Intervista al gruppo che presenta il nuovo lavoro discografico
Pubblicato lo scorso 18 novembre 2022 “Lame di luce” è il nuovissimo lavoro discografico della Reale Accademia di Musica, un gruppo romano guidato da Pericle Sponzilli sull’alveo di un amore per la musica prog da rivitalizzare associandola all’idea di contemporaneità e di ricerca. Ecco come il gruppo ci ha presentato questa loro nuova fatica artistica:
Benvenuti su Recensiamo Musica. Partiamo dal vostro nuovo album d’inediti uscito lo scorso 18 novembre, “Lame di Luce”. Che progetto è per voi questo e qual è il valore che gli attribuite all’interno dell’intero vostro percorso musicale?
Pericle Sponzilli: «Grazie per averci invitato a parlare del nostro ultimo Album “Lame di Luce”. Per me scrivere materiale da arrangiare e suonare con musicisti che stimo, si esprime in dei momenti come un’ urgenza. È il motivo per cui ho rimesso su la “Reale Accademia di Musica”. “Lame di Luce” ha rappresentato quello che per l’atleta è “alzare l’asticella”: approfondire le emozioni da trasmettere con un linguaggio e delle immagini sonore che non avevamo ancora esplorato».
Erika Savastani: «Quando Pericle qualche anno fa mi chiese di entrare a far parte della Reale Accademia Di Musica, per registrare l’album “Angeli Mutanti”, avevo pubblicato da poco, con la mia band “Deserto Rosso”, “Progresso” un disco di cover di canzoni di band progressive rock italiane tra le quali c’era “Ognuno sa” tratta dall’ album della RAM del 1972. Mai avrei potuto immaginare che la nostra sintonia ci avrebbe portato a registrare un’altro album di inediti!
“Lame di Luce” è il mio secondo album con la Reale Accademia di Musica ed ho cantato cercando di entrare nello stato d’animo di queste canzoni, interpretandole come se fossi un personaggio che vive dentro un mondo sonoro creato dalle composizioni dei maestri Sponzilli e Liberatori. Per il mio percorso musicale questo album, magistralmente suonato da tutta la band e prodotto con il contributo del producer Danilo Pao, é come scrivere nel diario dei miei ricordi futuri più belli, avendo interpretato le canzoni che ho sempre sognato e desiderato cantare!».
Mancavate con un album dal 2018 quando pubblicaste “Angeli Mutanti”. In che cosa sentite diverso questo vostro nuovo lavoro rispetto a quell’ultimo progetto?
Pericle Sponzilli: «Sono l’unico membro della formazione storica della Reale Accademia di Musica rimasto musicalmente attivo e “Angeli Mutanti” è stato il prodotto, non della reunion di una antica band ma della sua rifondazione. In questo nuovo ensemble, oltre che con la chitarra, ho contribuito vocalmente su alcuni brani ma, la vera novità, è stata la voce femminile di Erika Savastani. Inoltre le sonorità delle tastiere di Fabio Liberatori, hanno contribuito efficacemente a delineare il nuovo percorso musicale. Creare il materiale per “Lame di Luce”, melodie, arrangiamenti e testi, ha avuto il fascino di un nuovo viaggio nel quale non abbiamo più brancolato cercando la rotta ma l’abbiamo percorsa e dilatata con quello spirito di ricerca che ci ha sempre contraddistinto».
La vostra è una musica che nasce dall’esperienza italiana del progressive ma che ha rielaborato le proprie forme con le diverse esperienze trasversali che ciascuno di voi ha vissuto. Quali sono gli elementi della vostra musica che ancora vi fanno sentire parte della scena prog italiana?
Fabio Liberatori: «Nel mio caso, forse un po’ diverso da quello degli altri membri, il senso di appartenenza al mondo del “prog” è particolarmente forte e centrale nella mia attività di compositore, essendo quel mondo musicale non solo da sempre la mia scuola formativa come tastierista, ma anche lo stile di riferimento fondamentale per me come autore, seguito dall’amore per il jazz e le sue derivazioni più moderne come il Rock-jazz e la Fusion.
Tutto cominciò quando da bambino delle medie amante già tra gli altri di Beatles, Rolling Stones e Procol Harum mi fu regalato l’LP di “Tarkus” degli ELP. Uno shock che ha cambiato la mia vita seguito poi dalle scoperte dei Genesis, Gente Giant, Yes e poi dell’altra parte della musica di qualità, il magico mondo di Chick Corea, Herbie Hancock e Joe Zawinul. Pietre preziose della genialità musicale contemporanea. E fari di civiltà musicale.
Non a caso l’ammirazione per il primo disco della Reale è stata la fortissima molla scatenante che mi ha portato a vivere come un vero privilegio (e un sogno realizzato) quello di far parte della nuova formazione della band, cui ho cercato di dare il massimo apporto anche nella direzione di cercare una continuità in qualche modo con il magico ed irripetibile lavoro nel primo disco del ‘72 svolto dal compianto tastierista Federico Troiani. Un compito improbo e rischioso che spero di aver onorato col massimo impegno».
Pericle Sponzilli: «Quando registrammo il nostro Album eponimo nel 1972, non sapevamo di fare musica Prog. Il termine nasceva in quel periodo ed era applicato a orizzonti molto vasti. Ricordo che ci furono dei Festival chiamati “Festival di musica d’avanguardia e nuove tendenze” e la Reale Accademia di Musica vi era chiamata a partecipare. “L’avanguardia e le nuove tendenze” erano, come ho detto prima, un territorio molto vasto. Le esperienze artistiche e di vita di un giovane ventenne degli anni settanta non sono ovviamente quelle che vivo oggi ma l’entusiasmo e la libertà creativa, alla base della nostra musica, mi ricordano molto quegli anni».
L’alveo della vostra formazione è sicuramente Roma, una città che ha dato tanto alla musica italiana e che continua a reinventarsi per guardare avanti non dimenticando la propria tradizione. C’è un qualcosa che, credete, Roma vi abbia trasmesso, anche inconsciamente, a livello musicale?
Pericle Sponzilli: «Negli anni della mia adolescenza, più che frequentare il Folkstudio, dove muovevano i primi passi De Gregori e Venditti, frequentavo il Piper Club, tempio del beat che, sull’onda dei veloci cambiamenti dell’epoca, divenne in breve tempo tempio del rock, in tutte le sue sfumature. La scena romana che in quell’ ambiente si venne a creare mi ha senz’altro influenzato culturalmente e musicalmente. Essere poi nato e cresciuto in questo grande museo che è Roma e proprio in centro, dove il percorso che facevo per andare a scuola era Piazza del Pantheon e Piazza Navona, credo mi abbia educato al gusto del bello».
Con la pubblicazione di “Lame di Luce” il vostro progetto si dimostra più attivo che mai. Quali saranno i passi per i prossimi mesi?
Pericle Sponzilli: «Senz’altro far conoscere la nostra musica, suonandola in concerto, genuina e senza trucchi, così come è stata registrata».
Ilario Luisetto
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