Rap Italy, “Persona”: il capolavoro di Marracash che ha ridefinito il rap italiano

Rap Italy

Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop italiano, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. Oggi parliamo di “Persona”, l’album cult di Marracash. A cura di Mattia Cantarutti

Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro.

Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.

“Persona”: il capolavoro di Marracash che ha ridefinito il rap italiano

La cronistoria dell’hip-hop italiano, o per meglio dire del rap italiano, si allinea sempre più al nostro presente. Eccoci quindi oggi a raccontare l’album che forse diede il boost definitivo all’esplosione del genere in questa nuova golden age italiana, parliamo di un progetto rivoluzionario per quanto racconti la cosa più semplice che ci si aspetti da un artista e per questo la più difficile: se stessi.

Uscito nell’ultima parte 2019, “Persona” di Marracash viene vissuto da subito come un progetto differente. Da pochi mesi il king del rap italiano era tornato a frequentare le scene dopo un periodo personale molto buio. All’epoca, per quanto il tour negli stadi di quest’anno faccia sembrare folle il contrario, Marracash veniva considerato quasi sottovalutato. Ricordiamo infatti che all’epoca “Status” aveva appena raggiunto il disco d’oro e “Santeria”, pur avendo avuto grande successo, non aveva ancora né i numeri attuali né la considerazione mainstream che avrebbe oggi. L’hype che si era creato intorno il comeback di Marra era gigantesco, il suo ritorno avveniva allo scadere di un triennio che aveva sconvolto le basi della musica mainstream italiana.

Nel vasto panorama dei tanti (troppi?) rapper di quegli anni, pochi progetti hanno saputo settare uno standard alto di qualità come “Persona”, per non parlare poi del suo successo commerciale (al momento ottavo platino) e il lascito culturale lasciato.

Dai primi post Marracash annuncia che l’album è un concept album: ogni traccia è associata a una parte del corpo, creando un racconto in più canzone dell’identità complessa dell’artista e della sua visione del mondo (quest’ultima parte decisamente esplorata e amplificata nei capitoli seguenti di questa trilogia personale).

In un periodo in cui le collaborazioni stavano diventando sempre più centrali nella riuscita commerciale di un disco, pratica che verrà ampiamente criticata dallo stesso Marra nel disco finale “È finita la pace”, vediamo un post per ogni featuring scelto con tanto di commento personale di Marra sull’artista in questione. Le foto di tutti i presenti vennero pubblicate in bianco e nero e tale fu l’importanza e il rispetto da parte dei coinvolti per il padrone di casa, che perfino ThaSup (a quel tempo ThaSupreme) decise di non comparire sottoforma del suo classico avatar.

Per chiudere il discorso collaborazioni, riportiamo di seguito tutti i nomi coinvolti, un roster di artisti che farebbe felice più di un promoter di qualche festival: il fraterno Guè, che all’epoca utilizzava ancora il nome Guè Pequeno, Coez, Massimo Pericolo, Mahmood, il già citato ThaSupreme con Sfera Ebbasta, Luchè, Madame ed infine Cosmo.

Tutti gli artisti portarono il loro stile arricchendo ulteriormente un tessuto sonoro e di contenuto estremamente già ben pensato e valido. Senza voler togliere il rispetto di nessuno, molte di queste collaborazioni sono tra le proprie preferite a detta di scrive, i featuring di Madame e Massimo Pericolo (in quegli anni giovani artisti in ascesa) portano al progetto un valore artistico e poetico notevolissimo, la cui sincerità e forza resterà ancora a lungo nelle orecchie e nel cuore di chi ascolta “Madame-l’anima” e “Appartengo-Ii Sangue”.

Contrariamente ad altri approfondimenti su questa rubrica, l’invito a scoprire delle tracce significative questa volta non ci sarà. Da un lato il grandissimo successo del disco ci fa pensare che moltissime canzoni, se non tutte, vi siano arrivate in qualche modo in questi anni, dall’altro lato invece vi invitiamo a recuperare il disco in toto, rispettando quindi l’ordine di un concept album. 

Dal punto di vista sonoro, senza nulla togliere ai talentuosi producer coinvolti, segnaliamo l’inizio effettivo della collaborazione tra Marz (con Zef) e Marracash. Dinamico duo che da questo disco diventerà sempre più stretto e unico (man mano infatti diminuiranno i produttori coinvolti nei progetti), regalando sonorità e una complicità artistica molto evidente, portata anche nei palchi di tutta Italia durante tutti i gloriosi anni di di tour successivi.

E proprio sul tour vogliamo chiudere questo racconto. C’erano varie voci sul proseguimento del capitolo “Persona”, in tanti parlavano di una deluxe piuttosto sostanziosa (a quanto pare di fatto diventata il sequel di enorme successo “Noi, loro, gli altri”), Ci restano l’arrivo di Elisa in “Neon – Le ali” e il remix di “Sport – I muscoli” con Lazza, Paky e Taxi B al fianco di Luchè. Proprio nel momento in cui sembrava fossimo avviati in questa fase successiva del disco e un inedito tour completamente sold out nei palazzetti si faceva avanti, la pandemia da Covid-19 del 2020 bloccò tutto, rimandando successivamente  e di parecchio il periodo di meritata gloria sui palchi di Marracash.

Concludiamo affermando che questo disco abbia non solo cambiato la vita artistica ed economica di Marracash, ma abbia dato il boost definitivo citato all’inizio dell’articolo al genere tutto, portando definitivamente nei palazzetti (per più date piene) il rap e dandogli una visibilità artistica e impattante nei numeri mai vista prima. Un capolavoro artistico e un momento editoriale perfetto.

Come accennato durante le righe di questo approfondimento, il progetto di fatto sarà l’inizio di una trilogia, passata attraverso il disco “Noi, loro, gli altri” (attualmente settimo platino) e “È finita la pace”, da poco uscito ma dalla certificazione di platino ottenuta molto facilmente. Il grande successo di questi anni ha portato ad una riscoperta del lavoro di Marracash in toto, portando in alto il sottovalutato “Status” e consolidando il già popolare “Santeria”. Marra vivrà, con il suo stile, questo nuovo periodo per il rap nelle classifiche da assoluto protagonista. Riuscendo poi in qualche modo a distaccarsene senza abbandonarne i risultati.

Scritto da Mattia Cantarutti
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