimettere la musica al centro dello spettacolo imponendo a tutti gli ospiti di concentrarsi su questo aspetto anche a costo di cantare, nel corso di 5 serate, la sua intera discografia quasi Sanremo fosse diventato un suo concerto personale. Alla fine, però, Gianni Morandi cantò anche “Una vita che ti sogno, Biagio Antonacci “Fortuna che ci sei”, i Negramaro “La prima volta”, Gianna Nannini “Fenomenale” e Laura Pausini “Non è detto”: in pratica non c’è stato un “superospite” che non abbia fatto promozione al proprio ultimo lavoro discografico.

Ma, allora, è mai possibile che il Festival di Sanremo debba servire ai cosiddetti big soltanto come vetrina d’esposizione quando da anni continuano a denigrare questa manifestazione rifiutando ogni qualsivoglia invito a tornare in gara? Perchè tra gli stessi artisti italiani ci devono essere alcuni che si mettono in gioco e altri che ottengono la stessa visibilità, se non addirittura di più, senza fare alcunché?

Laura Pausini, giusto per fare qualche esempio, gareggiò alla kermesse nel 1993 e nel 1994. Vi tornò da superospite nel 2001 e, poi, nel 2006 dopo aver vinto il Grammy. Due ospitate in 13 anni di carriera. Negli ultimi 3 anni, invece, è stata ospite al Festival ben 2 volte e pare che nel 2019 ci sarà addirittura la terza assieme a Biagio Antonacci. Stesso dicasi, per esempio, per Tiziano Ferro che partecipò alla kermesse come ospite solo nel 2007 prima della doppia presenza del 2015 e del 2017 per promozionare i suoi ultimi progetti.

Vuoi la promozione a Sanremo? Vieni in gara! E di certo non saremo di certo noi a lamentarci del fatto che così facendo non ci saranno più degli ospiti a rompere il ritmo dello show. Il Festival di Sanremo è una gara di canzoni non di certo una passerella di ospiti che, se proprio devono esserci, dovrebbero essere invitati sulla base di criteri meritocratici e non di insulsi meccanismi promozionali. Così facendo ci ritroveremo gli stessi nomi sul palco dell’Ariston ogni 2/3 anni facendo credere che la musica italiana ed internazionale si esaurisca con quei soliti noti.

Forse, e dico forse, è giunto il momento che Sanremo rialzi la posta e cominci a dire qualche no ai supponenti nomi che rifiutano la gara ma non disdegnano affatto qualche red carpet ligure per vendere qualche disco in più… Diamo nuovamente al termine “superospite” il valore che si merita, quello che aveva quando Baudo invitò Whitney Houston nel 1987 o i Queen nel 1984.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.