Quando ho creato “Recensiamo Musica” era il 2012, avevo 16 anni, ero un bamboccio che della musica sapeva poco o nulla: sapeva quello che vedeva alla TV o sentiva per la radio. Son partito da una stupida e amichevole pagina Facebook e da qualche video-recensione dei dischi che personalmente amavo di più. Ricordo che registravo la voce con un vecchio telefono, che distorceva totalmente la tonalità, e che montavo il tutto con uno di quei vecchi PC fissi utilizzando software di una qualità alquanto scadente.
I mesi son passati velocemente mentre cercavo di imparare provando e riprovando. Scrivevo quando avevo voglia e tempo, lo facevo per esprimere idee che, in un paesino di nemmeno 5.000 anime nella campagna veneta, non avevo la possibilità di discutere con nessuno. I ragazzi della mia età pensavano ai motori, al calcio, alle ragazze e alle feste private: io di macchine non ne capivo nulla (nemmeno ora), giocavo a pallavolo 7 giorni su 7 e sapevo a mala pena che fosse il trequartista, la ragazza non ce l’avevo e le feste non sapevo nemmeno che cosa fossero, figuriamoci le discoteche.
Da Facebook è arrivato Twitter, YouTube, il PC nuovo e un programma di editing video semi-professionale. La voglia di migliorarsi, però, restava sempre uguale, anzi accresceva. E così ho iniziato ad ascoltare dischi su dischi, a studiare musica, a vedere repliche di vecchi programmi televisivi, a studiare l’andamento del mercato discografico, a cercare informazioni e rarità. Dalle recensioni sono passato ad aggiungere anche le notizie e da lì il passo di aprire un blog tutto mio è stato breve. Nel gennaio 2016, finita la scuola, ho appeso le “scarpette” al chiodo e ho capito di essere pronto a compiere il grande passo: ho creato uno spazio davvero tutto mio. Da una piattaforma gratuita in poco tempo sono passato ad un sito totalmente personale: ho comprato le licenze, ho lavorato ad una grafica partendo da Paint, ho pensato ad una struttura convincente e ho iniziato a scrivere sempre più intensamente.
Le prime interviste le ho potute realizzare stalkerando decine e decine di artisti tramite i social: credo che, forse, ricevetti in 3 o 4 risposte al massimo. Era già una gioia per me ma non nego che la voglia di far di più era immensamente più grande. Con il tempo i risultati sono arrivati: da 1.000 lettori al mese sono passato a 50.000, dalle non risposte sono passato pian piano al più gentile “in questo momento preferisco non rilasciare interviste“. Ho conosciuto persone che mi hanno aiutato, che mi hanno fatto sentire bravo, che mi hanno consigliato e spronato. Ho costruito una redazione sfidando la mia mania di controllo assoluto e, in qualche modo, di quel benevolo “protagonismo” perfezionista: dall’essere da solo sono arrivato a lavorare con altre 8 persone che, come me, hanno la musica come passione e che oggi, scherzosamente, mi chiamano addirittura “direttore”. Le interviste sono pian piano arrivate insieme ai contatti con manager, agenzie stampa, case discografiche che, sempre di più, conoscevano il progetto di “Recensiamo Musica”. La voce rotta quando al telefono parlavo con qualche mito della musica è pian piano scomparsa, la scrittura si è perfezionata, la voglia di dimostrare è rimasta il mio motore insieme a quella di dire la mia con competenza, qualità ed intelligenza. Di “no” ho continuato a prenderne molti ma i “si” sono stati decisamente più importanti e mi hanno permesso di dipingere le pareti della mia stanza di soddisfazioni importanti e di aggiungere al mio cuore persone nuove che mi hanno piacevolmente conquistato in questi mesi: il mitico Roberto Casalino, Gianni Pollex con le sue confidenze, la splendida anima di Silvia Mezzanotte, l’amico Andrea Amati, il concreto Ermal Meta, la storia di Alberto Salerno, il sorprendente Pierdavide Carone, l’intenso Nicolas Bonazzi, Manuel Magni che può dire “l’ho scoperto io”, i complimenti di Red Ronnie, il collega Lele Boccardo, Gaetano Capitano e la sua profondità, gli aiuti preziosi di Maurizio Scandurra, l’intimità di Amara e la favola di Anna Oxa che ha dimostrato il proprio interesse per ciò che scrivo più volte… solo per citare alcuni di quelli che più sono stato entusiasta di conoscere.
Quella che era una passione è diventata spesso un lavoro: certo, non ne ho mai ricavato una lira ma poco conta di fronte a canzoni ascoltate qualche tempo prima, interessanti chiacchierate musicali, confidenze, scoop, notizie in anteprima. Ho lavorato, e lavoro tutt’ora, anche per 10 ore ininterrotte davanti al PC, ho passato metà delle mie giornate al telefono magari per ricavare qualche numero di telefono o anche solo qualche perdita di tempo dopo ore e ore passate ad ascoltare la segreteria telefonica o ad essere puntualmente dirottato verso “il mio collega che se ne occupa” ma che poi non risponde mai.
Oggi spengo le mie prime 5 candeline e sono felice di soffiare avendo nei polmoni l’aria del duro lavoro, del merito, della voglia di dimostrare e fare sempre di più. Devo dire grazie, innanzitutto, a chi mi legge ogni giorno, mi consiglia, mi aiuta a migliorare e mi stimola ad ampliare le mie conoscenze. Devo dire grazie alle persone che con me collaborano a questo progetto ormai da qualche mese: Flavia, Francesco, Giampiero, Giulia, Nicolò, Antonino e Roberto. Un grazie particolare a Nico che, come dico sempre, mi ha permesso di fare il salto decisivo e dal quale sto imparando molto. Grazie a tutti loro che, in qualche modo, sono diventati la mia autentica “famiglia virtuale” mossa del tutto dalla sola passione. Devo dire grazie a chi in questi anni ha riservato per me qualche “si” di fronte alla, decisamente più facile, possibilità di dire “no”: grazie agli uffici stampa che hanno risposto alle mail, ai manager che non hanno fatto finta di far cadere la linea, agli artisti che si sono dimostrati disponibili e a chi ha scelto di tenerci in considerazione con inviti, comunicati e, soprattutto, con un’autentica amicizia. Infine credo di dover l’ultimo grazie proprio a me che c’ho creduto, e continuo a crederci, davvero tanto convinto che il lavoro premia sempre.
Grazie!
Ilario Luisetto
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