sabato 23 Novembre 2024

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Rap Italy, la Golden Age dell’hip hop italiano – Parte 1

Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop italiano, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. A cura di Mattia Cantarutti

Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro. Rap Italy, la Golden Age

Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.

Rap Italy, la Golden Age dell’hip hop italiano

Dopo aver tentato di tracciare una rotta sui primi pionieri del rap italiano e del movimento hip-hop italico, nello scorso episodio abbiamo conosciuto le figure più leggendarie di questo genere musicale, concludendo con un rapido excursus sulla cosiddetta Golden Age dell’hip hop italiano.

Ciò che accadde durante questa gloriosa epoca, influenzò tantissimi artisti e alimentò il fuoco di quegli esponenti che si affacciarono al genere verso la fine del decennio e riportarono in alto il rap nel millennio successivo.

Gli anni ‘90 sono stati caratterizzati da un dominio discografico da parte degli Articolo 31. La  band composta dall’MC J-Ax e da DJ Jad conquista le classifiche e i live, certificando  addirittura un disco di diamante nel 1996.  Partiti nei primissimi anni ‘90, Ax e Jad realizzano nel 1993 con Best Sound il loro primo album “Strade di città”, per poi pubblicare l’anno seguente “Messa di vespiri” e nel 1996 il già citato diamante con “Così com’è”.

La carriera della band continuerà nel rap con gli album “Nessuno” e “Xchè sì!” prima di dirottare verso un altro  genere e dedicarsi a sonorità più punk, parliamo degli ormai classici “Domani smetto” e “Italiano medio” pubblicati all’inizio del nuovo millennio.

L’esplosivo successo mainstream da parte della band milanese negli anni ‘90 porta ovviamente una forte apertura al genere, rendendolo nazionalpopolare ed estremamente amato dai giovani di allora. Il grande clamore del duo apre sfortunatamente però anche ad una conseguente spaccatura all’interno della scena hip-hop italiana. Gli Articolo 31 vengono infatti accusati di essersi venduti al mercato mainstream e non rappresentare appieno quelli che venivano considerati “i veri valori” del movimento.

Non solo di Articolo 31 vive però il decennio e nel 1994 prendono forma in maniera definitiva i Sangue Misto, progetto di Bologna che scrive la storia del rap italiano e che ancora oggi è un saldo riferimento del genere. Pur unendosi pochi anni e registrando un solo  album, lo straordinario “SxM”, la loro influenza resta ancora oggi potente, dagli anni ‘90 ad oggi le citazioni alla band infatti si sprecano. 

I Sangue Misto erano formati da Neffa, Deda e DJ Gruff e realizzano proprio nell’anno di nascita della band, l’album culto “SxM”. I Sangue Misto venivano considerati da molti gli “anti-Articolo”, per via del loro approccio al rap e alla musica. Curiosamente anni dopo  i due frontman delle rispettive band, J-Ax e Neffa, non solo diventeranno amici ma collaboreranno più volte, creando addirittura un progetto congiunto, i “Due di picche”.

La Golden Age non vede solo come protagonista il mondo più o meno mainstream, ma anche una forte e stabile presenza di quello che era il mondo underground, meritevole di citazione è il rapper Lou X, MC non sempre ricordato a dovere. 

Il rapper realizza nel corso degli anni ‘90 gli album “Dal Basso” (1993), il grande classico “A volte ritorno” (1995) ed infine “La realtà, la lealtà e lo scontro” (1998). Da allora le sue partecipazioni sono diventate sempre meno frequenti nel corso degli anni.

I protagonisti e gli avvenimenti di questi furenti anni ‘90 però non si fermano di certo qui, ci lasciamo quindi con la promessa di… leggerci  settimana prossima e scoprire altri personaggi fenomenali dell’hip-hop italiano e tanti altri avvenimenti ancora.

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Mattia Cantarutti

Sono Mattia Cantarutti e le mie più grandi passioni sono il cinema e la musica. Ho studiato al DAMS di Gorizia e frequentato un master in Digital Marketing. Negli anni ho realizzato vari cortometraggi, collaborato a qualche film e fatto tantissime esperienze in tanti campi e ruoli diversi. Adoro leggere saggi di vario tipo e il mio genere musicale preferito è il rap, però non credo nei compartimenti stagni e le mie influenze e ascolti in realtà sono parecchio variegati tra loro. La mia trilogia cinematografica preferita è quella del Signore degli Anelli di Peter Jackson.