Le parole del cantautore pugliese, in gara alla 68esima edizione di Sanremo con il brano “Custodire”
Terzo Festival di Sanremo per Renzo Rubino, uno dei più interessanti artisti della nuova scena musicale italiana. Lo abbiamo incontrato nel corso della conferenza stampa, all’indomani del suo ritorno sul palco del Teatro Ariston il brano “Custodire”. La canzone racconta di un tema autobiografico molto caro al suo autore: «Parla in generale dei genitori separati, di come noi figli viviamo questo distacco. Io l’ho vissuto sulla mia pelle, ho scavato in me stesso e ho trovato il coraggio per raccontare questa storia».
«La paura mi ha portato a fermarmi per diverso tempo – racconta l’artista – ho avuto la necessità di rimettermi in pace con me stesso, mettere in ordine le idee, ma poi rientrare non è stato facile. Poi il maestro Marcello Faneschi, un signore che ha fatto la storia della musica leggera italiana, mi ha convinto a tornare ed eccomi qui».
«Questa è una canzone pacata e al tempo stesso violenta, che mi rappresenta e che racconta un disagio di molti. Questa è un’esperienza unica, che non credevo di avere la possibilità di rifare, sarò vintage ma a me piace pensare che la musica non sia competizione».
Nico Donvito
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