lunedì 16 Settembre 2024

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Rap Italy, le origini dell’hip-hop nel nostro Paese

Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop italiano, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. A cura di Mattia Cantarutti

Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, sin dalle origini l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro.

Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.

Rap Italy, le origini dell’hip-hop nel nostro Paese

“Not from Milan but from Milano, a rapper not italian but italiano”
(“4 Peace 4 Unity” di Space One)

Hip-Hop, rap, trap e drill. Quante definizioni e dubbi abbiamo avuto in questi anni per descrivere il genere musicale che, dall’ultimo trentennio del Novecento ad oggi, ha compiuto una scalata artistica ed economica forse senza precedenti nella storia della musica.

Capire come l’hip-hop abbia davvero preso piede nella nostra piccola penisola non è semplice, nonostante la relativa breve distanza storica delle origini possa ingannarci del contrario. Le informazioni in merito sono disperse in più fonti e spesso sono confuse e/o discordanti.

Per provare a risalire al percorso italiano di questo glorioso movimento, facciamo un passo indietro e spostiamoci oltreoceano. Le basi storiche dell’hip-hop ci rimandano all’interno dei quartieri di New York, più precisamente all’11 agosto del 1973, durante uno dei party del leggendario DJ Kool Herc.

L’hip-hop, come oramai sanno tutti, include al suo interno più discipline: il rap, il djing, la breakdance e il writing. La sua scalata parte da quella giornata di agosto e non si ferma più. Come ogni moda o riferimento nato negli Stati Uniti, l’Italia ne resta affascinata pochi anni dopo, iniziando una lenta strada che lo porterà ad avere i suoi esponenti e una sua storia.

Lo stile innovativo, l’immaginario underground e il ruolo immaginifico di alcuni film (pellicole come “Beat Street” dell’84 su tutte) aiutano l’ascesa del movimento nel nostro paese.

Le prime canzoni rap dall’Italia cominciano quindi ad arrivare nel corso del decennio successivo ed inizialmente è l’inglese a dominare, l’italiano era reputato all’epoca non adattabile al rap.

I pionieri della scena si aggregano in più luoghi d’Italia e i loro ritrovi diventano parte della leggenda del genere, uno tra tutti il Muretto di Milano (che negli ultimi anni ha ritrovato una vita nuova). Si creano quindi negli anni delle specifiche scene in ogni grande città italiana. Ma questo lo vedremo nel prossimo appuntamento…

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Mattia Cantarutti

Sono Mattia Cantarutti e le mie più grandi passioni sono il cinema e la musica. Ho studiato al DAMS di Gorizia e frequentato un master in Digital Marketing. Negli anni ho realizzato vari cortometraggi, collaborato a qualche film e fatto tantissime esperienze in tanti campi e ruoli diversi. Adoro leggere saggi di vario tipo e il mio genere musicale preferito è il rap, però non credo nei compartimenti stagni e le mie influenze e ascolti in realtà sono parecchio variegati tra loro. La mia trilogia cinematografica preferita è quella del Signore degli Anelli di Peter Jackson.