Rap Italy, le 10 canzoni più rappresentative di Tedua

Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. Oggi parliamo delle canzoni più importanti della carriera di Tedua. A cura di Mattia Cantarutti
Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro. Oggi parliamo delle canzoni più importanti della carriera di Tedua.
Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.
Rap Italy, le 10 canzoni più rappresentative di Tedua
Ci siamo lasciati giovedì scorso con una piccola summa di uno dei parolieri più abili e taglienti del nostro paese, raccontando brevissimamente il percorso artistico di Caparezza e provando a ipotizzare le sue dieci canzoni più rappresentative. Con le dovute differenze e distanze, continuiamo oggi su Rap Italy a raccontare un MC già presente in più approfondimenti della nostra rubrica, un’altra grande penna italiana: il visionario e poliedrico Tedua.
Mario Molinari, aka Tedua, ci ha abituati negli anni a percorsi sulle montagne russe a suo modo intellettuali, giocando tra le sonorità gangsta e quelle più pop, passando per linee melodiche rappate (e drillate) su beat decisi, ma sempre con una sua personalissima chiave di lettura nei testi e nei modi in cui si è posto nei confronti della musica, del genere hip-hop e anche nelle riflessioni su questi tempi così indecifrabili.
Come ci teniamo sempre a ricordare, l’artista è uno dei rappresentanti più importanti del collettivo Wild Bandana e più in generale della Drilliguria, portando al suo talentuoso percorso anche una certa attitudine e street credibility.
Il suo percorso artistico, iniziato fin dalla primissima adolescenza, è un viaggio profondo e autentico, capace di trasformare la propria storia personale in un racconto universale.
Dalla saga di “Orange County” (2015-2016 e 2017) che ha segnato i suoi primi successi e lo ha visto affermarsi nel panorama rap, fino all’esplosione di “Mowgli” (2018) che ha consolidato la sua posizione, Tedua ha dimostrato una costante evoluzione. Vi invitiamo come sempre a recuperare inoltre un mixtape di cui abbiamo spesso tessuto le lodi anche in altre occasioni qui sui lidi di Recensiamo Musica: il mixtape “Vita Vera mixtape: aspettando la Divina Commedia” (2020).
Il suo ultimo lavoro, “La Divina Commedia” (2023), è una sorta di manifesto di un’idea precisa: raccontare, attraverso la musica, il suo travaglio interiore, una discesa negli abissi personali e una conseguente scalata verso la consapevolezza. Un disco che, pur dividendo, ha conquistato critica e gran parte del pubblico, confermando Tedua non solo come un rapper e trapper tecnico, ma come un narratore capace di esplorare le profondità dell’animo umano con uno stile unico e riconoscibile.
Proviamo quindi come sempre a ipotizzare una playlist dei suoi brani più rappresentativi, ricordandovi ovviamente di approfondire sempre gli artisti che trattiamo e di scoprirli a 360 gradi in tutte le loro sfaccettature!
- Buste della spesa (2016)
- Lingerie feat Sfera Ebbasta (2016)
- Wasabi 2.0 (2017)
- Sangue misto (2018)
- Vertigini (2018)
- Lo sai (2020)
- Paradiso artificiale feat Baby Gang e Kid Yugi (2023)
- Red Light (2023)
- Parole vuote (la solitudine) feat Capo Plaza (2023)
- Beatrice feat Annalisa (2024)