Rap Italy, i dieci featuring più importanti di Fedez
Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. Oggi parliamo dei featuring più importanti di Fedez. A cura di Mattia Cantarutti
Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro. Oggi parliamo dei featuring più importanti della carriera di Fedez.
Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.
Rap Italy, i dieci featuring più importanti di Fedez
Oggi torniamo su una delle carriere più controverse ma longeve del rap game italiano: Fedez. Abbiamo sviscerato parte del percorso artistico del rapper milanese nello scorso approfondimento dedicato ai suoi brani più rappresentativi e, in modo più ampio, nella nostra precedente cronistoria dedicata al percorso del rap nel nostro Paese. Ricordiamo quindi brevemente la sua ascesa e i suoi dischi più importanti.
La carriera di Fedez inizia con una classica lunga e vecchia gavetta, molto tipica nel rap italiano: tante battle di freestyle in giro per il Belpaese, molti incontri e tanti allenamenti nelle rime. Come abbiamo più volte ricordato negli approfondimenti citati, per lungo tempo il nostro è stato considerato una voce promettente della scena, e molti featuring che potete trovare ormai nei meandri delle maggiori piattaforme di streaming lo testimoniano. Salvo poi, complice un ambiente difficile come quello del rap e sicuramente una forte dose caratteriale di Fedez, portare a progressivi e veloci allontanamenti, poche volte colmati.
Da indipendente e con tanta voglia di emergere, già nel lontano 2007 abbiamo “Pat-a-Cake”, seminale mixtape di un giovane Fedez dove però troviamo già i primi segnali di molti elementi stilistici e tematici che lo accompagneranno negli anni successivi. Segue poi nel 2010 “BCPT”, nel quale troviamo anche un brano con l’amico Emis Killa (“Non ci sto più dentro”).
Ma è dell’anno successivo che esce un importantissimo progetto che segna definitivamente sulla mappa italica il nome di Fedez: “Penisola che non c’è” (2011). Il progetto porta una ventata d’aria fresca in una scena molto attiva e con dei volti mainstream, ma sicuramente in un periodo ancora buio e sottotono rispetto agli anni ’90.
Da quel momento la rincorsa di Fedez non si ferma per una pausa per molti anni, portandolo a diventare un volto mainstream come pochi artisti nazionalpopolari contemporanei. Nello stesso anno abbiamo “Il mio primo disco da venduto”, a cui segue due anni dopo “Sig. Brainwash – L’arte di accontentare” (2013), un riuscitissimo progetto che porta ironie pungenti a brani decisamente introspettivi. Il disco infatti contiene moltissime hit e brani che ancora oggi Fedez suona nei suoi tour: parliamo del capolavoro “Si scrive schiavitù si legge libertà” ma anche della profonda “Sembra semplice” in compagnia di un ispiratissimo J-Ax, per cambiare tono poi con l’ironica “Pensavo fosse amore e invece…” con Guè (all’epoca Pequeno) ma pure la parodistica “Faccio brutto” e “Dai cazzo Federico”. Riagganciandoci alla tematica del featuring, ci sentiamo di segnalare anche “Single a vita” con il mitico Danti e Simon de Jano. Per concludere il discorso hit e featuring, è fondamentale citare l’ingresso a gamba tesa di Fedez nel mondo pop con “Cigno nero” insieme all’amica (e bravissima) Francesca Michielin.
Dal 2014 l’esplosione mainstream degli ultimi anni si consolida e abbiamo progetti multiplatino di enorme successo come “Pop-Hoolista” e l’eccellente lavoro editoriale nel joint album con J-Ax “Comunisti col Rolex” (un progetto per certi versi ancora non replicato).
Seguono poi nel 2019 un album forse meno ispirato come “Paranoia Airlines” (pur con all’interno delle ottime chicche come “Amnesia”, ma anche l’ottima collaborazione con Tedua e Trippie Redd in “Che cazzo ridi” e la sentita e di successo “Prima di ogni cosa”) e “Disumano”, un ottimo successo commerciale, con all’interno la hit estiva totale “Mille” con Achille Lauro e Orietta Berti, che riporta Fedez nel mondo musicale nel 2021.
In attesa di un prossimo disco dopo ormai due anni ricche di uscite singole (ci aspettavamo un progetto completo nel 2025, ma ci auguriamo che il 2026 sia l’anno “giusto”), ecco una playlist con i dieci featuring più rappresentativi di Fedez:
- Cigno nero feat. Francesca Michielin (2013)
- Sembra semplice feat. J-Ax (2013)
- Bocciofili – Dargen D’Amico feat. Fedez e Mistico (2013)
- La cassa dritta – Two Fingerz feat. Fedez (2013)
- Magnifico feat. Francesca Michielin (2014)
- L’amore eternit feat. Noemi (2015)
- Vorrei ma non posto con J-Ax (2016)
- Piccole cose con J-Ax feat. Alessandra Amoroso (2017)
- Mille feat. Achille Lauro e Orietta Berti (2021)
- Sexy Shop feat. Emis Killa (2024)