A tu per tu con il antautore e produttore milanese, in uscita con il singolo “CTRL ALT CANC” feat. Vega
Si intitola “CTRL ALT CANC” il nuovo singolo di Psiker, alter ego del Finance Manager milanese Massimo Curcio, con il rapper lucano Vega. Il brano, disponibile per ADA Music Italy a partire dallo scorso 4 maggio, è accompagnato dal bel videoclip ufficiale diretto da Maria Bryzhko e Stefano Perego.
Ciao Massimo, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “CTRL ALT CANC”, cosa racconta?
«Ci sono dei momenti di particolare introspezione in cui osserviamo la nostra vita da un’altra angolazione. A me è successo durante il primo lockdown nel 2020. Il 13 marzo, due giorni prima del mio quarantesimo compleanno. Il mio sesto album “Momentum” era pronto per uscire e, per l’occasione era previsto un live con il quale avrei anche celebrato i miei primi quarant’anni. Tutti i numeri erano dalla mia parte: 2020, 40 anni (20+20) e 20 anni di Psiker. Purtroppo gli eventi che abbiamo vissuto hanno rimescolato le carte. L’album è stato pubblicato, ma il live è stato cancellato. Proprio in quel periodo ho iniziato a scrivere nuove canzoni, colto da un momento di grande ispirazione. Osservavo le persone intorno a me e vedevo paura, incertezza ed io ho provato ad immaginare di poter fare “Ctrl Alt Canc” e tornare al periodo in cui tutto quello che stavamo vivendo non era ancora realtà».
Com’è nato l’incontro con VEGA e che valore aggiunto ha donato al pezzo?
«Conosco Vega da quando era bambino. Ha sempre avuto una certa simpatia per me ed io ho sempre pensato che fosse un ragazzino molto più sveglio dei suoi coetanei. Durante l’estate del 2020 gli ho fatto ascoltare i demo delle mie nuove canzoni e lui mi ha fatto ascoltare quelle dei musicisti che ascolta lui, in particolare quelli della scena trap e urban. Questi ascolti mi hanno folgorato. Mi sono reso conto che nutrivo un pregiudizio nei confronti della musica dei ragazzi della sua generazione e mi sono ricreduto. C’è tantissima musica di elevata qualità, soprattutto nell’underground, basta avere la curiosità e l’attenzione di ascoltarla».
A livello musicale, che tipo di sonorità avete voluto abbracciare insieme a Whizy?
«Ho chiesto a Whizy di produrre a quattro mani “Ctrl Alt Canc” perché volevo realizzare una sorta di fusione tra synth-pop e trap. L’obiettivo era quello di ringiovanire il sound anni 80/90, che mi contraddistingue, arricchendolo di spunti trap. Gli ho inviato il demo del brano e dopo alcuni scambi siamo arrivati alla versione che oggi potete ascoltare».
Dal punto di vista testuale, invece, quali riflessioni e quali stati d’animo ti hanno accompagnato durante la stesura del brano?
«Ho scritto il testo pensando ad una terza persona, priva di modestia, che si trova a fare i conti con i suoi insuccessi e le sue incoerenze. Più volte però mi sono chiesto se il brano non nascondesse tratti autobiografici. Ammettiamo con fatica i nostri errori, me compreso (tranne che in questo momento…)».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinato alla musica?
«Ho scritto la mia prima canzone nel 1997, a 17 anni. Avevo una tastiera e mi divertivo a suonare le melodie delle canzoni che amavo ascoltare da ragazzino. Improvvisamente ho cominciato ad inventarne di mie, ma non ricordo quando sia stato il momento in cui mi sono reso conto che quello che stavo facendo aveva un nome. È come se l’abilità di inventare canzoni mi abbia sempre accompagnato inconsapevolmente».
Quali ascolti e quali generi musicali hanno influenzato la tua crescita?
«Questa è una domanda alla quale da ragazzino, quando sognavo di diventare famoso, speravo di poter rispondere, perché nessun Artista citava i miei cantanti preferiti quando parlavano delle loro influenze. Io non sono cresciuto a pane e Beatles, Deep Purple, Pink Floyd. Senza nulla togliere alla loro grandezza indiscussa, ci sono esattamente 9 album che sono responsabili del mio “background” musicale e che ho consumato con il mio diskman: “Sirtaki” (Mango, 1990), “Happy Nation” (Ace of Base, 1992), “Crash Boom Bang” (Roxette, 1994), “The Memory of trees” (Enya, 1995), “Older” (George Michael, 1996), “History in the mix” (Michael Jackson, 1997), “Ray of light” (Madonna, 1998), “Nightlife” (Pet Shop Boys, 1999), “Back to the heavyweight Jam” (Scooter, 1999)».
A chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«La mia musica si rivolge a tutti coloro che amano in primis le melodie “old school” e i testi realistici. Non amo la retorica che primeggia in certe canzoni mainstream, ma non cerco nemmeno di essere troppo criptico. Il mio pubblico non è vasto, ma copre tutte le fasce di età. Ho scoperto ad esempio che la mia musica piace molto ai bambini e si sa, loro sono sinceri. Mi piacerebbe arrivare alle orecchie dei ragazzi giovani, non solo per le canzoni che scrivo, ma anche per potergli raccontare il mio percorso. In particolare, quanto sia stato per me importante avere un piano B, un percorso alternativo alla musica. Senza di esso, oggi, non avrei la fortuna di essere qui con voi a parlare del mio piano A, la MUSICA».
© foto di Maria Bryzhko & Stefano Perego
Nico Donvito
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