Ritrovamenti: spazio a “Ad occhi chiusi” dei Finley

Ad occhi chiusi Finely

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Giovanni Saracino

Bentrovati a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non essendo state al centro della promozione di un progetto discografico, hanno continuato a risuonare nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Giovanni Saracino ci accompagnerà in un viaggio tra melodie e parole che meritano di essere riscoperte. Oggi parliamo di “Ad occhi chiusi” dei Finley.

Queste gemme musicali raccontano spesso storie intime e universali, che svelano sfumature meno note degli artisti a cui appartengono e, forse, anche per questo si sono conquistate una propria dimensione nel tempo. In ogni puntata, andremo a scoprire un pezzo di passato che, in qualche modo, continua a trovare spazio anche nel presente.

Ritrovamenti: spazio a “Ad occhi chiusi” dei Finley

Ad occhi chiusi” rappresenta uno dei casi più curiosi e affascinanti della discografia dei Finley e non solo. Inizialmente inglobata all’interno di “Adrenalina”, il secondo album in studio della band milanese, la traccia non era stata pensata per essere pubblicata come singolo. Eppure, complice il forte riscontro ottenuto dopo l’uscita del disco, la canzone ha spinto il gruppo a una riedizione speciale, “Adrenalina 2”, in cui ha finalmente trovato lo spazio che meritava.

Il brano, a dispetto delle scelte discografiche iniziali, è diventato una presenza fissa nelle scalette dei concerti, compreso  l’ultimo tour estivo, conquistando un ruolo centrale nel rapporto tra la band e i fan. L’affetto del pubblico ha dimostrato come, spesso, non siano le strategie promozionali a decretare il successo di una canzone, ma la capacità del brano stesso di creare un legame autentico e immediato con chi lo ascolta. Nonostante fosse stata inizialmente esclusa dai singoli ufficiali, “Ad occhi chiusi” si è trasformata in una delle tracce più amate del repertorio dei Finley, diventando un piccolo classico per chi segue da sempre la scena punk rock italiana.

La scelta di non puntare subito su questo brano potrebbe essere stata influenzata da un testo ritenuto troppo semplice e da una melodia lineare, ripetuta e poco rischiosa rispetto ad altre proposte contenute nell’album. I discografici decisero così di promuovere singoli più energici e travolgenti come “Adrenalina”, “Domani”, “Questo sono io” e dell’intima “Ricordi”, tutte canzoni che hanno contribuito a consolidare l’immagine della band come una delle realtà più potenti e trascinanti del panorama punk del Belpaese. Tuttavia, la storia di “Ad occhi chiusi” dimostra come anche una traccia apparentemente meno complessa possa diventare un punto di riferimento emotivo per il pubblico, conquistando una longevità sorprendente, capace di plasmarsi all’interno della scena musicale nel quale si colloca perfettamente.

La parabola di questo brano sottolinea un aspetto fondamentale dell’industria musicale: le scelte commerciali e artistiche possono indirizzare un percorso, ma è sempre l’ascoltatore a decretare il vero successo di una canzone. Nel caso dei Finley, “Ad occhi chiusi” è la dimostrazione che la semplicità può essere un punto di forza anziché di apparentemente debolezza e che, talvolta, è proprio in ciò che sembra ordinario che si nasconde l’autenticità capace di lasciare un segno indelebile nelle emozioni che vengono trasmesse a chi ascolta.

Scritto da Giovanni Saracino
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