“Rapsodia” di Mia Martini: te la ricordi questa?

Rapsodia Mia Martini

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Rapsodia” di Mia Martini

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1991 con “Rapsodia” di Mia Martini.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “Rapsodia” di Mia Martini

Siamo nel maggio del 1992, Mia Martini ha appena sfiorato la vittoria a Sanremo con “Gli uomini non cambiano”. Partita come grande favorita della vigilia, è stata superata nel rush finale da “Portami a ballare” di Luca Barbarossa. Poco importa, Mimì ha ritrovato il suo pubblico e questo già ormai da qualche anno, grazie a un’altra straordinaria partecipazione al Festival, quella del 1989 con l’intramontabile “Almeno tu nell’universo”, che per la cronaca finì in graduatoria al nono posto.

Buttati alle spalle gli anni bui figli d’insensate e scriteriate maldicenze, nonostante il secondo posto, Mia Martini viene scelta internamente dall’organizzazione per rappresentare l’Italia all’Eurofestival, quello che oggi chiamiamo tutti con nonchalance Eurovision Song Contest. La kermesse si svolge a Malmo, in Svezia, dopo che l’anno precedente aveva trionfato la rappresentante svedese Carola, proprio qui da noi, nell’edizione casalinga che si era tenuta a Roma, presso lo studio 15 di Cinecittà, grazie alla precedente vittoria di Toto Cutugno in quel di Zagabria con “Insieme: 1992”.

Mimì, che aveva già partecipato al contest nel 1977 con “Libera”, si classifica al quarto posto, incantando l’Europa sulle note della sua immensa e disperata “Rapsodia”. Una canzone, firmata dalla prolifica coppia Giuseppe Dati – Giancarlo Bigazzi, che in Italia non ebbe tantissimo seguito, un’inspiegabile consuetudine dell’epoca per le canzoni che venivano presentate in quegli anni all’Eurofestival, destinate a non dover avere un seguito in patria, se non altro senza neanche provarci. Un gran peccato a giudicare dall’interpretazione dell’artista e dall’ottima fattura della proposta. Ascoltare per credere.

Il testo di “Rapsodia” di Mia Martini

Un giorno i vecchi amori
s’incontrano nei bar bugiardi ma
sinceri a dirsi come va magari
fuori piove e allora stanno lì
pensando chissà dove chissà
perché finì

Un giorno i vecchi amori si dicono
l’età dolcissimi rancori ed altre verità

Chi siamo noi sperduti qui
così diversi dagli eroi del nostro film
con l’ironia e un po’ di guai
in questa immensa rapsodia
dei nostri ormai

Ma un giorno i vecchi amori
si chiedono di più i sogni
e i desideri di un’altra gioventù
e lasciano famiglie
tradiscono gli amici
non vogliono consigli
per essere felici

E quando i vecchi amori
si lasciano nei bar
diventano canzoni
di tanto tempo fa

Chi siamo noi seduti qua
ad ascoltare questa vita che non va
Chi siamo noi buttati via
in questa immensa e disperata rapsodia

Chi siamo noi buttati via
in questa immensa e disperata rapsodia

Scritto da Nico Donvito
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