Nel giorno del suo 70esimo compleanno ricordiamo la più grande voce italiana di sempre.
Ricorrerebbe oggi il settantesimo compleanno di Mia Martini (di cui qui abbiamo raccolto quelli che secondo noi sono i suoi 15 capolavori), intesa e suprema voce della storia della nostra musica italiana scomparsa prematuramente nel 1995 lasciando un grandissimo vuoto dopo un’esistenza non sempre facile, felice e ricca di successi. Abbiamo scelto di ricordarla congiuntamente con Lele Boccardo, noto critico torinese che con noi ha tracciato un profilo di quella che amiamo chiamare la “voce del cuore”.
Quella di Mia Martini è stata una carriera quanto mai ricca di sfaccettature e demarcate periodizzazioni determinate dalle continue rinascite artistiche successive a difficili momenti che periodicamente hanno attraversato il suo percorso. Che cosa ci rimane di quest’artista alla luce di questa ampia gamma di proposte offerte?
<<Rimane il ricordo di una voce unica, inimitabile e, oserei dire, raffinata. Dopo l’intervento alle corde vocali ha trovato espressione, nella voce di Mimì, un misto di rauco e acuto che solo lei aveva: una timbrica che si riconosceva fin dalla prima nota. Le sue interpretazioni sentite e partecipi, poi, rimangono tutt’ora pietre miliari della storia della musica italiana>>.
Quello di Mimì è stato un percorso caratterizzato soprattutto dalla difficile coniugazione di un gusto popolare con delle scelte che spesso si sono rivelate espressione di un gusto raffinato e impegnato, soprattutto per quanto riguarda la parte testuale. Da citare è l’episodio sanremese de “Gli uomini non cambiano” a cui alla struttura della canzone pop si sposava un testo che da voce ad una donna che a gran voce canta, all’inizio degli anni ’90, “gli uomini ti uccidono”. Che profilo né risulta alla luce di queste considerazioni?
<<Mia si è sempre circondata del fior fiore dei cantautori italiani: Ivano Fossati, Mimmo Cavalli, Franco Califano, solo per citarne alcuni. Penne che, con la propria arte, sono riusciti ad esaltare le sue caratteristiche canore ed il suo sentire artistico ed umano. Mi viene in mente il brano “Mimì sarà”, canzone scritta da Francesco De Gregori, in cui la sua visione fortemente autobiografica del testo che racconta della disperazione della vita viene interpretato in un modo talmente personale che fa quasi pensare non possa che essere stato scritto che dall’interprete stessa>>.
A più di quindici anni dalla scomparsa che cosa rimane nella canzone italiana di Mimì oltre a tutto il suo vasto e prezioso repertorio ricordato con grande popolarità ancora oggi?
<<Rimane, secondo il mio modo di vedere, il premio della critica a lei intitolato al Festival di Sanremo: il giusto attestato, quanto mai meritato, per un’artista sublime. Ovviamente, poi, come giustamente sottolineavi anche tu, le sue canzoni ancora oggi sono quanto mai attuali. Il fatto di ricordarla con un premio specifico, però, è il giusto attestato di stima che si deve ad una donna e un’artista della sua caratura e importanza>>.
Al Festival di Sanremo Mimì deve sicuramente molto (anche se sicuramente non tutto, va ricordato) anche se, malgrado nelle sue cinque presenze abbia sempre presentato brani di grande spessore, non ne è mai risultata l’effettiva vincitrice forse anche a causa di quell’ombra diffamatoria che sempre avvolse il suo nome.
<<A quella fama ha contribuito notevolmente un noto personaggio televisivo e radiofonico scomparso da poco ma di cui non ho alcuna premura di riportare il nome vista è considerata la poca stima che ho sempre nutrito nei suoi confronti. Personalmente, però, credo che il posizionamento al Festival non sia mai stato un fatto di vitale importanza, anzi, spesso e volentieri gli ultimi hanno funzionato molto più che i primi. Dal canto mio ho apprezzato tutte le canzoni presentate alla kermesse da Mimì, in particolare “La nevicata del ’56”, anche se ritengo che l’unica che doveva spaccare al Festival, il duetto con la sorella Loredana Bertè in “Stiamo come stiamo”, per una serie di coincidenze anche mediatiche forse non funzionò a dovere costituendo una delle rarissime pecche della carriera di entrambe le artiste dal punto di vista dei riscontri>>.
Canzone che è stata recentemente ripresa proprio da Loredana Bertè realizzandone, 23 anni dopo, una nuova versione che ha mantenuto il cantato originale di Mimì ed è stata inclusa nel suo ultimo progetto discografico “Amici non ne ho… ma amiche si”.
<<Ho avuto personalmente la fortuna di presenziare alla presentazione di quel progetto discografico e ricordo molto bene di come Loredana abbia parlato diffusamente di questa sua reinterpretazione che è andata a recuperare il testo originale da lei cambiato innumerevoli volte prima dell’esibizione sanremese. È stato un gesto assolutamente importante per un brano che ha unito per l’unica volta le due sorelle Bertè nel canto>>.
Già, due sorelle così diverse unite nella loro più grande passione soltanto pochi mesi prima della morte inattesa, e contemporaneamente annunciata, di Mimì con la quale Loredana condivideva anche il giorno del compleanno pur avendo qualche anno in meno.
Ilario Luisetto
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