Manca da qualche tempo dalle scene ma in questi ultimi due anni trascorsi dal suo terzo posto al Festival di Sanremo 2014, Renzo Rubino ha continuato a scrivere e presto sarà pronto a tornare con un nuovo progetto discografico. Ecco la nostra intervista nella quale ci ha raccontato del suo passato, presente e futuro nella musica (a fondo pagina trovate anche il link per ascoltare l’intervista live):
Allora, volevo partire tornando al febbraio del 2014: 3° posto nel circuito dei big del Festival di Sanremo con “Ora”. Sono passati ormai due anni da quell’ultima occasione in cui il grande pubblico ha ascoltato un tuo progetto. Come sono stati questi ultimi 2 anni?
<<Questi due anni sono stati per me rigeneranti perché da quando, nel novembre 2012, il mio nome compariva tra i giovani in gara a Sanremo non ci siamo più fermati. Ho avuto poco per pensare a me stesso, alla quotidianità e alle abitudini che avevo perso. Questi due anni sono stati comunque ricchi di concerti e bell’incontri che però si sono affiancati ad una ricerca di tranquillità e di pulizia che mi hanno portato a scrivere anche delle canzoni>>.
Tornando a quel Festival in gara avevi portato 2 brani, “Ora” per l’appunto e “Per sempre e poi basta” che invece è stata scartata la prima serata secondo il regolamento di quell’edizione. Ecco se il regolamento avesse previsto un solo brano in gara quale avresti scelto di portare?
<<Avrei portato “Per sempre e poi basta” però non l’avrebbero presa forse per una serie di tematiche legate alle caratteristiche che deve avere una canzone per passare in radio. La verità, poi, è che “Per sempre e poi basta” è una canzone che è piaciuta molto al pubblico ad indicare che spesso si sottovaluta l’ascoltatore che ha un orecchio che è sbagliato definire distratto: se una cosa è bella arriva>>.
Ti aspettavi in quell’occasione che venisse scelta “Ora” rispetto a “Per sempre e poi basta” che fu applauditissima dal pubblico dell’Ariston la serata in cui presentasti entrambe le canzoni?
<<Io credevo passasse “Per sempre e poi basta” vista la reazione del pubblico in sala perché non avevo la percezione del pubblico a casa nell’immediato. Poi, in realtà, ho scoperto che effettivamente “Per sempre e poi basta” è stata la più votata a casa e che la giuria, invece, aveva votato “Ora”. Ma va bene così, io sono molto fatalista nel senso che penso che le cose vadano come devono andare>>.
So che nell’ultimo periodo hai tenuto una turnè live in tutt’Europa. Com’è andata questa esperienza?
<<Per me è stata una sorpresa perché è stata la prima volta che facevo un tour all’estero con delle mie canzoni anche in luoghi dove non ero mai stato come in Germania. Ero un po’ preoccupato perché sinceramente non credevo ci potesse essere un pubblico e, invece, è stata un’esperienza molto divertente e stimolante perché c’è stata una bella risposta di pubblica e i pezzi sono piaciuti. Stiamo già pensando di tornare prima possibile>>.
Facendo riferimento anche alla recente questione dell’Eurovision: la musica italiana all’estero piace davvero oppure non siamo più ai grandi albori?
<<Secondo me “canzone italiana” significa un certo modo di scrivere la melodia e di cantare ma si è andata a perdere proprio la nostra caratteristica: la melodia. C’è stata un’inversione di marcia, noi italiani ci siamo adeguati a quello che viene da fuori. Probabilmente è stato così da sempre ma c’erano sempre gli esponenti dell’italianità (e ci sono ancora) ma poi ci siamo convinti che per avere successo all’estero bisognasse essere simili alla canzone estera. Invece noi siamo famosi per la melodia, per le arie, per le opere, per Puccini, Verdi, per le colonne sonore di Morricone… Bisognerebbe solamente ritornare a comprendere quelle che sono le nostre radici musicali>>.
I tuoi prossimi progetti futuri dove ti vedranno impegnato? Stai già pensando ad un nuovo album?
<<Ho preso questi anni di attesa per poter dire delle cose per le quali è necessario vivere. Bisogna lasciare al pubblico un prodotto, anche se non mi piace chiamarlo così, che sia degno e il più sincero possibile. Io preso questi anni per poter scrivere delle cose sensate che a breve realizzeremo definitivamente in studio. Abbiamo già fatto un lavoro di scelta dei brani ed entro l’anno uscirà il nuovo album>>.
Nel 2013 hai esordito nel circuito delle Nuove Proposte sempre al Festival di Sanremo dove hai ottenuto anche il premio della critica Mia Martini con una canzone (“Il postino (amami uomo”) che ha fatto molto discutere per la tematica che affrontava ovvero quella dell’amore omosessuale. Sono passati ormai tre anni da quel momento ma questo tema è ancora al centro del dibattito sociale. Perché secondo te questo tema divide così tanto e fa discutere così tanto?
<<Perché il nostro Paese è legato a valori religiosi ortodossi e quindi si pensa che la famiglia sia quella costituita da un uomo e una donna e non si comprende che la famiglia è una comunità di persone che attraverso il loro amore decidono di costruire una vita insieme. “Il postino” è una canzone d’amore punto e basta che non denuncia e non dice niente di così strano. E’ una canzone forse rivoluzionaria perché è semplicemente carnale e fisica tra due uomini. Io non credevo facesse scalpore perché mi dicevo “siamo nel 2013” ma poi quando le cose sono sotto ad un riflettore prendono delle forme diverse e quello è quello che è successo a “Il postino” che amo di più cantare e che cantano anche i bambini ai miei concerti>>.
Tornando alla musica sei uno dei giovani più interessanti della scena del cantautorato italiano più classico proposto con una chiave di modernità che sta negli arrangiamenti e nelle melodie più immediate. Qual è secondo te il futuro del cantautorato italiano e più in generale della musica italiana dei nostri giorni?
<<Alcuni dicono che il nuovo cantautorato sia l’hip-hop e rap: io non sono d’accordo. Sono degli esponenti di questo universo che possiamo definire “cantautorato” ma il cantautore del passato riusciva ad esprimere dei concetti usando non soltanto la capacità di scrittura ma le immagine e la fantasia. Ci sono dei cantautori interessanti in giro e che sono molto bravi che hanno delle carriere dignitose. Mi viene in mente Vinicio Capossela ma anche Caparezza. Potremmo definire cantautore colui che riesce a dire delle cose in maniera proprio unica>>.
Siamo arrivati alle ultime due domande finali con cui siamo soliti chiudere tutte le interviste. Allora vorrei chiederti qual è la canzone della tua carriera che consiglieresti di ascoltare ad una persona che non ti conosce e che non ti ha mai sentito cantare?
<<Io consiglierei di andare ad ascoltare una canzone dell’album “Poppins” che è “L’altalena blu” alla quale aggiungerei anche “Lulù”>>.
Mentre invece qual è la canzone della storia della musica italiana che più rappresenta te stesso, il tuo modo di intendere la musica o nella quale ti rispecchi di più? E quella invece della musica estera?
<<Posso dirti la mia canzone preferita di sempre che è “Cara” di Lucio Dalla mentre per le straniere mi viene in mente “Formidable” di Stromae>>.
Qui potete ascoltare l’intervista live
Ilario Luisetto
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