venerdì 22 Novembre 2024

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Respiro: “La nostra musica? Esplosiva e con tanti spunti di riflessione” – INTERVISTA

A tu per tu con il duo musicale pugliese, in uscita con il singolo d’autore intitolato “unPOPpositivo”

Si intitola “unPOPositivo” l’inedito di lancio del duo Respiro, composto da Lara Ingrosso (cantante/compositrice) e Francesco Del Prete (violinista/compositore). Il pezzo parla di situazioni di insoddisfazione personale, di difficoltà nell’integrazione, i personaggi del brano si sentono inadeguati e la canzone serve a non farli sentire soli, li invita a reagire e a imporre la loro identità. In occasione della pubblicazione di questo pezzo, che anticipa l’uscita del loro primo progetto discografico, approfondiamo insieme la conoscenza dei due interessanti artisti pugliesi.

Ciao Lara, ciao Francesco, partiamo dal vostro duo: chi sono i Respiro?

«Sono due sognatori con i piedi per terra, intanto. Nello specifico, un violinista, compositore, appassionato di fumetti da una parte e una cantante, compositrice, Disney-dipendente dall’altra. I due sono alla ricerca di qualcosa, poi si incontrano ed iniziano a sperimentare insieme sui loro strumenti, a scrivere canzoni, a suonare insieme ed eccoci qua».  

 Il vostro nuovo singolo si intitola “unPOPositivo”, com’è nato e cosa rappresenta per voi?

«”unPOPositivo” era in cantiere già da alcuni anni ma l’abbiamo sviluppato solo qualche mese fa. Probabilmente iniziavamo ad avere una nuova visione del progetto già allora ma non eravamo ancora pronti a svilupparla. Nasce tutto da uno spunto di Francesco, un riff di basso molto caratteristico con cui il pezzo inizia e poi avevo in mente quest’idea del brano che modula ad ogni ritornello e volevo parlare di qualcosa di importante, volevo parlare delle persone che si sentono inadatte, inadeguate. Così nasce “unPOPositivo” e di sicuro rappresenta l’inizio di una nuova fase per il progetto Respiro, di un nuovo modo di pensare e scrivere la musica».

Quali innovazioni contiene rispetto alle vostre passate produzioni?

«In questa nuovissima produzione che comprende il singolo e l’intero album omonimo, abbiamo arricchito il sound con nuovi strumenti (percussioni elettroniche, tastiere, moog..) e spostato l’attenzione su contenuti a nostro avviso più urgenti. Abbiamo virato sempre di più verso l’elettro-pop. Insomma, un cambiamento radicale rispetto al sound più minimale e più acustico del primo disco».

Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip?

«Abbiamo cercato di trasmettere il messaggio contenuto nella canzone, senza essere didascalici. Come dicevamo prima, ci rivolgiamo alle persone che si sentono inadatte, inadeguate, che si sentono schiacciate da alcuni stereotipi estetici e non solo. Nel video vengono rappresentate situazioni estremamente realistiche in cui chi è più debole subisce l’indifferenza o, peggio, le angherie dei privilegiati. Il POPositivo aiuta come un’epidemia salvifica a vedere con chiarezza questi divari e in qualche modo spinge all’azione, al cambiamento e ci siamo noi in versione fumetto che lo diffondiamo attraverso il contatto con gli altri».

Facciamo un salto indietro nel tempo, come vi siete conosciuti e  quando avete deciso di dare vita al vostro progetto?

«Io e Francesco ci conosciamo da sempre, perché bene o male abbiamo sempre frequentato gli stessi ambienti musicali. Nel 2013 lui si è messo alla ricerca di una voce femminile per sviluppare in chiave pop il suo progetto per violino solo e loop-machine, mi ha contattata per una prova e da quel momento siamo partiti come un treno».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il vostro percorso artistico?

«Entrambi ascoltiamo di tutto, senza limiti di genere… e non esagero perché potremmo ascoltare Mahler un minuto prima e Eminem quello dopo. Sicuramente io sono di estrazione più rock, con una predilezione per l’indie-rock, il trip-hop e la musica underground italiana. Francesco è un amante, oltre che un ottimo rappresentante, della musica jazz, con una predilezione per quella nord europea».

Vi sentite rappresentati dall’attuale settore discografico?

«Per certi versi sì, per altri non molto. In termini di produzione il nostro nuovo sound rispecchia i nuovi ascolti; tuttavia nel settore discografico riscontriamo spesso una certa ripetitività nelle proposte e molto spesso la musica passa in secondo piano rispetto al personaggio costruito intorno a un artista».

“UnPOPositivo” anticipa l’uscita del vostro nuovo album, cosa dobbiamo aspettarci da questo lavoro?

«Delle canzoni esplosive con tanti spunti di riflessione».   

Per concludere, quale messaggio vorreste trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la vostra musica?

«Che il cambiamento parte da ognuno di noi, dal nostro piccolo cosmo in cui spesso siamo rinchiusi. La musica ha questa responsabilità, portare la gente a condividere qualcosa e inevitabilmente ad aprirsi e a comunicare».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.