Rap Italy, da “Vorrei ma non posto” a “Italiana”: l’era J-Ax & Fedez

Rap Italy

Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop italiano, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. Oggi parliamo dell’era J-Ax & Fedez. A cura di Mattia Cantarutti

Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro.

Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.

Rap Italy, da “Vorrei ma non posto” a “Italiana”: l’era J-Ax & Fedez

Dagli albori negli anni ’80 come movimento underground, l’hip hop italiano ha attraversato una metamorfosi costante. Dalle posse politicamente impegnate degli anni ’90, passando per la “golden age” con pionieri come Articolo 31 e Sangue Misto, fino all’avvento della trap con artisti come Sfera Ebbasta, Ghali e Tedua, e più recentemente alla scena drill con Rondo, Baby Gang e Simba La Rue. Riprendiamo quindi il nostro racconto sulla storia dell’hip hop italiano, soffermandoci su ciò che è accaduto dopo la Generazione 2016 e analizzando come, e con quali progetti, il rap sia diventato il genere predominante in Italia.

Nel 2017, l’uscita di “Comunisti col Rolex“, frutto della collaborazione tra J-Ax e Fedez, ha segnato un punto di svolta, portando definitivamente il rap nella scena pop e generando inevitabili dibattiti tra addetti ai lavori e appassionati.

La storia collaborativa tra J-Ax e Fedez, però, non nasce in quell’anno, bensì qualche tempo prima. L’ammirazione di Fedez nei confronti dello “zio d’Italia” risale alla sua adolescenza, quando il rapper di Rozzano divenne fan della svolta rock degli Articolo 31, influenzandolo a tal punto da rendergli omaggio più volte nel corso della sua carriera.

Le collaborazioni tra i due precedono “Comunisti col Rolex” con brani come “Alza la testa” (da “Il mio primo disco da venduto”, 2011), “Sembra semplice” (in “Sig. Brainwash – L’arte di accontentare”, 2013), forse uno dei loro migliori progetti, “Viva l’Iva (“Pop-Hoolista”, 2014) e “Bimbiminkia4life” (Il bello d’esser brutti, 2015).

Il progetto viene annunciato nel 2016 e anticipato dall’enorme successo estivo di “Vorrei ma non posto”, una critica ironica alla società digitale dell’epoca (forse mai realmente cambiata). Il brano introduce molti elementi chiave della futura collaborazione: videoclip di qualità, produzioni curate da Takagi & Ketra e testi ironici. Tuttavia, il disco non si limita alla leggerezza, affrontando anche tematiche più profonde, come dimostra il secondo singolo anticipatorio, la bellissima e profonda Assenzio, impreziosita dalle collaborazioni di Stash e Levante.

Il singolo di lancio dell’album, nel 2017, è “Piccole cose“, in compagnia di Alessandra Amoroso, anticipato di pochi giorni dalla pubblicazione mirata di “Comunisti col Rolex”, traccia che dà il nome all’intero progetto.

L’album ottiene quattro dischi di platino e porta J-Ax e Fedez in un tour di grandissimo successo, con numerosi sold-out nei palazzetti e una storica data a San Siro nel 2018. Il titolo dell’album nasce come risposta ironica alle critiche di incoerenza per il loro successo economico, nonostante le posizioni sociali espresse, trasformando così l’accusa in una posizione di vanto.

Nonostante l’enorme successo, alcune tracce sono passate in sordina, tra cui la dinamica “Musica del cazzo” (che in qualche modo richiama le sonorità di “Domani Smetto”), “Milano intorno”, “Allergia” con Loredana Bertè e la bellissima “Meglio tardi” che noi con Arisa. Accanto a questi brani più riflessivi, troviamo un’altra hit estiva, “Senza pagare“, che segue il successo di “Vorrei ma non posto“. Inizialmente concepita come un pezzo forte del disco, la traccia viene rivisitata nell’estate del 2017 con il featuring internazionale di T-Pain.

La versione deluxe dell’album include il singolo “Sconosciuti da una vita” e altri due ottimi brani, “Il kaos è chiuso” e “Perdere la testa” con Giò Sada. Inoltre, vengono aggiunti due pezzi solisti: “Favorisca i sentimenti” di Fedez e “Devi morire di J-Ax.

Sebbene il brano non faccia parte ufficialmente del disco, il progetto si chiude con “Italiana“, un’altra hit estiva di grande successo che accompagna l’ultimo periodo di J-Ax e Fedez prima della loro storica data a San Siro.

Chi ricorda quegli anni non può dimenticare l’enorme eco mediatico del duo, favorito dall’ascesa pubblica di Fedez, sempre più esposto e, per certi versi, ingombrante. I numerosi impegni e le responsabilità — tra cui la gestione della ormai defunta etichetta Newtopia — portano entrambi a un forte stress, contribuendo alla loro rottura professionale, rimarginata solo anni dopo.

L’ultima collaborazione tra i due risale al 2023 con “Disco Paradise“, in cui J-Ax figura come Articolo 31, affiancato da DJ Jad, Wlady e Annalisa. Il brano riprende molti degli elementi stilistici della loro precedente collaborazione. Ad oggi, “Comunisti col Rolex” non è sempre citato nelle narrazioni sulle carriere soliste di J-Ax e Fedez e quando lo è, viene raccontato spesso e volentieri dalle tre hit estive e dalla storica data a San Siro.

Tuttavia, il progetto ha avuto un impatto significativo sull’espansione del rap in Italia, avvicinando nuovi ascoltatori al genere e ampliandone le possibilità nel mercato musicale italiano. Molte delle strategie discografiche e collaborazioni con i brand, tanto criticate all’epoca, sono state di fatto successivamente adottate da numerosi artisti che oggi dominano le classifiche. Vi invitiamo quindi a considerare che, forse, l’apripista rappresentato da J-Ax e Fedez non era così criticabile come sembrava.

Scritto da Mattia Cantarutti